Archivio Salvatore D'imperio (1963)
artista
cenni sul Concetto Fragile secondo A.I.
Il termine "concetto fragile" non è ampiamente riconosciuto o definito in un contesto specifico di mia conoscenza fino a settembre 2021. Tuttavia, posso offrire alcune intuizioni generali basate sui componenti del termine.
"Fragile" si riferisce in genere a qualcosa di delicato, che si rompe facilmente o sensibile a interruzioni o cambiamenti. In vari contesti, può descrivere oggetti fisici, sistemi, idee o condizioni che sono vulnerabili a danni, interruzioni o guasti se esposti a determinati fattori o stress.
"Concetto" si riferisce a un'idea astratta, una rappresentazione mentale o un pensiero che ci aiuta a comprendere e classificare il mondo che ci circonda. I concetti possono variare da semplici nozioni a teorie complesse.
Il passaggio che hai condiviso sembra essere un'affermazione artistica o poetica che descrive un'opera d'arte o il processo creativo di un artista. In questo contesto, "Concetto Fragile" potrebbe riferirsi alla natura delicata o vulnerabile di un'idea o di un'opera d'arte, che tuttavia rivela una profonda forza interiore.
La frase potrebbe essere interpretata nel seguente modo: "Il suo gesto immediato lascia la razionalità per trasmutarla in materica follia": Questo potrebbe suggerire che l'artista agisce impulsivamente o istintivamente, andando oltre la razionalità per esprimere qualcosa di più primordiale o emozionale. L'uso di "materica follia" potrebbe indicare che l'arte è creativa e liberatoria, rompendo le convenzioni.
"La sua pittura sembra fragile ma paradossalmente scopriamo tutta la sua forza: la forza della fragilità": Questa parte sembra suggerire che l'opera d'arte appare delicata o vulnerabile superficialmente, ma attraverso questa fragilità emerge una profonda potenza. La "forza della fragilità" potrebbe implicare che l'arte riesce a trasmettere emozioni profonde e a toccare il pubblico in modi che possono sembrare sottili ma sono intensamente impattanti.
In sostanza, il brano sembra celebrare l'equilibrio tra la vulnerabilità e la potenza dell'arte, suggerendo che la fragilità dell'idea o dell'opera d'arte può essere una fonte di grande forza espressiva e di connessione emotiva con il pubblico.
Formazione
Salvatore D'Imperio è un pittore Italiano autodidatta nato a Napoli nel 1963. Laureato in lingue e letterature straniere moderne non pensa all'insegnamento ma comincia a dipingere negli anni ottanta in piena transavanguardia. Pittore pittore, appartiene a quella generazione di mezzo che è al confine tra la produzione dell'arte nel sociale dei celebrati anni settanta e la successiva new generation tecnologica. Inizia la sua carriera con la Mostra a Roma nel 1991 presso lo Spazio Italia della Renault in via Nazionale classificatosi tra i primi 30 Artisti Italiani al di sotto dei trent'anni. Salvatore ama definire l'Arte come Spirito che diventa materia. "I suoi quadri sono senza tempo. Il suo gesto immediato lascia la razionalità per tramutarla in materica follia, facendo ciò, la sua pittura sembra fragile ma paradossalmente scopriamo tutta la sua forza: la forza della fragilità"
(P. Rizzitano)
Il passaggio che hai condiviso sembra essere un'affermazione artistica o poetica che descrive un'opera d'arte o il processo creativo di un artista. In questo contesto, "concetto fragile" potrebbe riferirsi alla natura delicata o vulnerabile di un'idea o di un'opera d'arte, che tuttavia rivela una profonda forza interiore.
La frase potrebbe essere interpretata nel seguente modo:
"Il suo gesto immediato lascia la razionalità per trasmutarla in materica follia": Questo potrebbe suggerire che l'artista agisce impulsivamente o istintivamente, andando oltre la razionalità per esprimere qualcosa di più primordiale o emozionale. L'uso di "materica follia" potrebbe indicare che l'arte è creativa e liberatoria, rompendo le convenzioni.
"La sua pittura sembra fragile ma paradossalmente scopriamo tutta la sua forza: la forza della fragilità": Questa parte sembra suggerire che l'opera d'arte appare delicata o vulnerabile superficialmente, ma attraverso questa fragilità emerge una profonda potenza. La "forza della fragilità" potrebbe implicare che l'arte riesce a trasmettere emozioni profonde e a toccare il pubblico in modi che possono sembrare sottili ma sono intensamente impattanti.
