Alfonso Gialdini

artigiano

Formazione

Presso scuole]
I.T.I.I.S. Giorgi (Genova)
Liceo scientifico Gian Domenico Cassini (Genova)
I.P.S.I.A. Meucci (Genova)
Scuola elementare (Celle Ligure)
Presso giardiniGiardino del municipio a Framura
Giardino dell'ex ospedale psichiatrico a Quarto dei Mille
Giardini e lungomare di Celle Ligure (di particolare rilievo le sculture La tuffatrice e 25 aprile in Lambretta)
Presso istituzioni pubbliche e associazioniBiblioteca municipale (Celle Ligure)
Istituto Ligure Resistenza e Storia Contemporanea (Genova)
Comunità di San Benedetto al porto (Genova)
Sindacato CGIL (Genova)
Claudio Costa (Genova) (opere: Maciste, Parma 22, San Giorgio, Barca a vela, Il guerriero, Compenetrazione, Incudine)
MUSEO CLAUDIO COSTA RICONOSCIUTO DA SOVRINTENDENZA BELLE ARTI DI GENOVA COME NORMALE MUSEO APPARTENENTE AL CIRCUITO MUSEALE DI GENOVA

Commento del critico
Le sculture dello scultore genovese: ricerca di soluzioni tecniche e rappresentazione delle emozioni.
Gran parte delle conversazioni sulla scultura avute con il maestro , è stata spesa intorno a problemi relativi alla specifica ricerca di “alchimistiche” combinazioni tra materiali lapidei oppure sui vizi e le virtù delle pietre naturali, le più e le meno pregiate come quelle più o meno lavorabili e ancora su complessi studi per ottenere l’effetto del bronzo lavorando la pietra e così via. Questi racconti avvincenti, che spiegano il nucleo della ricerca di Alfonso Gialdini, si dirigono poi abitualmente verso l’affascinante rievocazione della volta in cui riuscì a procurarsi, per farci una scultura, uno splendido e unico blocco di legno tek -forse l’albero di un’antica nave o la trave di una vetusta costruzione- o di quando trovò in natura un piccolo e circoscritto giacimento di pietra da lavorare. Il suo ufficio domestico, separato dall’officina in cui scolpisce, ricorda un piccolo studiolo rinascimentale dove innumerevoli componenti si uniscono in un insieme unitario e indecifrabile: arnesi, curiosità, fossili, miniature, fogli disposti ordinatamente in perfetto disordine. Evidentemente dello scultore, accanto alla priorità di una vivida umanità, emerge il sostrato dei suoi compiuti studi di ingegneria meccanica che lo portano a legare fortemente l’azione creativa e ideativa, in lui libera e sensibilmente emotiva, con i meccanismi di controllo e programmazione propri del metodo scientifico. Il risultato è sorprendente perché si rivela capace tanto di far comprendere le virtù tecnico-costruttive della scultura quanto di trasportarci con immediatezza nel mondo delle idee e delle emozioni. L’artista investe sia in scultura figurativa sia in opere di ricerca dinamica, astrattamente formali: scolpisce in sintesi seguendo un’ispirazione di tipo sintetico-antropomorfo. L’oggetto principale del suo studio è la rappresentazione della figura femminile, proposta in numerose varianti di sensibilità: ferina Venere steatopigica di sapore tribale o esile, ma monumentale, tuffatrice sospesa per aria . Ancora, fatta tutta di membra, calda protettrice dell’uomo che avvolge con forti abbracci o fiera sostenitrice del primario contributo femminile alla vita , quando non ambisce a suonare con il proprio corpo come la cassa armonica del violino . L'alternativa per lo scultore sono le teste di cavallo, naturalistiche rappresentazioni di colli nervosi, negli studi per sé, o dinamiche e forti macchine belliche, come locomotive in corsa con le redine che diventano bielle : cavalli che sono il simbolo della corsa alla liberazione dei popoli, bestie forti e docili che stramazzano, sacrificandosi di fronte a un ingiusto e violento trattamento del padrone . Il Rompighiaccio, sul tema-studio delle teste di ariete, rappresenta ancora questa tensione potente, difficilmente governabile lanciata verso un destino mortale. A Genova il maestro , dal 1995 , mette a disposizione dei degenti dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto, i propri mezzi e conoscenze, organizzando corsi di scultura all’interno di un programma di riabilitazione espressiva: ottiene particolari successi nel veder migliorare,anche attraverso questa esperienza la condizione degli allievi.
Marco Franzone (saggista in storia arte genovese, già allievo di prof. Franco Sborgi)

