Proserpina
2016Modella Alessia Amato
Recensione a cura di Paola Palmaroli
Proserpina era figlia di Cerere; rapita da Plutone re dell'Ade mentre coglieva i fiori sulle rive del lago Pergusa a Enna, Trascinata via nelle viscere della terra da Plutone insieme con la sua biga trainata da quattro cavalli neri, divenne sua sposa e regina degli Inferi. Dopo che la madre ebbe chiesto a Giove di farla liberare, Proserpina poté ritornare in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all'anno ancora con Plutone. Demetra faceva calare il freddo e il gelo durante i mesi in cui la figlia era assente come segno di dolore, per poi far risvegliare la natura per il ritorno di Proserpina sulla terra. Da qui la nascita delle quattro stagioni che tanta importanza assumono per gli esseri viventi. Questa premessa Tiziana l'ho fatto per descriverti le sensazioni che il tuo ritratto mi ha inviato. La sorgente della vita abita il corpo delle donne, il mito parla di una figlia più che della madre come se la natura si concentrasse su ciò che siamo capaci di creare più che sull'atto stesso della creazione, tutto ciò confermato dalla nascita delle quattro stagioni fondamentali per l'armonia della vita stessa laddove il clima ed il territorio lo consentono. Una visione tutta femminile che è stata messa in discussione da altre filosofie. Il femminino sacro che nel tuo scatto è concentrato nel volto della giovane donna non è solo una fiamma eterna che arde e sopravvive al corpo di una donna, è un groviglio di foglie, è la vita stessa che si riprende i suoi spazi, che cresce dentro e fuori da ogni donna, che è anima e carne allo stesso tempo. Il frutto e non solo il seme da preservare, accudire, proteggere da ogni male. Demetra per i greci, Cerere per i latini, questo voleva far comprendere a Zeus ed a Plutone. La nascita delle stagioni provengono da quell'amore materno sublimato in un'appartenenza che nella primavera e nell'estate trova ancora oggi la sua apoteosi, il suo tempo, il suo spazio, la sua magia, come nel tuo splendido ritratto. Una madre ed una figlia al centro di una leggenda dove la morte cerca la figlia della vita sulla terra, madre natura, per farla sua sposa, dove un dio ha dovuto patteggiare per non far scendere sul pianeta un inverno eterno quanto il dolore di una madre di vedersi strappata via la figlia dalle braccia. Non male come sublimazione di un mito come quello appena descritto, attraverso un ritratto eseguito da una madre che di figlie, guarda caso, ne ha avute due e sa che una alla volta prenderanno altre strade per diventare donne e realizzarsi. Bravissima amica mia.
Informazioni generali
- Categoria: Fotografia
- Eseguita il: ottobre 2016
Informazioni sulla vendita
- Collezione: Taranto
- Disponibile: si
Informazioni Gigarte.com
- Codice GA: GA116739
- Archiviata il: 22/02/2017