Opera Casa Zoja Ermanno Benito Natalia

acrilico su tela, Ermanno Di Sandro, 2023

€ 30.000,00
Disponibile

IL (NEO) CUBISMO NELL’ARTE DI ZOJA SPERSTAD

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ErmannornDi Sandro

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(NEO) KUBISME I KUNSTEN Å ZOJA SPERSTAD

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ErmannornDi Sandro

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     L’Artistarnrusso-norvegese (russa di nascita, norvegese di adozione e per scelta di vita)rnZoja Sperstad, pittrice rigorosamente figurativa a caratura internazionale, piùrnvolte recensita su pubblicazioni e riviste specializzate, giornali anchernon-line e quotidiani di tutto il mondo, cui il critico d’arte e d’architetturarnProf. Arch. Ermanno Di Sandro ha pensato bene di dedicare ben 6 pubblicazionirnsapientemente illustrate di cui 2 cartacee tra cataloghi e monografie, si starndedicando da alcuni mesi alla realizzazione di una serie di 20 opere inrnacrilico su tela dedicate alla NewrnNational Opera House di Oslo, città dove si è trasferita dalla fine dirnsettembre 2023, precisamente dal giorno 26, ironia della sorte lo stesso in cuirnsi spegneva la madre del suo critico di riferimento su nominato.

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     L’uso emozionale del colore è alla base delrnsuo processo creativo. Tra i temi della sua opera pluridecennale figurano irnlegami tra arte e fede ortodossa, la ricerca di antiche identità culturali, ilrnconfronto diretto e indiretto con la scultura classica e, ultimamente, baroccarne del Barocco Romano, la sua personale visione quasi ossessiva della bellezzarnsublime, una ricerca della bellezza mai fugace o temporanea, bensì una bellezzarnsuprema sempre presente da quandorniniziò sin da bambina a dipingere e a disegnare. Altri temi di Zoja Sperstad sonornla bellezza interiore che si riversa e rispecchia su quella esteriore edrnestetica della donna, la ritrattistica quasi esclusivamente femminile e di teste coronate, le icone religiose, irnpaesaggi incontaminati norvegesi soprattutto di Eggedal e della Valle deglirnArtisti, le nature morte, gli studi tipologici e psicologici del colore, e viarndiscorrendo. Si è anche cimentata magnificamente nella foto d’arte e in piccolirnoggetti di design, e la sua creatività sembra inesauribile nella continuarnricerca ed espansione culturale del suo essere artista e Donna di cultura.

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     Adesso larnNostra sta sperimentando un nuovo, audace linguaggio, in particolare su unarntela di grandi dimensioni, frutto dell’assemblaggio di altre 3. Trattasi delrnsuo processo iniziale di transizione al Cubismo… Quella di Zoja è una nuovarnforma di Cubismo, una sorta di Nuovo Cubismorno Neo Cubismo senza cubi tra arte ed Impressionismo e con contaminazioni espressioniste.  E’ sicuramente un Neo Cubismo di tipo “formativo”, e potrebbe costituire e dare vitarna una nuova corrente contemporanea i cui colori sono anche un po’ fauves… Ermanno Di Sandro ed il suo entourage sono raffigurati nel quadrorndella Sperstad davanti alla New NationalrnOpera House di Oslo e di fronte alla baia del fiordo omonimo.

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     Per Zoja Sperstad, per suo temperamento, vige semprernpiù il detto secondo il quale colui chernguarda sempre oltre è capace di percepire le cose prima che accadano. Zojarnguarda oltre creando la sua personale avanguardiarndi tipo figurativo, il suo personale NeornCubismo senza cubi. Occorre vivere - dice Zoja - in maniera creativa erndevota amando chi ci salva, ovvero i nostri mecenati che ci aiutanorneconomicamente diffondendo e acquistando la nostra arte, soprattutto promuovendola!