In sostanza, il brano sembra celebrare l'equilibrio tra la vulnerabilità e la potenza dell'arte, suggerendo che la fragilità dell'idea o dell'opera d'arte può essere una fonte di grande forza espressiva e di connessione emotiva con il pubblico (A.I.).
Vive e lavora a Napoli Nord.
Ricordiamo qui di seguito i suoi cicli pittorici più importanti:
Esordi
Concetto Fragile
la Mia Terra si Eclissa
Composizioni
Macchina del Tempo
Marine
Alberi
l'Essere si Tramanda
Connessioni Remote
superfici fragili
macchie di colore
Sedimenta
Doodles
Frammenti
Rocchetti & rocchetti
Etnie Senza Frontiere
One Cent
Dna
Carte su Carta
Opere Digitali
Poetica Concreta
Paesaggi Endemici
Patterns
the Ultimate
Tematiche
Conversazione con Salvatore D’Imperio
Le sue opere brulicano di segni carichi di una potenzialità inventiva dall’energia vitalistica irresistibile e dai colori audaci, con il risultato di far convergere pittura, pensiero, umanità con la forza della fragilità. Stiamo parlando di Salvatore D’Imperio, un pittore autodidatta che ama definire l’Arte come Spirito che diventa materia. Approfondiremo con lui gli aspetti e i significati della sua produzione e le novità che caratterizzano il suo cammino creativo. Brevemente, intanto, diremo che è nato nel 1963 a Napoli, dove si è laureato in Lingue e letterature straniere moderne presso l’Istituto Universitario Orientale. Finiti gli studi non pensa all’insegnamento, come da prassi per determinate facoltà, ma comincia a dipingere negli anni Ottanta del XX secolo in piena TransAvanguardia, un movimento pittorico nato su progetto del critico Achille Bonito Oliva (cui si deve il neologismo stesso), sulla scia della crisi economica che caratterizzò quel decennio e che ridimensionò, oltre all’ottimismo produttivo e culturale dell’Italia, anche quello sperimentale delle avanguardie artistiche.
«Mi sono formato artisticamente a Caserta, dove attualmente vivo. – ci spiega nel corso di una conversazione – Da autodidatta, ho intrapreso il mio percorso artistico nel 1988, anni della cosiddetta transavanguardia, con una ricerca astratta fortemente cromatica. Come analoghe esperienze tedesche e statunitensi contemporanee, la transavanguardia si è proposta di superare il linguaggio astratto-concettuale delle neoavanguardie, attraverso un ritorno a materiali e tecniche pittoriche tradizionali e una figurazione dai tratti espressionisti, e talvolta con un recupero di motivi e forme del passato. Mi sono trovato anch’io ad operare in quel periodo di crisi economica, che ebbe conseguenze anche sull’arte, con l’emersione di un corrente pittorica che smorzò l’ottimismo culturale generale».
All’Università conosce ed approfondisce anche il “Pensiero debole” di Gianni Vattimo. Questo nuovo approccio filosofico lo accompagnerà in futuro nel suo progetto artistico più intimo, insieme all’“Uomo di vetro” di Vittorino Andreoli. «L’uomo è in un perenne stato di equilibrio fragile. – riassume l’artista – Non sono le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre fragilità». La sua pittura sembra fragile ma paradossalmente scopriamo tutta la sua forza: la forza della fragilità, un valore umano che accoglie e comprende. Nel 2012 il Museo di Arte Contemporanea (Mac) di Caserta ha acquisito nella sua collezione permanente un suo lavoro dal titolo “Voglia di Blu” tratto dal ciclo “Concetto Fragile” del 1993. Nel 2015 la Fondazione ACBEU di Salvador de Bahia (Brasile) ha acquisito una sua opera dal ciclo “l’Essere si Tramanda”.
Salvatore D’Imperio ha esposto anche all’estero, a Nizza in Francia, a Philadelphia negli USA. L’opera “L’Acqua è sacra”, del ciclo pittorico Wake Up, è stata protagonista alla VII edizione del Festival dell’Erranza (Piedimonte Matese, Caserta, 2019), centrata sulla tematica ‘Le Parole e l’Acqua’. L’ultimo vernissage risale al 20 giugno 2022 presso Lineadarte-Officina Creativa di Napoli, con la partecipazione alla Mostra internazionale del piccolo formato VENTIPERVENTI “Quel sottile filo rosso che sorresse il mondo”.
