Visitando l’attualissima riflessione sui destini della modernità, essa trascende i confini della tecnica per collocarsi nella sfera della cultura, della sintesi, della creazione. L’artista cerca il filo che lega il presente al cuore della metafisica, nella modernità non più sorretta da un fondamento rassicurante, dove il tempo come misura del movimento è variante sempre meno afferrabile grazie alle teorie scientifiche e le odierne pratiche tecnologiche della simultaneità. Il dogma cade perdendo la corona in sparse scheggie di vacua attendibilità, la frammentazione affiora alla superficie come le ossa dalla terra. La richiesta di verità che si propone non è preconcetta ma urgente ed esistente nel momento in cui l’opera prende forma e l’imprevedibile incontro attende di essere percepito, là dove si mostri. Per finire da essenza immateriale, effimera, nascosta, l’opera diviene indagine sull’uomo, struttura profonda del divenire, presenza, segnale di viaggio.
(R. Silvestri)