DONAT CONENNA (critico d'arte)
Stefania Marchionni non conosce le linee rette.E pur senza l’uso di tratti brevilinee conduce segmenti e colore,assolutamente autonomi,in quella sorta di terra di nessuno,che è poi la terra di tutti,che si chiama osmosi.Sulla sua tela si crea l’effetto R, cioè il ritrovamento identificativo del punto d’incontro tra realtà geo-metrica e astrazione modulata.E una lettura -per quanto subitanea-delle opere di Stefania Marchionni,porta a questi assunti particolari del mondo di frontiera tra idea e fantasia,dove l’artista ci porta-assume una valenza captativa(cioè di quanto si legge,rispetto a quanto si vede nell’opera)assolutamente non traducibile con la definizione che di getto si vorrebbe dare alle opere.
Astrazione,certo,ma anche simbolo,gesto.I dipinti di Stefania Marchionni hanno l’aspetto ideografico”della visibilità di sintesi”,per citare Gillo Dorfles nelle sue analisi sulla percezione visiva.E mai termine osmotico fu piu consono: la sintesi della visibilità,in contesto floreale musicale.In Francia li chiamano musicalistes,da noi ideo-grafia,scrittura del pensiero e del pensare.Fatto compiutamente ideo-grafico(lo dice la parola stessa)la distesura si avvale di queste “convergenze parallele” di narrazioni gestuali e cromie, che a giuoco di percezione visiva ultimato,ad “ effetto R “ raggiunto, offrono le sensazioni del sorvolo di un areale “d’idee “.