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     Ma affermarnanche che lo scopo del suo essere un’Artista universale è salvare l’armoniarndella natura umana… Ciò dimostra che le proporzioni del corpo vannornassolutamente rispettate. Il suo cubismo è diverso, perché il mondo dev’esserernsalvato dalla distorsione della natura umana: questo è sempre stato l’obiettivorndi tutti gli scienziati! Dice anzi supplica quasi di non abbandonarsi arnpensieri e tentazioni viziose, per esempio nel comunicare con persone vuote,rnpigre, perverse e piene di vizi, che mirano solo a usare e manipolare personernintelligenti, insultandole e implicitamente denigrandole. Fa notare che occorrernsoddisfare i bisogni umani in maniera morale, senza facili tentazioni ornperversioni! Inoltre le persone - secondo Zoja -  non dovrebbero sprecare il loro prezioso ernridotto tempo in sciocchezze e cose vacue e senza senso.

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     Il grandern(nonché contraddittorio) Pablo Picasso solo verso il tramonto della sua lunga ernfertile vita lavorativa, creativa ed espressiva nel campo artistico ricominciòrna disegnare e dipingere nuovamente il ritratto classico rispettando lernproporzioni e l’armonia della natura. L’armonia della natura è il motto dellarnvita creativa di Zoja Sperstad e del suo essere al mondo, ed ella non amarnsperimentare cose insulse o stupide con il suo elevato bagaglio e livello dirnconoscenze e talento. Per Zoja il Cubismo è solo e unicamente uno sfondorndell’armonia umana ed è consentito solo come decorazione e architettura inrnnatura! Il corpo ed il viso umano sono bellezza eterna e standard di moralità,rnper salvare il mondo che va alla deriva… La sua armonia di vita è la stessa suarnvisione dell’arte, perché coincidono pienamente: ella non ama ripetere l’arterndegli altri, ma sviluppa sempre le sue esigenze di espressione in manierarnindipendente e personalissima, senza intermediazioni o osservazioni esterne,rneccetto quelle del suo critico d’arte Ermanno Di Sandro, l’unica persona alrnmondo che riesca a comprenderla pienamente, senza filtri, mediazioni o “orpelli”rnvari.

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     Lo scoporndi questo suo nuovo dipinto è ammirare e far ammirare all’osservatore il cubismo in architettura in un luogornspecifico: la Baia di Oslo, vivace capitale anche culturale della Norvegia, larnquale purtuttavia necessita di una visione anche classica, ma pur semprerninnovativa, dell’arte. I ritratti raffigurati nell’opera sono pochi, ma inrncompenso li userà in gran numero per gli altri dipinti dell’innovativo (e mairntentato prima da nessuno) Progetto dal titolo New National Opera House di Oslo.

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     Ma qualernrisulta essere la genesi dell’opera in questione, chi e/o quale circostanzarnl’hanno ispirata?

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     Si erarnsvolta nei giorni immediatamente precedenti a Teano, non lontano dalla Reggiarndi Caserta, dunque in Italia, una mostra dedicata al linguaggio artistico dirnPablo Picasso reinterpretato dagli studenti dell’Accademia delle Belli Arti dirnNapoli. La mostra era stata anche visitata dal critico d’arte Prof. Arch.rnErmanno Di Sandro, il quale sull’onda dell’entusiasmo aveva inviato più fotorndescrittive della cerimonia inaugurale del 4 dicembre 2023 all’artista russo-norvegesernZoja Sperstad, sua artista di maggior riferimento residente per l’appunto arnOslo, la quale, ispirata dalle predette foto e dall’immagine nonchérngigantografia di Picasso che accoglieva i visitatori della kermesse, aveva incominciatornsubito a mettersi anche lei “all’opera” dedicandosi alla realizzazione di unrngrande quadro di notevoli dimensioni, su suggerimento dello stesso critico.

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     La tela,rnassolutamente audace e innovativa, sarebbe stata costituita da almeno 4 telernminori che sarebbero state assemblate nelle esposizioni future per poi esserernnuovamente smontate per permettere lo spostamento dell’opera presso le galleriernd’arte, esposizioni, mostre, vernissage e pinacoteche, almeno questo nellernintenzioni del Di Sandro e della stessa Sperstad.

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     Si farnpresente che i soggetti rappresentati nella tela saranno in definitiva lornstesso Picasso, Zoja Sperstad, Ermanno Di Sandro (contemporaneamente accanto arnPicasso e ripreso “di profilo” su sua esplicita richiesta) e altri due amicirndella pittrice, l’editore-fotografo Benito Vertullo e l’attrice-cantanternNatalia Simonova, ovvero il gruppo di lavoro con cui l’Artista ed il suorncritico collaborano brillantemente già da qualche mese.

