Fotografie di sculture effimere
mostra personale di Karl-Heinz Hinz
Dall’arte rupestre delle grotte di Lascaux, l’Uomo ha sempre cercato un mezzo espressivo per rapportarsi all’ambiente che lo circondava. Gli scavi archeologici hanno mostrato l’evoluzione del linguaggio e delle tecniche in relazione alla continua variazione della Natura. Con gli studi sistemici della luce portati avanti da Hokusai – con le sue Cento Vedute del Monte Fuji – e da Monet – con la serie della Cattedrale di Rouen e le Ninfee – la pittura si è avvicinata alla scienza nella riproduzione della percezione ottica. I due differenti approcci, quello paleo-antropologico e quello scientifico-creativo, evidenziano il fluire di una realtà dinamica in continuo impercettibile mutamento. Infatti, senza considerare i grandi sconvolgimenti che possono modificare radicalmente la crosta terrestre in pochissimo tempo, esistono pazienti forze erosive che scavano motivi e solchi nel paesaggio nell’arco di un periodo sufficientemente lungo, che si misura in ere. Ogni scorcio è una combinazione irripetibile e sorprendente di ombre e condizioni geologiche. Karl-Heinz Hinz approfondisce la concezione generatrice e liberatoria di una visione tridimensionale della materia e inventa un codice totalmente originale che coniuga la tecnologia digitale alla potenza plastica della scultura utilizzando semi, carta, acciaio, sabbie … per riprodurre le infinite possibilità delle architetture naturali nello spazio di una tela, che diventa parte del processo immaginativo. Come in un mandala iper-moderno, ogni singola opera viene plasmata per essere fotografata, fermata su carta e quindi attaccata su sottilissimi supporti in alluminio, perfetta metafora dell’incontro tra mondo e artificio culturale. Quella di questo stupefacente artista di origine tedesca è una ricerca che difficilmente può essere incasellata in un’unica definizione: alcune opere coniugano le asperità minerali con l’impatto visivo di un colore acceso, che pare rappresentare alternativamente la passionalità dell’individuo o il calore degli elementi; altre si affidano al contrasto insito in uno schema di pieni e vuoti in cui la mano dell’autore interviene come un Deus ex machina ricordando la land art di Giacomelli. (Testo critico di Elena Colombo)
sabato 29 settembre 2012
piazza Stella 5-1 - Genova - Genova - Italy
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