Il caso della Pietà_Rondanini,alcune ipotesi

leftPietà Rondanini vista frontale

Confrontiamo la vista frontale dell'opera di Michelangelo con la vista laterale, osservando l'opera si nota si ha un'impressione che sia quasi il Cristo a sorreggere la Madonna, ricordando in qualche modo alcune sculture con soggetto Enea che trasporta il padre Anchise fuggendo da Ilio in fiamme ,un esempio ne e'la scultura fittile da Pompei I secolo dC e guardiamo anche la ben più conosciuta Pieta' in San Pietro

Pietà
Tralasciamo le considerazioni sul problema del non finito di Michelangelosintetizzate molto brevemente:
«Michelangelo, che fa del non-finito il vero e proprio tema delle sue opere più suggestive e moderne, una per tutte la "Pietà Rondanini", eseguita in più versioni, dove la forma perde contorni e confini, diventa “informe”e lascia spazio da protagonista alla materia, un altro dei grandi temi cari a Michelangelo, che con la materia aveva un rapporto fisico viscerale e sensuale.....»
estratto da articolo di Vilma Toselli

La situazione che si vede raffigurata nella vista laterale e' quella in cui sembra di una situazione in cui il Cristo stia per mettersi sulle spalle la Madonna e non esser da lei sorretto: la positura del braccio della Madonna pare in compressione_spinta per appoggiarsi e non in trazione per sostenere mentre il braccio del Cristo sembra cercar posizionamento sicuro ,per far forza ,allontanando le vesti della Madonna.La posizione che vista dal davanti mostra un Cristo cadente ,vista lateralmente rivela una possibile posizione di ricerca di equilibrio sulle gambe per addossarsi il peso della Madonna. Ed ancora il viso del Cristo suscita un'impressione ben diversa da quella della vista frontale:la visione laterale, forse sottolineata dall'effetto del "non finito", sottolinea un viso quasi dinamicamente rabbioso piuttosto che stancamente rilassato, ovvero la rilassatezza "statica" che si osserva frontalmente, cambia totalmente nella vista laterale in una forte "dinamicità". Nella scultura sembrano quindi rappresentati sia effetti plastici che sentimenti, generatori di tali effetti, ben diversi in relazione al punto di vista sia fisico del fruitore sia mentale dello scultore (vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica)
? In buona sostanza e con gran approssimazione ci si chiede se sia il Cristo che viene sorretto dalla Madonna o sia la Madonna che si accinge ad essere portata dal Cristo?
«..... Attraverso il linguaggio religioso vi è il tema dominante della maternità e della morte e una immedesimazione coinvolgente con il rito del sacrificio. Ma attraverso una lettura psicoanalitica possiamo vedere la crescente esperienza di un sé che esprime fatica ad autosostenersi - né viene sostenuto -, l'incapacità di una holding materna. Gli studi psicoanalitici attuali, e le osservazioni sistematiche della relazione madre-bambino nel contesto familiare sviluppati da Ester Bick»

