POESIA: "LE MEMORIE - IL QUADERNO NELLA POLVERE DEL TEMPO E PALLIDO COME L'AMBRA"
2021
LE MEMORIE - POESIA: “IL QUADERNO NELLA POLVERE DEL TEMPO E PALLIDO COME L’AMBRA” Il background che ha ispirato il poeta Roberto Zaoner a scrivere "Il quaderno nella polvere del tempo e pallido come l'ambra" è decisamente un tributo e un omaggio alla memoria di sua nonna. Alcuni elementi chiave: 1. La poesia è un ricordo e un omaggio alla figura della nonna materna del poeta, una donna di Benevento che ha dovuto affrontare una vita difficile e sfortunata; 2. La nonna ha perso prematuramente il marito, rimanendo vedova e dovendo crescere da sola i tre figli con una modesta pensione; 3. Il poeta descrive la vita dura e i sacrifici della nonna, la sua forza d'animo nel superare le avversità e il suo amore incondizionato verso i figli; 4. Il quaderno, ingiallito dal tempo, con le note per le spese quotidiane, diventa un simbolo tangibile dei ricordi e delle memorie della nonna, una testimonianza della sua vita; 5. Attraverso la poesia, il poeta vuole rendere omaggio e tributare lodi alla memoria della nonna, onorandone la forza, la dignità e l'amore dimostrati nonostante le difficoltà affrontate. Lo sfondo che ha ispirato questa poesia di Zaoner è un sentito tributo e un ricordo personale della figura della nonna, una donna che ha dovuto affrontare una vita segnata dalla sofferenza ma che ha saputo superarla con coraggio e amore. Il "quaderno" rappresenta un legame tangibile con la nonna del poeta e le sue esperienze di vita. È un oggetto fisico che è stato preservato attraverso la "polvere del tempo", fungendo da deposito dei suoi ricordi e delle sue lotte. La descrizione del taccuino come "pallido come l'ambra" evoca un senso di nostalgia e il passare del tempo. L'ambra è una resina fossilizzata che nel corso dei secoli assume una pallida tonalità dorata, a simboleggiare come la vita e le esperienze della nonna siano state preservate e commemorate attraverso questo caro oggetto. Il titolo suggerisce che la poesia sia un omaggio alla nonna del poeta, utilizzando il taccuino come mezzo per onorare la sua memoria e le difficoltà che ha dovuto affrontare nella vita. Il titolo riflette i temi della memoria, della perdita e dell'eredità duratura della vita della nonna, visti attraverso la lente del taccuino logoro che il poeta ora conserva come una preziosa reliquia. TESTO: (ricordando mia nonna; un tributo di lodi e di riconoscenza, omaggiando la sua memoria) Quel tuo viso consunto e quel tuo sorriso amaro, perduto nell’aria caliginosa, triste retaggio della tua amara giovinezza, mi riportava alla coscienza di fanciullo che penava nel vederti tormentata e troppo presto buttata ai venti che piegano pure rami fronzuti di querce centenarie, e l’arboreo tiglio ti sorrideva festante ma non sapeva. Rallegrava la macchia arbustiva delle calde stagioni ove il mare s’insinua in ogni angolo di questa nostra terra di Trinacria e con leggerezza la bacia. L’ama. La mia gioiosa esistenza si scioglieva lentamente nell’averti vicina. Rendevi tristi i miei giorni e i miei pensieri. Un tuo sorriso appena accennato avrebbe fatto sbocciare un fiore anche col freddo implacabile dell’inverno in mezzo a venti impetuosi. L’avrei colto e fatto odorare a te che vedevi solo ombre. Il buio che quatto quatto si avvicinava come un serpente velenifero e strisciante nell’erba secca, e di soppiatto ti ha sorpreso e avvelenato l’anima. Il buio di ombre profonde veloci come saette. Quanta pietà mi facevi… La tua radio era la tua migliore amica. Non poterono rubarti anche l’udito. Gioie negate ancor giovane e piena di vita. Avevi incontrato un uomo: quello della tua vita. Il solo uomo che amasti. E per lui lasciasti la tua amata