È di poche settimane fa, invece, l’esposizione di alcuni suoi quadri a Roma presso la Di Gregorio Art Gallery, nella centralissima via Labicana 46: «È una galleria d’arte – puntualizza con orgoglio D’Imperio – situata a due passi dal Colosseo, con un ampio catalogo di opere d’arte anche contemporanea, dove compaiono le mie opere».
Parlando di bibliografia, a parte i cataloghi delle numerose mostre che l’hanno visto protagonista (citiamo per tutti la pubblicazione all’estero nel 2012 dell’International Contemporary Artists, ICA publishing di New York), D’Imperio è presente nel saggio “Arte in Terra di Lavoro. 1945-2000”, pubblicato nel 2001 da Spring Edizioni (casa editrice fondata e amministrata da chi scrive nel 1999 a Caserta), trattandosi di una ricognizione di artisti e di correnti e movimenti artistici più rilevanti nel territorio.
Un’altra iniziativa recente interessa il mondo editoriale: «Sono autore dell’immagine di copertina dei libri. La prima è uscita a settembre: la mia opera “Luna d’argento” ben rappresenta il forte impatto emotivo espresso nella narrazione del romanzo “Scaffali di ricordi” di Mariapia Rapuano; la seconda, Mascalzone latino” sulla copertina del libro “Campania felix” di Giuseppe Cataldo; la terza, “Marina”, su “L’alba è più bella del tramonto” di Alessandro Caporaso».
Mary Attento, giornalista
Verbum Press del 22122022
Quotazione
Per Salvatore D’imperio vige la legge degli opposti. Lo Yin e lo Yang si scontrano, più che fondersi, per portare l’uomo in un perenne stato di equilibrio fragile. Colori gradienti, costruzioni umane sottili come l’angoscia, sfruttano la leggerezza delle campiture per dimostrare un pensiero etereo e sfuggente. C’è molto del difficile vivere quotidiano di affannosa ricerca di una negata stabilità. Le tensioni e le pulsioni sono vissute in tutta la loro drammaticità senza falsi pudori o menzogne. D’imperio ha un modo tutto suo di interrogarsi sul dramma di una generazione priva di veri punti di riferimento, sempre alle prese con la definizione di un’etica e di una morale, ogni giorno più difficili da trovare. Il Diogene stanco dell’arte, continua a cercare il suo “Uomo”. Solo un uccello sotto forma di Origami sembra indicargli una strada possibile. Per il resto, intorno è caos. Per D’imperio valgono le parole di Bob Dylan: “Io accetto il caos: non sono sicuro che il caos accetti me”.
Massimo Sgroi
Il lavoro di Salvatore D’imperio, visitando l’attualissima riflessione sui destini della modernità, trascende i confini della tecnica, del documento, dell’analisi, per collocarsi nella sfera della cultura, della sintesi, della creazione. L’avventura della pittura getta lo scandaglio nel mondo, l’artista cerca il filo che lega il presente al cuore della metafisica, nella modernità non più sorretta da un fondamento rassicurante, dove il tempo come misura del movimento è variante sempre meno afferrabile grazie alle teorie scientifiche e le odierne pratiche tecnologiche della simultaneità. Il dogma moderno del progresso cade perdendo la corona, in sparse scheggie di vacua attendibilità, le sacre icone di una civiltà artificiale invadono l’orizzonte, isole di insicurezza dove la frammentazione affiora alla superficie come le ossa dalla terra. Alla plateale radicalità di una nozione “debole” di verità l’artista oppone il paradosso di una generosa catarsi, la possibilità di ricreare se stesso nell’universo omologante ed instabile della società di massa dei simulacri, di ricomporre frammenti di natura, storia, pensiero nella completa donazione ( che è continuità dell’anima e dei sensi ) della memoria, immagine permanente di dissoluzione e ri-creazione, fulminante aforisma con invito all’ironia. La richiesta di verità che si propone non è preconcetta ma urgente ed esistente nel momento in cui l’opera prende forma e l’imprevedibile incontro attende di essere percepito, là dove si mostri, in calibrature di pigmenti e campiture di diverse cromie o idee, che stanno come segni d’acqua o di fuoco su tavole di salvezza, ad esplorare tangibilmente l’orizzonte nuovo. Non eccepire, adeguarsi, o ....sottrarci. Contraddizione insanabile, se l’energia e la tensione materica di D’imperio non fossero in lui l’uomo doppio che bussa al cuore di ogni metafisica intrecciando il senso fragile con la vita che abita cielo e terra, finito ed infinito ( in fondo non è l’inquietudine dello smarrimento il vero atto di conoscenza che fa la storia dell’uomo? ) cosicchè da essenza immateriale, effimera, nascosta, l’opera diviene indagine sull’uomo, struttura profonda del divenire, presenza, segnale di viaggio.