citazione da
da Graziella Magherini: Psicoanalisi e arte tra emozione e ricerca Michelangelo e il linguaggio degli affetti
Rimarchiamo
«fatica ad autosostenersi - né viene sostenuto -»
in quanto questo tema nelle varie fasi della vita sara' affrontato da Michelangelo in maniera plastica sublimato nelle sue Pieta' passando dal Cristo sostenuto dalla Madonna alla Madonna sostenuta dal Cristo,forse,o meglio dire la Madonna e' un fardello di cui il Cristo-Michelangelo finalmente puo' affrontare il peso e "portarlo" nell'ultimo alvoro la Pietà_Rondanini.
Altresi' si può ricavare dal lavoro succitato che determinate caratteristiche sia di vita che di stile nella scultura son correlate alla sua difficile infanzia: l'esser delegato il suo allevamento ad una balia, sorella di un cavatore di marmo che poi diverrà localmente uno scultore riconosciuto),la reintroduzione nell'ambiente familiare con la perdita della madre naturale ed il successivo nuovo matrimonio del padre, le due immagini materne a lui care , il successivo difficile rapporto col padre, duro oppositore della scelta di Michelangelo di occuparsi di scultura,considerata a livello i lavoro da manovale dal padre, povero ma di "buona" discendenza,(attualmente ci son dubbi sulla vantata da Michelangelo discendenza da Matilde di Canossa,) Il pensiero di Simona Argentieri nel suo lavoro Creatività, vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica può esser riassunto e semplificato per quanto riguarda la rilevante parte dedicata all' opera di Michelangelo nel confronto fra le diverse versioni della pietà: quella di San Pietro altro non e' che la rappresentazione sulla materia dell'io dello scultore coincidente con lo stesso ideale di io che l'artista si e' prefigurato, a quel tempo, per Michelangelo la rappresentazione della bellezza del corpo umano doveva ricondurre l’anima di chi crea e di chi guarda al divino}}(testualmente dal lavoro dell' Argentieri), ciò rappresenta un narcisismo non in conflitto con altri modi di sentire, per cui non sono visualizzabili nel "trasformato" sul marmo dati che riportino ad un conflitto interno sulla tematica madre_figlio,sublimata nel rapporto Madonna-Cristo.
Torniamo a Graziella Magherini
«È stato scritto che Michelangelo ammirasse Vittoria Colonna per le sue qualità virili. Da una parte dunque la richiesta di una holding di tipo materno, dall'altro il richiamo a una dimensione maschile o quanto meno ambigua dell'oggetto d'amore.»
da Graziella Magherini: Psicoanalisi e arte tra emozione e ricerca Michelangelo e il linguaggio degli affetti, fattori estetici virili si possono vedere nelle sinuose femmine della Capelle Medicee e nelle Sibille della Cappella_Sistina ed ancor più nella sensuale ma muscolare Eva del Giudizio_Universale_(Michelangelo),come caratteri femminileggianti si possono osservare nella possente e forte ma "morbida" muscolatura dei nudi maschili sempre delle capelle Medicee, per converso.



Giudizio Universale ,Eva
? col termine holding viene il sostegno sia fisico che psichico dato a soggetto che non è ancora capace di applicare le sue funzioni psicofisiche in modo da affrontare i problemi della vita autonomamente
Donald_Woods_Winnicott fissa tre parametri mediante i quali si puo' definire o meno una "madre sufficientemente buona" , holding, handling e object presenting. Handling e' la caratteristica relativa all'accudimento "spicciolo", ovvero pulizia cura e gesti affettivi durante queste operazioni, object presenting consiste nella capacità materna di rendere disponibile l’oggetto di cui il bambino abbisogna quando e' maggiormente utile per la sua formazione-crescita cioè né troppo presto né troppo tardi. A questo punto colleghiamo la carenza di Holding avuta da Michelangelo,secondo la Magherini,la sua cosiddetta Omosessualita' e l'evoluzione nella sua vita della Pieta'. E' necessario compiere un salto di alcuni seccoli e farci alcune domande su due grandi artisti che non erano omosessuali ma avevano usi ritenuti strambi come il travestitismo:Antonio_Ligabue e Marcel Duchamp il secondo e' singolare che scriva sul suo arciusato nella critica orinatoio,anche a sproposito, il termine mutter e si costruisca un alterego ,travestendosi inoltre,di nome Rosa,alter ego ovvero Rose Selayil primo intervistato in televisione vestito da donna dice chiaramente che la necessita' di figura femminile, che non ha, lo porta a conciarsi cosi'(visione ben "ridicola" se non fosse "tragica"), in quanto interpretando la donna mancante tramite i vestiti tenta di lenirne la mancanza.