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     La granderntela apparterrà ad un ciclo di 20 opere tutte ispirate alla New National OperarnHouse di Oslo, ma anche al balletto, agli attori e protagonisti dellernrappresentazioni teatrali, ed al suo encomiabile ed instancabile gruppo dirnlavoro. Zoja sa benissimo che oggi la pittura è anche lavoro di squadra, perrncui non basta realizzare una tela, ma occorre ispirarla, fotografarla,rnrecensirla, pubblicarla, spiegarla, rappresentarla, esporla, teatralizzarla, immaginarla a volte comernfosse il fondale di un’innovativa scena teatrale…

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   ZojarnSperstad ha inoltre esposto ultimamente a Roma 46 sue meravigliose opere anchernispirate alla Roma Barocca con un vernissage di grande impatto dal titolo: “ZojaRomArt”rn- Un tuffo nella Roma Barocca di Zoja Sperstad, ovvero un progetto espositivo fuori dagli schemi per la “Stella Polare dell’Arte” lungo irnsentieri del suo immaginario nella CittàrnEterna.

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     L’Artista ha infatti esposto dal 31rnottobre al 9 novembre 2023, con vernissage il 1° novembre, presso larnprestigiosa Medina Art Gallery, Via Angelo Poliziano, 32-34 – ROMA; trattasi dirnun’Artista russa, naturalizzata norvegese, nonché di una pittricernorgogliosamente figurativa a caratura internazionale, sicuramente una grande ernrara personalità del mondo dell’arte. L’artista è donna dalle capacitàrnartistico-compositive strabilianti, piena di inesauribili risorse creative, dirnfertili esperienze dovute al suo vissuto e ai suoi studi filosofici nonchérnriflessioni etiche e artistiche sulle sorti del mondo. La Sperstad è anchernDonna di pace e armonia, che porta sempre con sé un chiaro messaggio ernun’innata visione di libertà da tutte le guerre e conflitti che a nulla portanorntranne che ad un’insensata devastazione materiale, fisica e psicologica.

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     Zoja Sperstad harnrecentemente considerato Roma, prima di quest’ultima esperienza cubista senza cubi, al pari di unarnmeravigliosa e straordinaria quanto dinamica scena artistica, un proscenio perrnil mondo intero, soprattutto quando si parla della Roma Barocca… La città eternarnè il centro metafisico ed il prestigioso sipario della nostra civiltà, ne è ilrnnaturale palcoscenico, e può ancora oggi salvare tutte le culture del mondo,rnsoprattutto quelle del mondo occidentale attanagliate da una grave crisi dirnidentità.rnPresso la Medina Art Gallery ha esposto con un vernissage figurativo di grande impatto quadri ispirati – tra glirnaltri - anche alla meravigliosa Roma Barocca, quella di Gian Lorenzo Bernini erndi Francesco Borromini, quella dei grandi papi e delle importanti famigliernnobiliari, a volte però con interessanti suggestioni di tipo metafisico, ma anche alla Roma imperialerned al classicismo raffinato del sommo Antonio Canova e di Giuseppe Valadier. E’rnin dialogo costante e quasi giornaliero – per sua libera scelta - con il suo onnipresente critico d’arte Ermanno DirnSandro, delle cui opinioni accetta arndistanza (ben 2.400 chilometri) suggerimenti e spunti per il rinnovorncostante del suo già ricco lessico iconografico-figurativo, non accettandornaltre risorse che non siano le proprie essendo pienamente consapevole della suarnforte personalità e capacità linguistiche, semantiche ed esecutive.