Rosalba Silvestri
La pittura ha un suo spessore, forma grumi e si stratifica, si solidifica con l’incedere dei pensieri e delle passioni. Volteggia la pittura sulla superficie, scrivendo ideogrammi di un nuovo millennio. Il colore, quel colore timido, a volte restio a mostrarsi è pronto a confondersi con il fondo, in altri momenti travalica l’immagine, è esuberante e fiero, incontenibile. Questo il lavoro di Salvatore D’imperio, pittore con convinzione, abile costruttore di inestricabili grovigli, di scie tracciate da ineffabili macchine volanti. Nascono così alchemiche geometrie, misteriosi lembi di territorio cromatico, isole magiche con porti franchi, liberi dalle contaminazioni della rappresentazione. Il gioco pittorico è negli angoli, nelle sinuose curve che scrivono il labirinto. Grida il quadro la sua libertà d’invenzione, il desiderio è quello di travalicare il limite. E sono fragili queste superfici, fragili e precarie, limitate e limitanti. La pittura è oltre, il gesto creativo è nell’opera ed è altrove, è pensiero puro, un pensiero che passo dopo passo ricade sulla tela. E si fa materia, dolce materia.
Enzo Battarra
La memoria, le radici, l’attesa, la forma indefinitivamente mobile: questi i colori della tavolozza di Salvatore D’imperio. Ogni sua opera contiene un appello: darsi il coraggio necessario per accogliere ciò che la terra ci restituisce, in forma confusa, se ci poniamo all’ascolto. Ogni sua opera contiene un invito: lasciarsi sedurre dal gioco dell’immaginazione cosmopoietica, dando forma originale alle figure che affiorano dalla terra come scritte sulla sabbia che le onde del mare hanno confuso, senza però riuscire a cancellare del tutto. Ogni sua opera contiene una rivelazione: solo chi si pone all’ascolto sperimenta l’alchimia della creazione artistica, per la quale l’opera nasce nell’incontro chiasmatico e quasi carnale con lo spettatore-demiurgo, al quale si consegna frammentata, portatrice di una semantica ontologica che attende una voce che la racconti daccapo in una storia assolutamente originale. Ed è proprio in questo incontro che la forma mobile delle linee tracciate sulla tela viene fissata dal colore, definito nel tono e nel contorno, al punto da presentarsi non come schizzi, ma come veri e propri frammenti che evocano il tutto di cui sono parte, senza con ciò manifestare alcun oggetto, rompendo così l’incantesimo della poiesis immaginativa. Cosa racconta la terra? Ed è veramente la terra a raccontare attraverso le parole dell’occasionale demiurgo, o piuttosto quest’ultimo a trovare finalmente sulla tela le parole di un senso intimo a lungo custodito che diversamente non sarebbe stato in grado di esprimere? Certo è che la ragnatela di colla ci richiama alla ‘solida’ e vincolante responsabilità che il senso della nostra scelta poietica ci consegna, nei confronti di ciò che siamo stati e di ciò che potremmo essere, prima ancora che nei confronti degli altri...ed alla fine un punto di colore che ci era sfuggito manda nuovamente in frantumi la nostra composizione di senso, invitandoci a ricominciare ancora una volta daccapo.
Giuseppe Osci
SUPERFICI FRAGILI
Fragile è il vetro che si spezza in mille frammenti, che rompe la sua struttura,
che cambia la sua forma per acquistarne un altra.
Fragile è la natura nel suo equilibrio, che si ricompone dopo la tempesta e
durante la tempesta.
Fragile è la natura; minerale, vegetale e animale nelle sue fasi di crescita.