«Nel 1900 viene affidato ad una coppia di svizzeri tedeschi; non verrà legittimata la sua adozione, ma il bambino si legherà moltissimo alla matrigna, con un insolito rapporto di amore e odio»
da biografia di Antonio Ligabue
Per Marcel Duchamp la lettura in chiave psicologica del "Grande Vetro", ritenuta una fra le sue piu' riuscite opera ,rivela una confusione fra rapporti parentali ed amorosi nel senso erotico, nei confronti della sorella, ben risaputi nel suo giro, e non applicati per quanto se ne sappia, la stessa analisi del grande vetro nel particolare della macinatrice di caffe' rivela, probabilmente stati confusi ivi ben precedenti all'esplicazione di amore erotico.
Di esempi nel mondo artistico ce ne sono innumerevoli, riconducibili a simili tematiche di vissuto,e quindi torniamo al poetico asserto talvolta esprimere con l'arte, come talvolta il sasso che contiene al suo interno cristalli, a cui talvolta, forse, si può accedere in solitudine di Margherita Levo Rosenberg.
? Ovvero, per adesso, semplificando in molti vissuti difficili poi ricondotti nell'ambito artistico in modo vivibile,vi e' un correlato omosessuale, applicato eroticamente o no non importa,ma che dipende dal "non aver goduto di una madre sufficientemente buona" sempre per dirla alla Winnicot, per cui l'omosessualita', cosiddetta in modo riduttivo,discende dalla necessita' in primis di averne un feticcio autointerpretato come faceva il Ligabue a cui le donne piacevano non poco in senso adulto del termine, comunque non vi son prove che nella pratica Michelangelo "perdesse tempo"in simili "diletti" visto il suo tipo di carattere, quantomeno vi perdesse tempo a parte altre considerazioni, quindi secondo l'analisi della Magherini si puo' desumere che la Pieta' in San Pietro, espressione narcisistica, viene fatta in un momento in cui senza alcuna introspezione di ordine psicologico il grande scultore sublima il suo difficile vissuto in modo per lui mirabile(e per molti dire),anche se non e' per nulla detto che l'opera piu "buona" di Michelangelo sia per l'appunto quella di cui stiamo parlando ma suscita "buone"emozioni al grande pubblico e non spinge ne' verso un'introspezione inquietante (fornendo ,sia nell'immediato che nello studio piu' puntiglioso,un'emozione per l'appunto inquietante come la Rondanini ,ne' e' di difficile interpretazione plastica.
E poi c'e' l'incontro con Vittoria Colonnaritratto,donna magari di caratteristiche anche virileggianti come dice la Magherini ,ma per nulla di spiacevole aspetto e quindi miglior "feticcio"di uno perfetto idealizzato ma autoreferente e quindi portatore pure di uno stato di angosciosa solitudine,non e' piu' solo e puo' affrontare il pesante fardello.Michelangelo finalmente puo' veder meglio entro di se' il sostrato della "furia" che lo sospinge nella sua opera.

Vittoria Colonna, disegno di Michelangelo
Ed allora come descrive Simona Argentieri puo' cominciare a togliere gli "orpelli",quasi un attacco vandalico,"orpelli" ,(cosi' visti da lui in quel momento),della perfezione plastica,legati alla visione narcisistica,per affrontare quello che lui ha sentito realmente nel suo rapporto con l'oggetto d'amore Primario individuandosi, quindi, come parte non frontale, apparente,ovvero solo per chi vuol guardare nella sua interezza, in un Cristo macilento ma potente che si vuol caricare sulle spalle il fardello di una Madonna non che non lo sostiene, cioè un reparto della mente che e' adesso elaborabile e simbolicamente rappresentabile come si evince sia dall'analisi della Argentieri che della Magherini relazionato al suo difficile vissuto, nello specifico nel suo rapporto materno, in grandi linee, fenomeno noto nella psichiatria e causante poi danni notevoli,una vera o quantomeno sentita con dei dati di fatti inversione di ruoli nel problema,detto molto all'ingrosso,della Holding.
riferimenti per discorso Duchamp
[1] [2] [3] [4] Rose Sélavy, 1921;universita' Bergamo
https://www.gigarte.com/admin/?p=biografia&a=form_biografia

