POESIA: "IL PIANISTA ESTATICO"

2021

                                “IL PIANISTA ESTATICO”  

 

 

La causa profonda che ha ispirato il poeta Roberto Zaoner nella poesia "Il pianista estatico" è la straordinaria storia e il talento di un giovane pianista giapponese Nobuyuki Tsujii, un pianista cieco dalla nascita, ma dotato di un talento pianistico precoce e straordinario. Tsujii è stato vincitore del prestigioso Concorso pianistico Van Cliburn all'età di soli 10 anni, dimostrando un talento fuori dal comune nonostante la sua disabilità visiva. Il poeta sembra essere profondamente ispirato dalla capacità di Tsujii di suonare il pianoforte con racconto maestria e passione, nonostante la sua cecità. La poesia descrive in maniera vivida l'esperienza estatica del poeta nell'ascoltare Tsujii esibirsi, catturando l'emozione e la spiritualità trasmessa dalla sua musica. Quindi, la causa profonda che ha ispirato Zaoner sembra essere l'ammirazione e l'ispirazione provata di fronte al talento e alla forza d'animo del giovane pianista giapponese non vedente, capace di realizzare vette artistiche straordinarie.

 


 

PREMESSA:

 

 

(Questa poesia è dedicata al talentuoso giovane pianista giapponese, non vedente: Nobuyuki Tsujii, nato il 13 settembre 1988. È stato vincitore della tredicesima edizione del Concorso pianistico Van Cliburn, insieme al pianista cinese Haochen Zhang. Pianista dal talento molto precoce, Nobuyuki è cieco dalla nascita. Già all’età di due anni manifestò la passione per la musica. Si è fatto conoscere all’età di dieci anni, nel 1998, debuttando alla “The Century Orchestra Osaka”. Ha lasciato la sua impronta e stile pianistico negli Usa e in Russia. Solo in Giappone sono acquistabili i suoi cd).

 

 

 

TESTO:

  

 

 

Tra queste note di un pianoforte

lacrime d’emozione voglio

nascondere agli orchestranti.

Le note scorrono beate lungo

le mie vene, linfa del mio

essere, e al loro ritmo scuoto

il mio capo dondolandolo.

 

  

Le dita delle mie mani, mai

tremule, paiono danzare sopra

questi tasti dell’amato mio

strumento, che infonde

sensazioni che non hanno

breve fine.

 

 

Al suono delle note mi struggo

nell’animo e mi commuovo

nell’oscurità che mi è compagna.

Non cupo, mesto e solitario sono,

che da note vaganti nell’aria

ne sono rapito in questo

luogo ove mi esibisco e festoso

nell’animo mi ritrovo.

 

 

Del concerto che eseguo come

solista son sciente e fidente nelle

mie qualità concesse per mano

divina. Baciato da una amabile

entità per la mia un tempo

procellosa cecità, non è più

tormento e nemmeno compassione.

 


M’infonde coraggio e passione

per l’arte. È la mia cara

compagna di vita ombrosa

e il mio corpo è come assurto

e più leggero vibra nell’aria, e

scivolano via penosi turbamenti.

 

  

Pienamente rapito da queste note

sento struggere nell’oscurità

l’animo mio. Nelle brevi pause

rigido rimango su questa seggiola

e con sussiego davanti al mio

piano attendo a martellar

i tasti che note irradianti dalle

corde di questo strumento

rivestono d’emozioni l’intera

sala che nella magica atmosfera

è silente.

 

  

Sublimano ancor più l’anima

mia perché nel buio più

profondo non s’arrende

all’impietoso mio destino

di veder solo ombre. Ma

queste non sono infernali

tenebre perché mi sublimano

note d’amor pieno che non

più mi sfuggono, che

rassegnato non anelo più

alla luce, ma che gravida

ne è da tempo immemore,

col conforto della musica

che amo.

 

 

Forza d’amore e apice di

contemplazione. La

dimensione estatica è vicina

e mi è sufficiente la tua

benevolenza. Mi chiamano:

“talentoso” perché anche se

non vedo non sbaglio una

sol nota e so deliziare chi mi

ascolta, anche se le note non

son mie.

  

 

Non vedo ma sono un esteta,

che il bello lo colgo e lo

custodisco. È parte di me.

Queste note. Questa musica.

Il sublime è tangibile. L’aria

ne è pregna e m’immergo

teneramente al suono dolce e

avvolgente d’eternità in

questa sala all’ascolto di

note seducenti che rubano

l’anima pure a un bambino

per consegnarla ancor

più pura.

 

 

Vedo la luce in fondo al mio

animo che nella sua sensibilità

si scontra con la sublimazione.

Non vedo voi orchestrali che

mi seguite mentre i martelletti

dei tasti di questo mio pianoforte

battono sulle corde e m’investono

di sensazioni che per voi forse

sono sconosciute. Voi non vedete

ciò che io vedo.

  

 

La mia fronte è pregna di

sudore e dolcemente c’è chi

me l’asciuga. E alla fine di

questa mia esibizione, a me

e a voi che mi accompagnate

con i vostri strumenti, lunghi

applausi dal parterre di

questo teatro a me tanto caro.

 

  

Il concerto è finito. I miei

pensieri sono volati nell’aria

mentre mi esibivo. Note

che mi avvicinano alla catarsi

della mia unicità e con essa

ho più respiro, e l’oscurità

la vivo come un ricordo

recondito e lontano.

  

 

Non darei il mio talento

in cambio della vista. Quando

suono per me è luce e la vista

è dentro il mio animo. Estasi

feconda, amica di me ignaro

pianista che la vista non

conosco, ma mi è cara la luce

che è dentro di me e diventa

mia grata compagna ad

infondermi coraggio e s’insinua

nella passione per la musicale

mia arte a navigar in un mondo

d’oscurità labirintiche ed esibirmi

festoso nell’animo.

 

 

Ti sarò compagno fedele, o mia

feconda estasi, e la purificazione

dell’anima mia l’avrò come

un tuo amorevole retaggio

che sempre discernerò. Sarò

il tuo pianista estatico, e il

tuo amore per il talento che

mi hai donato lo custodirò

gelosamente nell’eternità

del tempo.

 

 

 



Roberto Zaoner

(Prima stesura: mattino del 26/04/2021

Seconda stesura: 02/05/2021

Terza e ultima stesura: mattino del 03/05/2021)

 

 

Informazioni generali

  • Categoria: Poesia
  • Eseguita il: 26 aprile 2021

Informazioni sulla vendita

  • Disponibile: no

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA220206
  • Archiviata il: 04/11/2024

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