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Addolorata Addolorata

7 opere

Addolorata

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01 7

Il Paradiso terrestre è perduto. “Alla donna disse: Moltiplicherò i tuoi dolori le tue gravidanze, con dolore partorirai figli.” (Genesi 3, 16).
E anche se per secoli la Bibbia lascia la figura femminile da parte, la donna riesce ad andare oltre il peccato originale, riconfigurandosi in Maria, madre dell’umanità, madre per eccellenza. Maria antica e contemporanea, che nel dolore, la più violenta e drammatica delle sensazioni, riesce a rielaborarsi e completarsi, rigenerando una nuova fede, un Uomo nuovo. Senza prescindere la sofferenza, ma anzi vivendola appieno, Maria rende la donna un essere in grado di trasformare i propri affanni in qualcosa di unico, sacro, eccezionale.
Ed è proprio il dolore il filo conduttore di un sesso da sempre definito debole, messo in disparte, calpestato, ingiuriato nella profondità del proprio essere. Se il peccato originale viene lavato col battesimo, il peccato di nascere donna è una sofferenza che non si esaurisce mai durante tutto il corso della vita. Da donna devi imparare a non discutere, ad ignorare le provocazioni, a convivere con l’aggressività, i salari bassi, la meraviglia sospettosa verso i successi. Costretta a portare la croce di sentire tutto più in profondità, intimamente, in un’interiorità troppo spesso incompresa e sottovalutata.
Sede della vita, tempio di carne del più antico e sacro atto di continuità, non può non avere una sensibilità più spiccata, un amore profondo per la vita segnato dai lutti dei propri fallimenti, una inclinazione alla vera poesia, quella che impregna e copre il mondo come fa una donna di sera con il proprio figlio, dolorosamente partorito. Ed è un dolore anche seguire i suoi passi con discrezione e poi lasciarlo al mondo, solo e indifeso, stando a guardare col cuore trafitto da mille pugnali.
Ed ecco la vera Addolorata moderna, la madre che piange il figlio lontano, la donna disprezzata sul lavoro, quella giudicata perché indossa una gonna, la donna alla quale viene tirato uno schiaffo durante un litigio. La donna che si stupisce davanti alla struggente bellezza del mare, che rimettendo a posto i pezzi di sé stessa, coperta di cicatrici, decide che amerà ancora e con più consapevolezza. La donna che, come una fenice, muore e rinasce ogni giorno, portandosi dentro la purezza della rosa tra le spine di un’esistenza sempre messa alla prova.

Francesca Sofia Cacciotta, violinista e scrittrice

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