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     Tornando al dipinto in questione, unrnacrilico su 4 tele per complessivi centimetri 160x140, esso descrive irnpersonaggi testé nominati in quanto figure che non inficiano o disturbanornminimamente i tre edifici principali (sullo sfondo nonché fondo della tela) dell’area interessata da un recente e grandiosornprogetto e processo di riconversione urbana che contraddistingue la zona piùrnimportante e incastonata della baia, il cosiddetto “Oslofjorden” ovvero ilrnFiordo di Oslo. Trattasi della New National Opera House al centro, della DeichmanrnBjørvika che è la biblioteca principale di Deichman, a sinistra, e del MunchrnMuseum a destra, ovvero dei tre principali edifici di Oslo di recentissimarncostruzione, tre grandi opere di architettura “cubiste” che sembrano dialogarerntra loro in maniera perfetta quanto colta e innovativa, unico esempio al mondorndi alta architettura i cui progettisti, forse inconsapevolmente, si sonornispirati all’architettura cubista, una neornarchitettura cubista che di fatto si ispira più al cubismo formativo che arnquello analitico, mentre quello sintetico qui è pressoché inesistente. ZojarnSperstad ed Ermanno Di Sandro si ispirano ed ispirano l’opera a questerngrandiose architetture. Lo sfondo sovrappone alla rampa dell’Opera House ed al blocco architettonicorndel museo dedicato all’opera pittorica di Edvard Munch la nuova biblioteca e ancorarnl’Opera House in un dialogo colto a livello di fughe prospettiche, di colori erndi sovrapposizioni. Il cielo è a sua volta “cubista” nelle sue linee dirnintersezione che ci riportano alle campiture rosse, gialle, blu ma ancherncelesti dell’arte informale e del Neoplasticismo di Piet Mondrian, solo che quirnle linee di contorno non sono perpendicolari come nel linguaggio semantico delrnMondrian, ma triangolari e cubiste per l’appunto, anche piramidali.

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     Sia il cielo che la pavimentazione sonorncubisti e neoplastici al contempo, ed i personaggi rappresentati nelle due telernsuperiori, Zoja Sperstad in costume tradizionale norvegese, Benito Vertullo arnsinistra e Natalia Simonova a destra, fanno da contraltare ai “big” della parterninferiore della composizione, con Ermanno Di Sandro seduto al centro, PablornPicasso cui egli si rivolge con gesto amichevole comodamente seduto a sinistra,rne lo stesso profilo del critico d’arte che sporge dal bordo destro della quartarntela posta in basso a destra, il quale osserva che tutto sia posizionato alrnposto giusto e in armonia grazie al fare artistico ed alla dinamica azionerndella pittrice, contemplativa e dinamica a sua volta nella sua azionerncultural-artistica. Zoja Sperstad lo immagina con riconoscenza – Ermanno DirnSandro - come il grande ispiratore del suo capolavoro, ma i meriti dellarncomposizione d’insieme sono i suoi, di Zoja… Sportivamente nella tela - e nonrnsolo - i due personaggi amano dividersi i meriti al 50%, per il fatto che ilrnprocesso artistico sia costantemente controllato dal critico d’arte secondo unrnnuovo modo del fare artistico.

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     Ovviamente i colori delle tre architetturernsono trasfigurati come già scritto in precedenza, un po’ espressionisti, un po’rnfauves, un po’ impressionisti, in un tripudio di stili e sintesi che lascianornesterrefatti per l’abilità dell’Artista e le sue capacità immaginative. Nernderiva un dipinto-capolavoro di elevatissimo livello, un’opera neppurernlontanamente immaginata da qualsiasi artista degno di questa definizione alrnmondo!  Ma, dulcis in fundo, c’è dell’altro…

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     Nella Baia-Fiordo di Oslo è visibile una grandernscultura in ferro su piattaforma-piedistallo di calcestruzzo cementizio armatornposta giusto al centro, poco distante dal Teatro dell’Opera ma anche dal nuovornmuseo dedicato a Munch, la quale ha ispirato certamente teatro, museo ernbiblioteca: trattasi di una scultura circumnavigabilernvisibile a 360° che trae certamente ispirazione da un celebre quadro romantico,rn Ilrnmare di ghiaccio (in tedesco DasrnEismeer), conosciuto anche come Ilrnnaufragio della speranza, il quale è un dipinto di Caspar David Friedrichrnla cui realizzazione è datata tra il 1823 ed il 1824, attualmente custoditornpresso la Kunsthalle di Amburgo. Pochi lo sanno e molti nemmeno lo immaginano,rnma tal è.