terra. Tu, figlia di stirpe sannitica e fondatore di terra beneventana ne fu il greco Diomede, guerriero acheo. Terra e glorie avite i tuoi padri del Sannio, pagani, temerari e valorosi d’armi, umiliando i guerrieri romani che ne uscirono sottomessi alla gola di Caudio, flettendosi disarmati e ignudi sotto le forche in segno di rispetto verso i vincitori tuoi avi. Ma un male impietoso te lo rubò in piena fioritura, e l’hai smarrito, giovane e bello com’era. E avrei voluto conoscerlo e ammirare i suoi grandi occhi d’azzurro cobalto, intenso come il colore del mare profondo. E tu in quel colore come gemma preziosa ti sei persa, affondando e perdendoti nei suoi occhi pieni d’amore per te. La perfidia della vita nel gioco del disprezzo e noi, figli suoi, ne siamo vittime innocenti che non meritano la ferocia quando tutto è ancor sereno. E i tuoi pargoletti infanti gai e pieni di letizia ai tuoi occhi sbalorditi. Ma era solo illusione. Era inganno e tu ignara. Nei giorni lucenti, coi raggi di sole da quelle finestre grondanti di polvere e di silenzi, i tuoi figli gioivano con la morte nei cuori per un padre che non c’era più. E tu credevi alle loro ben manifeste gioie. Ma erano inganni. Ascosi infingimenti. Eran tormenti e tristi pensieri ben celati. Mia madre lo ha sempre amato e tu l’avevi obbligata a baciarlo quand’era ancor caldo il suo corpo esanime in una cassa di legno semplice e senza fronzoli. Questo mi svelò mia madre. Il bacio e lo sguardo di bambina verso di lui in mezzo alla memoria perpetua l’accompagnò per tutta la vita. L’orologio del tempo batteva i suoi stanchi rintocchi perduti nell’affanno dei tuoi respiri, e sguardi ammiccanti a una falsa serenità vederli crescere con benevola disposizione d’animo tuo, era il tuo scopo di vita. Poveri adolescenti. Temevano di ferirti con il loro vero animo bruciato per un padre che aveva dato a loro un lesto addio senza ritorno. Ma tu li confortavi col tuo grande amore pur con l’angoscia nel cuore. Da sola ne hai fatti tre guerrieri. I tuoi figli ormai adulti e tu che ne avvertivi i loro olezzi vicini a te. In mezzo alle ostili ombre, spietati lasciti della tua vita, cercavi il loro tepore e tendevi a loro la mano che potevano porgerti con vero amore. Quel piccolo quaderno ben curato e ingiallito dal tempo dei ricordi l’ho davanti ai miei occhi; la nota per le spese del giorno. La nota per una continua battaglia per la vita. Ricordi di travagli che tu hai vissuto in mezzo ai tuoi figli. È ricco di memorie che profuma di carta d’epoca, pallido come l’ambra: nostalgia di un tempo, il profumo dell’ambrosia al passaggio di un dio. È il passato che s’arrende al presente. Le righe di queste pagine come cimeli di eventi gloriosi mi parlano. Come fiori in germoglio me le stringo forti al cuore. Lo senti pulsare? Di questo piccolo gioiello ne farò un racconto e ne scriverò una poesia nella notte dei ricordi, nel mezzo della polvere del tempo e pallido come l’ambra. COMMENTO ALLA POESIA: Questa è una poesia di cui ho voluto tributare un omaggio doveroso a mia nonna, di Benevento, che ha condotto una vita difficile e di stenti economici: una vita sfortunata e che il destino infausto le ha rubato il marito quando lei era ancora giovane e aveva davanti a sé una vita che le poteva riservare un futuro migliore. E invece, rimasta vedova, ha dovuto rimboccarsi le maniche e con una modesta pensione "tirare avanti la baracca" con tre figlioli da accudire. Roberto Zaoner (19/12/2021, rimodulato il 04 e 10/01/2022)
Informazioni generali
- Categoria: Poesia
- Eseguita il: 19 dicembre 2021
Informazioni sulla vendita
- Disponibile: no
Informazioni Gigarte.com
- Codice GA: GA220177
- Archiviata il: 02/11/2024
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