Fragile è l'uomo di fronte all'infinito, all'eterno, alla natura stessa e alle sue
leggi.
Fragile è l'uomo di fronte ad uno specchio materiale, o immateriale e l'amore
e l'arte spesso svolgono la stessa funzione.
Fragile è l'uomo quando poggia la testa sul cuscino pensando di dormire,
pieno di dubbi e incertezze.
Fragile è l'arte quando resiste al tempo e quando non resiste, quando tenta
invano di resistere e quando cede e si arrende.
Fragile è l'arte che viene distrutta. Fragile è l'artista nella sua lotta contro la
società e a favore della stessa; quando combatte contro il mercato e anche
quando lo desidera.
Fragile è D'Imperio, uomo e artista dalle periferie dell'impero verso il centro,
" ..Grida la sua voglia di vivere contesa tra un atto di forza e la consapevolezza
della fine". (cit. Da un testo dell'artista).
Tenta e riesce nello sfondamento della superfice navigando su di essa come un
Pollock volante, imbracciando un'arma gocciolante, usando un pennello che ha
appena smesso di dipingere o neppure ha iniziato.
Fragile è la parola, anche se resta lo strumento più utile per avvicinarsi alla
creazione e al trascendente.
Fragile è solo ciò che comunemente è inteso fragile; e nel momento in cui lo
dici è proprio il momento in cui si spezza, la superfice cede e lascia trasparire il
fondo che altro non è, se non un'altra superfice.
Fragile è dunque la materia pittorica e psichica conosciuta, e Salvatore
D'Imperio in questo percorso di conoscenza, non salva nessuno e nessuna
cosa, nemmeno e sopratutto se stesso. Egli è consapevole di lasciarsi
crocifiggere e autocrocifiggersi, insieme a noi che lo guardiamo e guardiamo le
sue opere, le quali cercano invano di restare mute e silenziose per non gridare.
Trattengono in ogni goccia caduta un grido di dolore autentico, autoinferto.
Si tratta, quindi, di cicatrici da ferite sanguinanti che non vogliono apparire
anzi vogliono dissimulare l'emoraggia di sentimenti, mascherandosi dietro il
dissolvimento, lo scolorimento, il tono e il mezzotono.
Sono ritratti di pelle vivente, caduta, tesa, trattata, tatuata. Si chiamano
superfici fragili, perchè ci chiedono ancora una volta, ma solo come un
consiglio di trasporto (handle with care) di andarci piano, di non ferire, di non
provocare ulteriore dolore, oltre a quello necessario per vivere.
Antonio Iorio
Superfici Fragili
Il vento delle emozioni trasfonde le superfici in spazi liberi. Le architetture estatiche di vite vissute, forme mobili in perenne metamorfosi si fondono in pensieri travalicando i limiti del tempo. Le dimensioni della materia riportano l’eco arcano di ricordi sopiti in un’espansione infinita dell’umano sentire. “Fragile è il cuore mio”!
Il senso del vivere si plasma ai suoi palpiti incessanti donandomi la certezza forte dell’essere.
Carmelina Ianniciello
MACCHIE D'INCHIOSTRO
Il mondo è perennemente in crisi. Lo spazio ed il tempo a volte si dilatano ora si restringono di pari passo con il moto silenzioso della nostra coscienza. Tutto intorno a noi cambia in continuazione. I media ci forniscono in maniera gratuita I loro modelli. I confini si fanno sempre più vicini aumentando il nostro senso di confusione. Noi siamo chiamati ad operare delle scelte continuamente che cambieranno la nostra vita e quella degli altri. Il futuro è incerto. Viviamo in un eterno presente. Tutto ne risente. Molti vanno alla deriva. Molti non si accorgono di essere stati ingannati e pochi, con il loro Sapere, guidano il carro. ” Non andare come tutti verso il Nulla: " Become awake don't sleep & wake up "!