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     ShernLies - questo è il suo nome - è un’opera molto scenografica realizzatarndall’artista italiana Monica Bonvicini che si trova per l’appunto nella baia dirnfronte alla Norwegian National Opera & Ballet. Si tratta dirnun’installazione permanente realizzata in vetro e acciaio, poggiata su di unarnpiattaforma in cemento che galleggiarnsull’acqua. Questa scultura audace quanto avveniristica, certamente d’avanguardia, che rappresenta una sortarndi iceberg che nelle giornate di sole regala riflessi sempre cangianti arnseguito del suo fluttuare, è un’opera davvero bella, singolare, originale.      Trattasirndi un’operarnparticolarissima, di impatto immediato sia per le sue caratteristiche costruttivernche per la forma aguzza, spigolosa, tagliente, sia per la posizione cherncertamente tende ad attirare la curiosità, da qualsiasi punto la si guardi neirndintorni. In una giornata coperta o nuvolosa o con poca luce non harnprobabilmente l’effetto migliore ma è davvero interessante ed apprezzabile dalrnlato artistico ed estetico. Molti turisti inrnvisita ad Oslo apprezzano questa ingegnosa scultura della Bonvicini.
rn     Realizzata in acciaio inossidabile ernvetro, ruota attorno ad un asse in funzione del vento e delle onde ed offrendornspettacolari riflessi di luce senza soluzione di continuità. Rappresenta unarnversione moderna e contestualizzata del dipinto dell'artista tedesco CasparrnDavid Friedrich chiamato per l’appunto Ilrnmare di ghiaccio, e questa sua versionernscultorea moderna è davvero lodevole, facendosi

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piacevolmenternnotare affacciandosi dalla New NationalrnOpera&Ballet, galleggiando sui flutti dell'antistante specchio d'acqua.rn

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     L’installazione permanente She Lies fu presentata alrnpubblico l'11 maggio 2010. L'opera, commissionata da Public Art Norvegia, “galleggia”rncome una vera e propria massa di ghiaccio. Reagendo al cambiamento delle mareerne dei flutti, l'installazione gira attorno al proprio asse e si sposta entro unrnraggio di 50 metri. Gli specchi e i pezzi trasparenti forniscono riflessi inrncontinua evoluzione. La Bonvicini descrisse l’opera come “un monumento a uno stato di cambiamento permanente”. Essa èrnrealizzata in polistirolo, acciaio inossidabile, pannelli di vetro riflettenterne schegge di vetro, e poggia su un pontile in cemento dotato di un solido sistemarndi ancoraggio. La scultura “monumentale”, le cui dimensioni sono (12x17x16)m, èrnuna reinterpretazione tridimensionale del celebre dipinto posta giusto di fronternal Teatro dell'Opera di Oslo

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      Ermanno Di Sandro e Zoja Sperstad hannorntratto ispirazione per dare inizio alla realizzazione della tela poi realizzatarndalla stessa Sperstad, intuendo l'influenza (diretta o indiretta?) di CasparrnDavid Friedrich con la sua opera romantica di una bellezza sublime, ovvero il dipinto DasrnEismeer, sulla costruzione dell'architettura del Teatro dell'Opera di Oslo,rned intuendo il riflesso della spigolosità e drammaticità del quadro di questo grandernartista anche sulle altre due opere prospicienti già menzionate, grazie allernsue linee di contorno spezzate. Inoltre, sulla tela così come direttamenternnelle tre opere di una così elevata architettura si riflette anche il Cubismornrappresentato da Picasso. In questa sua tela così come nelle altre dellarnmedesima serie l’Artista Sperstad intende rispecchiare tutti questi artisti, larnvita dei norvegesi e la storia dell'opera e del balletto di tutto il mondo, nonrnsolo in Norvegia.

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     Questi tre audaci edifici sono “collegati”rntra di loro in uno stile “cubico nonchérncubista” comune, che è simile al primo Cubismo di Picasso ed a quello dirntipo “formativo”, e rappresentano l'architettura più bella della città, larncomposizione per eccellenza in riva al mare nel fiordo norvegese di Oslo: l’OperarnHouse, il Museo Munch e la Biblioteca Deichman Bjørvika, per l’appunto.

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     Fornirò adesso solo alcune informazionirnsui tre edifici summenzionati e reinterpretati dalla Sperstad nel suo straordinariorngrande quadro, che certamente farà la storia dell’arte.

