LIGHT AND SHADOWS
“Luce” e “ombra” sono elementi alla base di moltissime opere d'arte. Fondamentali in fotografia (il termine, infatti, letteralmente significa “scrivere con la luce”), possono diventare protagonisti anche in dipinti, illustrazioni e sculture, creando contrasti – visibili e/o simbolici – che rendono le opere uniche e originali.
Partendo da un elemento basilare quanto incolore, come la luce (o dalla privazione di esso), gli artisti proposti in questa mostra espongono i risultati di ricerche stilistiche e concettuali e di esperimenti, seguendo ognuno la propria indole e sensibilità. Provenendo i partecipanti da diversi Stati e continenti, è nata un'esposizione molto varia, che presenta le interpretazioni più soggettive e inaspettate.
Flavio Tecchio, Davide Vezzola e Adriano Ficarelli scelgono il mezzo forse più immediato per raffigurare il tema della mostra e con le loro fotografie in bianco e nero (i primi due) e a colori (il terzo) immortalano scorci e paesaggi in cui la luce riempie la scena oppure si fa da parte permettendoci di scoprire nuove prospettive.
Giusy Grande, Tamara Ramos e Giorgia Rizzo indagano invece il tema dell'identità e della ricerca di sé. Ognuna a proprio modo realizza un'introspezione, attraversando contrasti e meditazione, conflitti e pacificazioni: luci e ombre, in poche parole. Su irreali sfondi notturni e sopra immaginari pianeti si muovono i personaggi delle illustrazioni di Sigrid Thaler e Anna Redaelli: piccoli e solitari quelli di Anna, quanto romantici e raffinati quelli di Sigrid. Verso la luce si dirigono anche i protagonisti ritagliati (letteralmente, in quanto si tratta di collage) delle opere di Anastasia Titova: immersi in un'oscurità tanto reale quanto metaforica, essi cercano una via d'uscita, o almeno di senso.
Sperimentale e scientifico è il lavoro di Domenico Zanon: osservando la disposizione di alcuni cristalli al microscopio e utilizzando delle luci polarizzate, ha creato delle immagini uniche, dei microcosmi che diventano paesaggi fantastici e suggestivi. Inondate dalla luce, ma con esiti diversi, sono le opere di Donata Bonanomi, Leticia Maranaho e Davide Corseri. Servendosi di colori e luci tendenti all'oro e al bronzo, i lavori di Donata risultano di grande impatto anche se cromaticamente uniformi. Leticia invece, attraverso l'HDR, la saturazione dei colori e alcuni filtri colorati, fa risaltare elementi urbani, conferendogli
un'insolita brillantezza. Corseri, infine, si serve per i suoi quadri di colori metallizzati; sarà la luce – naturale o artificiale – dello spazio in cui vengono esposti a creare riflessi particolari, completando e trasformando la percezione dell'osservatore. La luce proiettata sull'opera è fondamentale anche per Marco Baj. Sulla rete, egli ha tratteggiato il volto di una donna, volto che però risulta più visibile quando una fonte di luce, posta frontalmente, crea un'ombra dietro l'opera, dando così un'idea di tridimensionalità al ritratto.
Francisco Provedo e Halyna Povhanych si dedicano, nei loro slideshow, alla tecnica del light painting: Halyna ricrea quest'effetto con i suoi disegni in grafica digitale. In essi una mano si diverte a reinterpretare e giocare con i loghi di famosi marchi. Un vero e proprio light painting, invece, è quello di Provedo, che ha immortalato curiosi “spiriti” che appaiono di notte, in una foresta illuminata solo dal suo flash. Sempre nella foresta, ma di giorno e ripresa con i cambi di luminosità a seconda del momento, è ambientata la serie di foto di Marta Zylska, ognuna delle quali rappresenta per lei un ricordo del passato.
Partendo da una varietà di forme e colori, si compone il quadro di Irina Markova: uno sciame di piccoli quadrati, cerchi e rombi si uniscono, dando corpo a due grandi cavalli dai colori bianco e nero: pure luce e pura assenza della stessa. Con Luca Miscioscia, infine, la riflessione si sposta sulla società contemporanea. Il suo grande iPod luminoso, all'interno del quale è posta la radiografia del suo cranio, simboleggia la memoria virtuale/elettronica a cui si delega sempre più il compito di ricordare, affidandosi quasi più ad essa che alla nostra capacità umana di conservare il vissuto.
Dalle luci e ombre che possiamo ritrovare in natura, come in società, come all'interno della nostra personalità, è composta questa mostra collettiva. Maggiori informazioni e una scheda per ogni autore sono presenti sul catalogo a corredo dell'esposizione.
Curatela: Anna Mola, critica e curatrice indipendente, insegnante di storia della fotografia. Realizza e collabora a progetti dedicati all'arte contemporanea e alla fotografia. Ha collaborato con l'Università degli Studi di Milano e organizzato e curato esposizioni personali e collettive di fotografia, pittura e scultura. annamola.wordpress.com
martedì 25 novembre 2014
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