SAGGIO (DISSERTATO): UN AMORE CONTROVERSO

SAGGIO (DISSERTATO):

(di Roberto Zaoner)


UN AMORE CONTROVERSO


Geni come Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Shakespeare, Oscar Wilde, per citarne alcuni, vissero vita dissoluta. Quello che mi ha più colpito fu il grande e appassionante amore di Michelangelo per un giovanotto di 34 anni più giovane di lui. Un amore di differenti e contrastanti interpretazioni. Romano di nascita, aveva il giovane Tommaso De’ Cavalieri un aspetto signorile e distinto nel comportamento e bellissimi tratti del suo volto. A guardarne i ritratti dell’epoca era, in effetti, un bellissimo nobiluomo. Era un aristocratico dai lineamenti del volto molto fini, così viene descritto dagli storici. L’amore di Michelangelo per il nobile Tommaso non aveva quasi confini. Conosciuto nel 1532, si legò appassionatamente a lui. Non sappiamo se il suo amore fu corrisposto.

Gli studiosi moderni affermano che l’amore fu solamente platonico. Tommaso aveva solo 23 anni e l’artista di Caprese ne aveva ben 57. Ma, fosse stato anche platonico l’amore che nutriva il cinquantasettenne Michelangelo per il giovane nobile, è certo che i due furono legati per molto tempo. Dei 300 componimenti poetici del natio di Caprese, ben 30 furono dedicati a Tommaso, e tutti i sonetti erano incentrati sull’amore che Michelangelo nutriva per il giovane. Un sonetto “baco da seta” era fin troppo eloquente, nel quale l’artista s’immagina di essere un tessuto, così da avvolgere il corpo di De’ Cavalieri. E il giovane amato fu presente alla morte dell’artista.

Non sappiamo se l’amore di Michelangelo era corrisposto, o se il giovane nobiluomo nutriva per lui solo devozione e grande rispetto. In una parola, non sappiamo se il suo sentimento era riconducibile a sola venerazione. I contemporanei del Buonarroti fecero osservare la natura omoerotica del contenuto dei suoi componimenti poetici dedicati al giovane Tommaso, tant’è che un nipote del maestro, un certo Michelangelo il Giovane pubblicò, nel 1623, un’edizione di poemetti, per sconvolgere il significato di quelli che erano stati pubblicati dal suo antenato. Molti disegni, alcuni dei quali andati perduti, furono anche a De’ Cavalieri dedicati, tutti di dubbia interpretazione.

Il nobile giovane apprezzava molto i disegni che il maestro gli regalava, tant’è che nel 1562, dovendo il giovane regalare un dipinto “Cleopatra” al granduca Cosimo I, scrisse a quest’ultimo quanto era stato difficile per lui regalargli quel dipinto. Tommaso De’ Cavalieri era molto geloso dei regali (dipinti e disegni) che il sommo artista gli regalava. Michelangelo era così innamorato dell’aspetto del giovane nobile che vedeva in lui un figlio putativo, e lo considerava tale. Lo descrisse come “luce del secolo nostro, paragone per il mondo intero”.
Un disegno “punizione di Tizio e rapimento di Ganimede” richiamano l’attenzione per quello che vogliono rappresentare: entrambi un uomo muscoloso attaccato a un’aquila.

Tizio era figlio di una donna mortale, una principessa, e del dio Zeus. Venne punito per avere tentato di violentare una dea. Venne ucciso, ma la sua punizione non ebbe fine e continuò nell’Ade, dove venne incatenato per l’eternità ad una roccia e il suo fegato, simbolo della passione smodata e dissoluta, venne mangiato da due avvoltoi. La vita di Tizio era dedita alla licenziosità e alla libidine.

Nel rapimento di Ganimede, Zeus desiderava ardentemente il più bello degli esseri umani, che era Ganimede. Si trasformò in aquila per rapirlo o per stuprarlo e farne il suo servitore sul monte Olimpo, il monte più alto della Grecia, dimora di tutti gli Dei e ove risiedeva “il Signore dell’Olimpo” Zeus. Questo dipinto è andato perduto e ne rimangono solo le copie.

Mattino del 07/05/2020
Roberto Zaoner

Informazioni generali

  • Categoria: Poesia

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  • Archiviata il: 07/05/2020

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