Salvatore D'Impero
Premi
1988 Prima Personale "Largo San Sebastiano" gestito Da Raffaele Soletti Via Mazzini Caserta
1989 "Figurativo o Astratto" (Anìconico) bipersonale con Giuseppe Della Ventura "Spazio Botticelli" diretta Da Italo Perna Parco Gabriella Caserta Italia
1989 XIX Settembre al Borgo Casertavecchia (Ce)
1991 PoeticaPolitica Real sito del Belvedere Caserta Italia
1991 gli artisti del "Genius" Spazio Renault Italia via Nazionale Roma Italia
1992 Presenze Dirarte via De Dominicis, 11 Caserta Italia
1993 XI rassegna internazionale dell’acqua – la chiena Museo Civico di Campagna Salerno
1994 unità fragile Consolato generale d’Italia a Nizza Francia
1995 contaminazione fragile circolo Nazionale Caserta
1997 passaggi a nord-ovest comune di Biella Biella Italia
1998 fragili superfici di natura umana galleria Ciak M21 Caserta Italia
1999 1° Biennal de Arte, Cienza e Cultura da Uniào Nacional dos Estudiantes (UNE) Diretor National W. Moreira Centro de Convençes da Bahia Salvador Brasile
2001 Nel Segno di Mozart" Palazzo Reale Salone di rappresentanza della Pro Loco Caserta Italia
2004 la mia terra si eclissa Associazione Culturale "LABYRINTHO" Caserta Italia
2005 Galleria "il Pilastro" Superfici Fragili a cura di Gennaro Stanislao e intervento critico di Giuseppe Osci Santa Maria Capua Vetere (Ce) Italia
2006 da sponda a sponda galleria Ruccino Arte Bisceglie
2006 8 carte associazione culturale "LABYRINTHO" Caserta
2007 superfici fragili Oxum galleria de Arte Pelourinho Salvador de Bahia Brasile
2010 ars sine tempore Museo Archeologico di Cuma Napoli
2010 progetto Micro 2 Mostra in itinere Milano Italia
2011 "superfici fragili" ’atrio del vecchio palazzo municipale di Vico Equense (Na) Italia
2012 Moriae Encomium Real sito del Belvedere a cura di A. Fontanella San Leucio Italia
2013 Sport ed Arte, una Sinergia possibile galleria del Design de Il Tarì Marcianise (Ce) Italia
2015 in contemporanea Porcari fondazione Giuseppe Lazzareschi Porcari - Lucca
2016 "Superfici Fragili" Galleria Incontri d'Arte Aversa (Ce)
2017 " Arte, Moda e Cultura Africana a Philadelphia " U,S.A. presso la sala sita in 5200 North broad Street
2018 “Arte-Reclusa, LiberaArte” presso le Antisale dei Baroni al Maschio Angioino di Napoli Italia
2019 "Linea di Confine" M.A.C. 3 ex cenobio di Sant'Agostino Caserta curatela di M. Sgroi Italia
2019 "Le Parole e l'Acqua" Complesso Monumentale di San Tommaso d'Aquino contributo al VII Festival dell'Erranza a cura di Roberto Perrotti Piedimonte Matese (CE)
2022 M.A.A. LineaDarte-Officina Creativa " Ventixventi" Quel sottile filo rosso...Vernissage 20 Giugno Napoli Italy
2022 Esposizione Permanente presso la Di Gregorio Art Gallery, via Labicana 46 Roma
2023 "Vie tra Sapore d'Olmi" Personale Sintetica sul World Wide Web Meta. 24 Ottobre 2023
2024 "la lunga estate breve" action painting collettiva del 25\05\2024 presso l'ASL 21 di Santa Maria C.V. (CE)
Bibliografia
1991 Poeticapolitica Notor editore Napoli Italia
1991 gli Artisti del Genius Carte Segrete Roma Italia
1993 Presenze artistiche in terra di lavoro Grafiche Jacelli Caserta
1997 Passaggi a nord-ovest Via Cernaia 50 Biella
1998 Millennio Saticula Benevento
2000 Arte in terra di lavoro 1945-2000 AA.VV, Spring Edizioni Caserta
2001 Caserta e dintorni ArteVinciguerra Bellona
2006 da Sponda a sponda Ruccino Arte Bisceglie
2006 8 carte associazione culturale "LABYRINTHO" Caserta
2007 Superfici Fragili Bianco editore Aversa
2010 Micro 2 Editori Vari Milano
2012 Moriae Encomium A.O. San Sebastiano Caserta
2012 International Contemporary Artists ICA publishing New York
2015 in contemporanea porcari Venti D’Arte Lucca
2022 LineaDarte-Officina Creativa " Ventixventi" Quel sottile filo rosso...Napoli Italy
2023 "Vie tra Sapore d'Olmi" libro di poesie inedite in tiratura limitata Caserta