L’affermato pittore Giuseppe Oliva commenta la sua partecipazione ad Arte Padova
Si è svolta nel periodo dal 14 al 17 Novembre la fiera Arte Padova 2014, l’importante Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea. Presentate nello stand della rinomata galleria milanese “Milano Art Gallery”, che ha sede in via Alessi 11, le pregiate opere del noto pittore Giuseppe Oliva che si racconta nella seguente intervista:
D: Come nasce l’opportunità della sua partecipazione alla fiera Arte Padova?
R: L’opportunità di esporre all’interno della prestigiosa fiera Arte Padova, nasce da un invito del manager e gallerista Salvo Nugnes, che anche in questa occasione, dopo avermi convinto ad esporre le mie opere sia a Spoleto che a Venezia, ha voluto con grande determinazione che esponessi anche a Padova, una manifestazione di grande stima ed apprezzamento per i miei lavori.
D: E’ la prima volta che espone a Padova nel rinomato contesto fieristico?
R: No, vi ho preso parte nel 2012 sempre all’interno dello stand della Milano Art Gallery ed è stata una esperienza esaltante, che mi ha permesso con le due opere presentate, di farmi conoscere ed apprezzare. La cosa più bella, che per ogni artista è sicuramente la più importante, quale riconoscimento del proprio lavoro, è il ricordo di vedere tante persone, anche straniere, osservare i miei quadri, rapiti dai colori e dalle spatolate.
D: Ci racconta i suoi esordi nel mondo dell’arte?
R: Dipingo ormai da tanti anni, ma il vero salto di qualità, il momento cioè in cui ho cominciato a dipingere in modo diverso e decisamente più completo, è sicuramente quando ho cercato di dare un senso alla mia pittura, non più come trasfigurazione del visibile, della realtà, ma semplicemente quale strumento per far emergere le mie emozioni, sprazzi e momenti della mia vita. Il colore, non più come riempitivo di una forma, ma come parte essenziale e fondamentale delle mie opere. I colori nella loro sovrapposizione e naturalezza, sono gli unici e veri protagonisti di una pittura, che si propone di far rivivere allo spettatore particolari emozioni e lo inducano in qualche modo a pensare, a non limitarsi a osservare e basta, ma ad andare oltre, e cioè ad elaborare dal particolare rappresentato qualcosa di nuovo e di diverso per scrutare meglio e in modo più approfondito la realtà circostante. Ed è stata proprio questa filosofia, che mi ha spinto nel 2009 ad esporre per la prima volta le mie opere in una personale a Varese, che mi ha dato la forza e la giusta energia per continuare e perseverare in questo progetto. Da quel momento si sono succedute altre personali, tra cui quella che mi rimarrà per sempre impressa nel cuore e che non potrò mai dimenticare: quella che con forza e grande ostinazione ho voluto organizzare in Sicilia, nella mia Trapani, con lo specifico intento di riportare i miei colori e le mie emozioni nella terra da cui traggono origine.
D: Se dovesse con una frase darsi una personale definizione come artista contemporaneo?
R: Non è facile rispondere a questa domanda, anche se a dire il vero la risposta in qualche modo potrebbe desumersi da quanto sino adesso ho avuto modo di dire. Potrei considerarmi “un artista informale”, che attraverso il colore e l’intensità delle spatolate, cerca di trasferire allo spettatore le proprie emozioni, scorci della propria vita, che emergono in modo netto ed inequivoco dalla contrapposizione tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, dicotomia in cui l’infinitamente piccolo che è parte integrante del tutto, rappresenta il mezzo attraverso il quale capire ed apprezzare sempre di più la realtà che ti circonda, che è ciò che fondamentalmente dà origine alle nostre emozioni, bagaglio del passato per vivere il presente ed affrontare più forti il nostro futuro.
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