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     DeichmanrnBjørvika è la biblioteca principale di Deichman, la bibliotecarnpubblica del Comune di Oslo. Si trova a Bjørvika, accanto al Teatro dell'Operarndi Oslo. I lavori di costruzione iniziarono nel 2013 per essere completati 6rnanni dopo, nel dicembre 2019. L'apertura della nuova biblioteca prevedevarnl'apertura con le collezioni della vecchia biblioteca principale di Hammersborgrne un'offerta pubblica ampliata il 28 marzo 2020, ma l’inaugurazione furnposticipata a causa della pandemia da coronavirus che iniziava proprio arnpartire dai primi mesi del 2020. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 18 giugnorn2020. La biblioteca ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Biblioteca dell'Anno 2020 dell'Associazione norvegese dellernbiblioteche, ed altri ancora.

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     Tale nuova biblioteca principale di Oslo èrndiventata una sorta di casa per tuttirne l'architettura esprime apertura e uguaglianza, ed ai libri è stato dato ilrnposto di rilievo che meritavano. L'edificio ha una bella materialità ernvolumetria, una forma audace e innovativa, uno sbalzo impressionante rivoltornverso il fiordo, un involucro originale e bello anche quando illuminato larnsera, infine una ricchezza di idee tali per cui è diventato il cosiddetto genius loci della zona del porto. Ilrnpiano inferiore dell'edificio ospita librerie, una sala cinema e un auditoriumrnper 200 persone. Gli ingressi conducono al primo piano, che ospita anche unrnbar/ristorante e una reception. 

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     Il MunchrnMuseet sembra ispirarsi a ciò che diceva e pensava Edvard Munch, ilrnquale non accettava le regole stabilite, lottando contro le contraddizioni, senzarnmai arrendersi. L'edificio è lì, ha una presenza forte, è parte della città. E’rncome se dicesse a tutti che con la sua presenza custodisce l’eredità artisticarnpiù importante della Norvegia, come se la stessa città ed i suoi sognirncollettivi l’avessero reso concreto, unico e inimitabile, con una presenza forte,rngranitica, distinguibile da qualsiasi punto di vista. 

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     La prima pietra del nuovo museo fu postarnnell'autunno del 2016, dopo un lungo e acceso dibattito sia sul design chernsulla posizione. Le polemiche non mancarono, e ancora oggi sono più che mairnvive anche tra gli intellettuali e addetti ai lavori, architetti, ingegneri,rnpaesaggisti, storici dell’arte... 

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     La facciata è pensata per riflettere le condizionirndi luce di Oslo che cambiano costantemente durante il giorno e nelle diversernstagioni dell’anno.

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     La genesi del nuovo edificio si basarnsull'idea di un innovativo museo verticale, dove le funzioni principali sonornorganizzate verticalmente. Alto 60 metri, rivestito in lastre di alluminiornriciclato, traslucido e forato, e con la caratteristica curvatura in alto,rnl'edificio è ben visibile e riconoscibile da tutti i lati e da lontano. Molternsale espositive distribuite su più piani consentono grandi variazionirnnell'altezza e nelle dimensioni del soffitto, in modo tale che sia le mostrernpermanenti che quelle temporanee possano essere offerte e organizzate in unrnambiente ideale.

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     Il desiderio degli architetti è stato chernil pubblico apra gli occhi non solo sull'arte, ma anche su Oslo e sulla storiarndella città, e che l'edificio contribuisca in questo modo a stabilire un forternrapporto tra lo sviluppo urbanistico e urbano della zona e l'arte di EdvardrnMunch.

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     La struttura consente il risparmiornenergetico e la ventilazione naturale nella sua parte dinamica. Inoltre, la facciata che guarda verso est fa sì che sirneviti un rapido riscaldamento nei mesi estivi. Nel complesso molte delle scelternfatte dagli architetti, ingegneri e tecnici si basano su considerazionirnclimatiche e tecnico-impiantistiche.

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     Perrnquanto riguarda invece la New NationalrnOpera House, l’Opera e il Balletto norvegese sonornstati gli utenti finali del grandioso edificio. Essi sono la più grandernistituzione musicale e teatrale della Norvegia. Il loro scopo principale è statorned è quello di essere il produttore nazionalerndi opera, balletto, musica, teatro danza e concerti. Essi con il nuovornsuperbo edificio Intendevano offrire circa 300 spettacoli per 250.000rnvisitatori l'anno. Il Teatro dell'Opera è un luogo di lavoro e di cultura per circarn600 dipendenti provenienti da più di 50 professioni.