IPOTESI SULLA PIETA' RONDANINI:


























Il caso della Pietà_Rondanini,alcune ipotesi

Confrontiamo la vista frontale dell'opera di Michelangelo con la vista laterale, osservando l'opera si nota si ha un'impressione che sia quasi il Cristo a sorreggere la Madonna, ricordando in qualche modo alcune sculture con soggetto Enea che trasporta il padre Anchise fuggendo da Ilio in fiamme ,un esempio ne e'la scultura fittile da Pompei I secolo dC e guardiamo anche la ben più conosciuta Pieta' in San Pietro

Pietà
Tralasciamo le considerazioni sul problema del non finito di Michelangelosintetizzate molto brevemente:
«Michelangelo, che fa del non-finito il vero e proprio tema delle sue opere più suggestive e moderne, una per tutte la "Pietà Rondanini", eseguita in più versioni, dove la forma perde contorni e confini, diventa “informe”e lascia spazio da protagonista alla materia, un altro dei grandi temi cari a Michelangelo, che con la materia aveva un rapporto fisico viscerale e sensuale.....»
estratto da articolo di Vilma Toselli

La situazione che si vede raffigurata nella vista laterale e' quella in cui sembra di una situazione in cui il Cristo stia per mettersi sulle spalle la Madonna e non esser da lei sorretto: la positura del braccio della Madonna pare in compressione_spinta per appoggiarsi e non in trazione per sostenere mentre il braccio del Cristo sembra cercar posizionamento sicuro ,per far forza ,allontanando le vesti della Madonna.La posizione che vista dal davanti mostra un Cristo cadente ,vista lateralmente rivela una possibile posizione di ricerca di equilibrio sulle gambe per addossarsi il peso della Madonna. Ed ancora il viso del Cristo suscita un'impressione ben diversa da quella della vista frontale:la visione laterale, forse sottolineata dall'effetto del "non finito", sottolinea un viso quasi dinamicamente rabbioso piuttosto che stancamente rilassato, ovvero la rilassatezza "statica" che si osserva frontalmente, cambia totalmente nella vista laterale in una forte "dinamicità". Nella scultura sembrano quindi rappresentati sia effetti plastici che sentimenti, generatori di tali effetti, ben diversi in relazione al punto di vista sia fisico del fruitore sia mentale dello scultore (vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica)
? In buona sostanza e con gran approssimazione ci si chiede se sia il Cristo che viene sorretto dalla Madonna o sia la Madonna che si accinge ad essere portata dal Cristo?
«..... Attraverso il linguaggio religioso vi è il tema dominante della maternità e della morte e una immedesimazione coinvolgente con il rito del sacrificio. Ma attraverso una lettura psicoanalitica possiamo vedere la crescente esperienza di un sé che esprime fatica ad autosostenersi - né viene sostenuto -, l'incapacità di una holding materna. Gli studi psicoanalitici attuali, e le osservazioni sistematiche della relazione madre-bambino nel contesto familiare sviluppati da Ester Bick»

