Simboli religiosi e vaticinii (dedica a G.Bruno)
Lo sberleffo
(da "Il candelaio" di G. Bruno - atto II scena V)
Ci pensa un tipo tosto
additato per essere Nolano
a ravvivare il serale nostro
con parabola di prima mano.
Tutto ha avvio con la decisione
presa proprio in modo sano
da un somaro e l'amico suo leone
di guadar due volte il Garigliano.
Tanto vale il pellegrinaggio
andata e ritorno senza finir male
che è gia cominciato il viaggio
di avvicinamento alla Capitale.
Al primo dei passaggi a nuoto arrivati
il leone in groppa al somaro sale,
unghie e denti bene piantati,
con fatica resiste il povero animale.
Al ritorno come da trattato
tocca a far da barca al leone.
Il somaro stringe il morso affilato
e conficca l'unico suo unghione.
Il prodotto di frugare in tal maniera
da un dolore assai cocente
mettendo a dura prova questa prima fiera
dal prolungare dell'altrui fendente.
E' chiaro che quel che duole
del sacrificio è il destinato.
Anche se l'equino qui lo vuole
tutto l'eccesso non verrà sanato.
Se con 'sta storia si avesse profetato
che il somaro finito ha di sopportare?
Semmai arriverà il tempo ben dotato
che sua maestà si cominci a preparare.
La dolorosa stretta e le feroci unghiate
che trafissero tra gli altri anche il G. Bruno
saranno di natura le prime ricambiate
a partire dallo sberleffo di qualcuno!
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