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      Il teatro dell'opera, uno degli edificirnpiù riconoscibili al mondo per la sua architettura e posizione in seno allarnpunta finale, ovvero l’incavo estremo della baia del fiordo della capitalernnorvegese, al pari dell’Opera House di Sydney disegnata dall’architetto danese JornrnUtzon, è la realizzazione del progetto vincitore del concorso. Ecco spiegato inrnpoche parole il concetto di base del grandioso edificio. "Il muro dellernonde”: l’opera e il balletto sono forme d'arte giovani in Norvegia. Queste formernd'arte si evolvono in un contesto internazionale. La penisola di Bjørvika farnparte di una città portuale, che storicamente è il punto d'incontro con ilrnresto del mondo. La linea di demarcazione tra la terra "qui" ernl'acqua "là" è una soglia reale, concreta e simbolica. Questa sogliarnsi realizza come un grande muro sulla linea d’incontro tra terra e mare,rnNorvegia e mondo, arte e quotidianità. Questa è la soglia estrema dove ilrnpubblico incontra l'arte.

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     Il bando di concorso stabiliva che ilrnteatro dell'opera dovesse essere di elevata qualità architettonica e dovessernessere monumentale nella sua espressione. Un’idea basilare è emersa perrnlegittimare questa monumentalità: il concetto di insieme, proprietà congiunta,rnaccesso facile e aperto a tutti. Per ottenere una monumentalità basata surnqueste nozioni il gruppo internazionale Snohetta ha voluto rendere l'operarnfruibile nel senso più ampio possibile, stendendo brillantemente fin sullarnsommità dell'edificio un “tappeto” di superfici orizzontali e inclinate. Arnquesto tappeto è stata data una forma articolata, legata al paesaggio urbano.rnLa monumentalità si ottiene attraverso l'estensione orizzontale e non larnverticalità (come nel caso del Museo Munch). La base concettuale del concorso -rne dell'edificio finale - è una combinazione di questi tre elementi: il murornondulato, la fabbrica e il cosiddetto tappeto.rnIl “tappeto”, come si è visto successivamente, è utilizzato anche perrnmanifestazioni pubbliche, cori, incontri della collettività, raduni, appuntamentirnvari anche musicali, e via discorrendo.

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ProfessorrnArchitect Ermanno Di Sandro, Writer and Art&ArchitectureCritic@,

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Decemberrn18, 2023.

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RESOCONTO/ELENCOrnDELLE PUBBLICAZIONI E ARTICOLI RELATIVI A “ROME SOLO EXHIBIT”, VERNISSAGE DI ZOJArnSPERSTAD A ROMA

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  1. MEDINA ART GALLERY: https://www.medinaroma.com/events/zoja-sperstad-rome-solo-exhibit/
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  3. EXIBART: in attesa
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  5. IL TACCO DI BACCO: https://iltaccodibacco.it/en/lazio/eventi/265758.html
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  7. IO ARTE: http://www.ioarte.org/eventi/Mostre/Rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad-3/
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  9. OGGI ROMA: https://www.oggiroma.it/eventi/gallerie/rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad/72475/
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  11. ROME TODAY: https://www.romatoday.it/eventi/rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad.html
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  13. JULIET ART MAGAZINE: in attesa
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  15. LAZIO EVENTI: https://lazioeventi.com/eventi/rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad
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  17. ULTIMISSIMO MINUTO: https://www.ultimissimominuto.com/eventi/lazio/roma/73543/rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad/
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  19. FUNWEEK: https://www.funweek.it/roma/evento/rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad/amp/
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  21. ITALIVE: in attesa
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  23. TUTTI GLI EVENTI: https://www.tuttiglieventi.it/evento.asp?id=68686
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  25. LINEA D’ARTE: https://www.lineadarte-officinacreativa.org/loc/evento/other-rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad/
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  27. GIRA ITALIA.COMhttps://www.giraitalia.com/link__evento/idevento__5816
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  29. ROMACHEAP: https://romacheap.it/arte/42178/rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad.html
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  31. OKARTE: in attesa
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  33. ROMA DAILY NEWS: https://www.romadailynews.it/evento/rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad/
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  35. GIRO PER EVENTI: https://giropereventi.it/evento/rome-solo-exhibit-di-zoja-sperstad-a-roma/
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  37. BEEVENTS: in attesa
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  39. MELOBOX: https://www.melobox.it/zoja-sperstad-rome-solo-exhibit-medina-roma-art-gallery/
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  41. MOVE MAGAZINE: in attesa
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  43. ARTE.IThttp://www.arteit.it/Pages/Events/Mostre.aspx?mode=scheda&id=2700
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  45. INFORMAZIONE.IThttps://www.informazione.it/c/D7109369-BF3A-4B56-899C-CCC23F4FAC38/Rome-Solo-Exhibit-di-Zoja-Sperstad
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  47. NELLA NOTIZIA: https://www.nellanotizia.net/scheda_it_132790_Rome-Solo-Exhibit-di-Zoja-Sperstad-_1.html
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  49. EVENTI MAGAZINE PRAGMA: in attesa
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  51. TUTTO DIGITALE: in attesa
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  53. POINT OF NEWS: https://www.pointofnews.it/ultime_notizie_su_zoja
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BIBLIOGRAFIA DEDICATArnA ZOJA SPERSTAD O CON ALCUNE SUE OPERE RIPRODOTTE