citazione da
da Graziella Magherini: Psicoanalisi e arte tra emozione e ricerca Michelangelo e il linguaggio degli affetti
Rimarchiamo
«fatica ad autosostenersi - né viene sostenuto -»
in quanto questo tema nelle varie fasi della vita sara' affrontato da Michelangelo in maniera plastica sublimato nelle sue Pieta' passando dal Cristo sostenuto dalla Madonna alla Madonna sostenuta dal Cristo,forse,o meglio dire la Madonna e' un fardello di cui il Cristo-Michelangelo finalmente puo' affrontare il peso e "portarlo" nell'ultimo alvoro la Pietà_Rondanini.
Altresi' si può ricavare dal lavoro succitato che determinate caratteristiche sia di vita che di stile nella scultura son correlate alla sua difficile infanzia: l'esser delegato il suo allevamento ad una balia, sorella di un cavatore di marmo che poi diverrà localmente uno scultore riconosciuto),la reintroduzione nell'ambiente familiare con la perdita della madre naturale ed il successivo nuovo matrimonio del padre, le due immagini materne a lui care , il successivo difficile rapporto col padre, duro oppositore della scelta di Michelangelo di occuparsi di scultura,considerata a livello i lavoro da manovale dal padre, povero ma di "buona" discendenza,(attualmente ci son dubbi sulla vantata da Michelangelo discendenza da Matilde di Canossa,) Il pensiero di Simona Argentieri nel suo lavoro Creatività, vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica può esser riassunto e semplificato per quanto riguarda la rilevante parte dedicata all' opera di Michelangelo nel confronto fra le diverse versioni della pietà: quella di San Pietro altro non e' che la rappresentazione sulla materia dell'io dello scultore coincidente con lo stesso ideale di io che l'artista si e' prefigurato, a quel tempo, per Michelangelo la rappresentazione della bellezza del corpo umano doveva ricondurre l’anima di chi crea e di chi guarda al divino}}(testualmente dal lavoro dell' Argentieri), ciò rappresenta un narcisismo non in conflitto con altri modi di sentire, per cui non sono visualizzabili nel "trasformato" sul marmo dati che riportino ad un conflitto interno sulla tematica madre_figlio,sublimata nel rapporto Madonna-Cristo.
Torniamo a Graziella Magherini
«È stato scritto che Michelangelo ammirasse Vittoria Colonna per le sue qualità virili. Da una parte dunque la richiesta di una holding di tipo materno, dall'altro il richiamo a una dimensione maschile o quanto meno ambigua dell'oggetto d'amore.»
da Graziella Magherini: Psicoanalisi e arte tra emozione e ricerca Michelangelo e il linguaggio degli affetti, fattori estetici virili si possono vedere nelle sinuose femmine della Capelle Medicee e nelle Sibille della Cappella_Sistina ed ancor più nella sensuale ma muscolare Eva del Giudizio_Universale_(Michelangelo),come caratteri femminileggianti si possono osservare nella possente e forte ma "morbida" muscolatura dei nudi maschili sempre delle capelle Medicee, per converso.



Giudizio Universale ,Eva
? col termine holding viene il sostegno sia fisico che psichico dato a soggetto che non è ancora capace di applicare le sue funzioni psicofisiche in modo da affrontare i problemi della vita autonomamente
Donald_Woods_Winnicott fissa tre parametri mediante i quali si puo' definire o meno una "madre sufficientemente buona" , holding, handling e object presenting. Handling e' la caratteristica relativa all'accudimento "spicciolo", ovvero pulizia cura e gesti affettivi durante queste operazioni, object presenting consiste nella capacità materna di rendere disponibile l’oggetto di cui il bambino abbisogna quando e' maggiormente utile per la sua formazione-crescita cioè né troppo presto né troppo tardi. A questo punto colleghiamo la carenza di Holding avuta da Michelangelo,secondo la Magherini,la sua cosiddetta Omosessualita' e l'evoluzione nella sua vita della Pieta'. E' necessario compiere un salto di alcuni seccoli e farci alcune domande su due grandi artisti che non erano omosessuali ma avevano usi ritenuti strambi come il travestitismo:Antonio_Ligabue e Marcel Duchamp il secondo e' singolare che scriva sul suo arciusato nella critica orinatoio,anche a sproposito, il termine mutter e si costruisca un alterego ,travestendosi inoltre,di nome Rosa,alter ego ovvero Rose Selayil primo intervistato in televisione vestito da donna dice chiaramente che la necessita' di figura femminile, che non ha, lo porta a conciarsi cosi'(visione ben "ridicola" se non fosse "tragica"), in quanto interpretando la donna mancante tramite i vestiti tenta di lenirne la mancanza.

