Alessandro Mendini - Pluralità
Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea presenta Pluralità, una mostra di opere di Alessandro Mendini, a cura di Flavio Pannocchia (che da lunghi anni collabora con Mendini nella realizzazione di collezioni di design) e in collaborazione con Atelier Mendini.
" Già nel 2004 fui ospitato in questa galleria milanese, in un tandem assieme a Sandro Chia, con una mostra dal titolo “Sandro e Sandro”. Era ed è un sistema di lavori voluto ed elaborato assieme a Flavio Pannocchia, raffinato e preciso coordinatore, cultore ed esecutore di varie importanti collezioni di design. Le opere ora proposte esprimono esperienze virtuosamente svolte con vari materiali e con varie tecniche e artigiani, e appunto l’interesse attribuito a questi concreti fattori è la base su cui poggiano gli elementi espressivi di tali lavori. Diversi sono i moventi e le tipologie delle opere in mostra, grandi e piccole, ma unico è il loro obbiettivo, quello cioè di introdurre l’osservatore verso un poetico mondo di magia, fino a sconfinare nelle maschere preziose dell’argentiere Pampaloni e nelle poltrone di Proust realizzate in marmo di Carrara da Gualtiero Vanelli. Non sculture e nemmeno design, o forse invece entrambi, questi lavori sono esempi precisi di un metodo artistico che da tanto tempo perseguo, anche assieme a Flavio, nel vasto scenario delle ricerche multidisciplinari. Lavori che hanno trovato anche spazio e ospitalità nel parco delle sculture di Giuliano Gori alla Fattoria di Celle, accanto a Pistoia. La connivenza e l’empatia formatasi fra me e Flavio sono allora il senso e l’essenza di questa mostra, il cui titolo PLURALITA’ vuole esprimere l’ampiezza dei temi che spesso trattiamo assieme." (Alessandro Mendini, dal catalogo della mostra)
Le opere appartengono a periodi diversi nella produzione di Mendini, e sono realizzate in materiali, tecniche, e dimensioni molto diversi tra loro. Volutamente non parliamo di oggetti di design, in quanto ciò che è esposto in mostra, sia che si tratti di dipinti sia che si tratti di oggetti, non si può dire che abbia una funzione pratica, ma piuttosto rivela un'idea di arte in cui si intrecciano modelli di ispirazione letteraria (Proust, Marinetti) e pittorica (Balla, Depero), grande amore per l'artigianalità, i materiali, le tecniche, una sottile vena di ironia, uno sguardo capace di svelare la magia e l'incanto.
Queste opere dimostrano "che è bello un lavoro che si traduce in un'opera fine a se stessa al di là di qualsiasi obbiettivo. E che esistono spazi ricchi di possibilità nelle zone intermedie fra arte, artigianato e design, al di là dei loro recinti istituzionali. E che le tecniche, i loro strumenti e la loro conoscenza non sono solo dei mezzi, ma sono una essenza dell'invenzione delle cose".
Così, le sedie non servono a sedersi, perché rivelano già nel nome, "Scivolavo", che con esse si può solo giocare come fanno i bambini. Le maschere non servono a coprire il volto, ma sono piuttosto ritratti "duri, metallici e polimaterici, contorti ed espressionisti" che Mendini dedica ai suoi amati futuristi, un "omaggio alla loro aberrante genialità e al loro sogno di dominare l'universo con i loro colori e segni violenti". Il Monumento perde la sua aura di solennità diventando un "Monumentino" e per di più "craquelé", screpolato, monumento alla fragilità delle cose. La Poltrona di Proust (in mostra la Proust Korea, di cui esistono solo due esemplari con il tessuto in seta realizzato da un laboratorio artigianale di Seul) è un "redesign", che utilizza un oggetto già esistente, kitsch, una struttura finto antica, e più che servire a sedersi diventa il memento di una concezione del tempo, diventando uno di quegli oggetti che sono in realtà "miraggi energetici adatti a ambienti meditativi e irreali". Alcune di queste opere, come il Monumentino Craquelé e le Stelle di Celle sono opere nate dalla collaborazione tra Mendini, Flavio Pannocchia e il collezionista Giuliano Gori, che da trent'anni a Celle, vicino Pistoia, accoglie, nel parco della Fattoria di Celle i più grandi artisti contemporanei perché interagiscano con la natura e le architetture.
La mostra presenta poi i dipinti di Alessandro Mendini che, come gli oggetti, si pongono "come comunicazione, come testimonianza sentimentale. La motivazione del dipinto non sta nella sua efficienza, la sua "bellezza" consiste tutta nell'amore con cui esso viene proposto, nell'anima che esso contiene".
Il catalogo, a cura di Flavio Pannocchia e Silvia e Ettore Guastalla contiene vari testi di Alessandro Mendini.
giovedì 16 novembre 2017
Via Senato, 24 - Milano - Milano - Italy
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