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·        rnErmanno DirnSandro, Zoja Sperstad, l'artista dell'armonia universale e dell'amorernvenuta dal Nord (saggio-catalogo del doppio vernissage di Sanremorndell'8/9 febbraio 2023), Editore Benito Vertullo, 2023 (ISBN 979-12-80541-07-9)rn(in versione digitale)

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·        rnErmanno Di Sandro, Un monumento per Norma. Storia del monumentorndedicato alla più piccola vittima del naufragio dell'Andrea Doria, EditorernBenito Vertullo, 2023 (ISBN
rn979-12-80541-09-3) (in versione digitale)

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·        rnErmannornDi Sandro, Zoja Sperstad - L'Arte e ilrnPensiero della "Stella Polare dell'Arte" venuta dal Nord: Granderninterprete dell’armonia cosmica, della bellezza suprema, della sensibilità erndell'emotività dell'amore, Editore Benito Vertullo, 2023;rnCopertina flessibile (ISBN 979-88-64353-17-2)

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·        rnErmanno Di Sandro, Zoja Sperstad -rnL'Arte e il Pensiero della "Stella Polare dell'Arte" venuta dal Nord:rnGrande interprete dell'armonia cosmica, della bellezza suprema, dellarnsensibilità e dell’emotività dell'amore, Editore Benito Vertullo, 2023rn(DISANDROARTE Vol. 5); Formato Kindle (inrnversione digitale) (ISBN 979-12-80541-01-7)

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·        rnErmanno Di Sandro, “ZojaRomArt”: Unrntuffo nella Roma Barocca di Zoja Sperstad. Un Progetto Espositivo fuori daglirnschemi per Zoja Sperstad – la “Stella Polare dell'Arte”, presso: Medina ArtrnGallery - Roma, Editore Benito Vertullo, 2023; Copertina flessibile (ISBN 979-12-80541-05-5)

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·        rnErmanno Di Sandro, "ZojaRomArt”:rnUn tuffo nella Roma Barocca di Zoja Sperstad. Un Progetto Espositivo fuorirndagli schemi per Zoja Sperstad – la “Stella Polare dell’Arte” – lungo irnsentieri del suo immaginario nella Città Eterna, Editore Benito Vertullo,rn2023 (DISANDROARTE Vol. 6); Formato Kindle (in versione digitale)rn(ISBN 979-12-80541-10-9)

Informazioni generali

  • Categoria: Fotografia

  • Eseguita il: 2023

Informazioni tecniche

  • Misure: 120 cm x 2 cm x 100 cm
  • Tecnica: acrilico su tela
  • Stile: neocubisme
  • Supporto: Ermanno Di Sandro

Informazioni sulla vendita

  • Collezione: Zoja Sperstad , Oslo, Norway
  • Prezzo: € 30.000,00
  • Disponibile: si

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA210235
  • Archiviata il: 20/12/2023

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