«Nel 1900 viene affidato ad una coppia di svizzeri tedeschi; non verrà legittimata la sua adozione, ma il bambino si legherà moltissimo alla matrigna, con un insolito rapporto di amore e odio»
da biografia di Antonio Ligabue
Per Marcel Duchamp la lettura in chiave psicologica del "Grande Vetro", ritenuta una fra le sue piu' riuscite opera ,rivela una confusione fra rapporti parentali ed amorosi nel senso erotico, nei confronti della sorella, ben risaputi nel suo giro, e non applicati per quanto se ne sappia, la stessa analisi del grande vetro nel particolare della macinatrice di caffe' rivela, probabilmente stati confusi ivi ben precedenti all'esplicazione di amore erotico.
Di esempi nel mondo artistico ce ne sono innumerevoli, riconducibili a simili tematiche di vissuto,e quindi torniamo al poetico asserto talvolta esprimere con l'arte, come talvolta il sasso che contiene al suo interno cristalli, a cui talvolta, forse, si può accedere in solitudine di Margherita Levo Rosenberg.
? Ovvero, per adesso, semplificando in molti vissuti difficili poi ricondotti nell'ambito artistico in modo vivibile,vi e' un correlato omosessuale, applicato eroticamente o no non importa,ma che dipende dal "non aver goduto di una madre sufficientemente buona" sempre per dirla alla Winnicot, per cui l'omosessualita', cosiddetta in modo riduttivo,discende dalla necessita' in primis di averne un feticcio autointerpretato come faceva il Ligabue a cui le donne piacevano non poco in senso adulto del termine, comunque non vi son prove che nella pratica Michelangelo "perdesse tempo"in simili "diletti" visto il suo tipo di carattere, quantomeno vi perdesse tempo a parte altre considerazioni, quindi secondo l'analisi della Magherini si puo' desumere che la Pieta' in San Pietro, espressione narcisistica, viene fatta in un momento in cui senza alcuna introspezione di ordine psicologico il grande scultore sublima il suo difficile vissuto in modo per lui mirabile(e per molti dire),anche se non e' per nulla detto che l'opera piu "buona" di Michelangelo sia per l'appunto quella di cui stiamo parlando ma suscita "buone"emozioni al grande pubblico e non spinge ne' verso un'introspezione inquietante (fornendo ,sia nell'immediato che nello studio piu' puntiglioso,un'emozione per l'appunto inquietante come la Rondanini ,ne' e' di difficile interpretazione plastica.
E poi c'e' l'incontro con Vittoria Colonnaritratto,donna magari di caratteristiche anche virileggianti come dice la Magherini ,ma per nulla di spiacevole aspetto e quindi miglior "feticcio"di uno perfetto idealizzato ma autoreferente e quindi portatore pure di uno stato di angosciosa solitudine,non e' piu' solo e puo' affrontare il pesante fardello.Michelangelo finalmente puo' veder meglio entro di se' il sostrato della "furia" che lo sospinge nella sua opera.

Vittoria Colonna, disegno di Michelangelo
Ed allora come descrive Simona Argentieri puo' cominciare a togliere gli "orpelli",quasi un attacco vandalico,"orpelli" ,(cosi' visti da lui in quel momento),della perfezione plastica,legati alla visione narcisistica,per affrontare quello che lui ha sentito realmente nel suo rapporto con l'oggetto d'amore Primario individuandosi, quindi, come parte non frontale, apparente,ovvero solo per chi vuol guardare nella sua interezza, in un Cristo macilento ma potente che si vuol caricare sulle spalle il fardello di una Madonna non che non lo sostiene, cioè un reparto della mente che e' adesso elaborabile e simbolicamente rappresentabile come si evince sia dall'analisi della Argentieri che della Magherini relazionato al suo difficile vissuto, nello specifico nel suo rapporto materno, in grandi linee, fenomeno noto nella psichiatria e causante poi danni notevoli,una vera o quantomeno sentita con dei dati di fatti inversione di ruoli nel problema,detto molto all'ingrosso,della Holding.
riferimenti per discorso Duchamp
[1] [2] [3] [4] Rose Sélavy, 1921;universita' Bergamo