Raccontate dal pennello di Giambattista Conte

Il nostro grato ricordo va alla memoria del Prof. Giovanbattista Conti che iniziò la serie di dipinti, riportati in questa sezioni e i cui originali si possono ammirare in esposiszione presso il Centro di Spiritualità Pallottina a Grottaferrata (Roma), che illustrano la vita di San Vincenzo Pallotti.
Giambattista Conti, illustre pittore romano, raccontava che da bambino, recatosi con la nonna, devota di SVP, nella chiesa dove era esposto un dipinto con l'immagine del santo, disse alla sua nonna che da grande avrebbe voluto dipingere quel quadro.
Era stato già predestinato, quindi, a farlo, per questo fu anche molto a lui devoto.

Ecco cosa a tal proposito scrive:
"Nel 1948 si presentò al mio studio un giovane sacerdote pallottino, Don Giuseppe Valletta, per affidarmi l'incarico d'illustrare con disegni a penna e colori piatti (fumetti) una vita del Fondatore della Congregazione, Don Vincenzo Pallotti. Rifiutai perché il mese di dicembre dovevo trovarmi a Gaza (Malta) impegnato, per la decorazione di una bella Chiesa seicentesca dedicata a S. Giorgio.
Terminata con successo la cupola e i pennacchi sottostanti, nel 1950 (in occasione dell'Anno Santo) tornai a Roma. Incontrai per caso Don Valletta e mi disse che aveva affidato il lavoro al pittore Barberis. Fui contento. Incaricato di altri lavori per la chiesa di S. Giorgio, tornai a Gaza dove rimasi fino al 1958. Nel 1960 ritornò il buon Don Valletta allo studio.
Il prof. Barberis era morto, ma aveva terminati soltanto due acquarelli e quattro schizzi a lapis.
I disegni per i fumetti da eseguire erano circa 350! Dissi a Don Valletta che la parola "Fumetti" mi pareva irriverente per illustrare la Vita di un Santo, specialmente di un grande Santo romano. Avrei soltanto accettato di eseguire seriamente dei quadretti a colori come avevo già fatto per vari Beati e Santi, riducendone il numero a 85, poi a 65 accettando un compenso di poco superiore al prezzo del Barberis. Don Valletta approvò senza limiti di tempo, ed io accettai con entusiasmo. Dirò il perché del mio entusiasmo.
La mia nonna, una santa vecchietta che era stata una fervente penitente del Pallotti, nel 1881, quando avevo tre anni, mi portava tutti i giorni con lei, nel pomeriggio, nella chiesa della Madonna del Suffragio a Via Giulia, dove era - da tanti anni - abituata a recarsi per pregare e confessarsi. Strada facendo, abitavamo nel Palazzo Altoviti, incontro a Castel S. Angelo, mi parlava di S. Vincenzo e della sua grande bontà con parole indimenticabili.
In chiesa mia nonna si tratteneva in preghiera, inginocchiata per qualche ora; ma poteva un bambino rimanerle vicino?
Quando vedevo mia nonna tutta assorta in preghiera con la faccia tra le mani, pensavo che dormisse e piano piano mi allontanavo gironzolando per la chiesa.
Quando mia nonna si riscuoteva e non mi trovava più vicino a lei, si agitava tutta e veniva a cercarmi. Mi trovava assorto davanti ad un quadro e dopo il suo rimprovero io rispondevo serio: Nonnetta mia, quando io grande, quello farò, indicando la pittura che stavo contemplando.
In quel tempo, a tre o quattro anni, dipinsi ad acquarello una stampa incisa in rame della Madonna del Suffragio, abbastanza bene, come può dipingere un dilettante di almeno 15 anni.
Ecco perché accettai con tanto entusiasmo, perché ho lavorato con grande amore, perché in questi cinque anni, interrompendo qualche volta il lavoro soltanto per impegni precedenti, ho lavorato con molta fede, ricostruendo ambienti e costumi, cercando di far vivere il Pallotti nei luoghi dove i fatti illustrati sono avvenuti. Certamente vi sarà qualche cosa imprecisa, anche storicamente, ma bisogna concedere sovente qualche libertà al pittore.
Ho scritto" pittore" non artista perché l'arte è un' altra cosa. Vorrei solo che da questo modesto lavoro fosse accresciuto l'amore, la conoscenza, la fede verso questo grande Santo Romano definito dalla S.M. di Pio XI: "antesignano dell' Azione Cattolica" e che venga riconosciuta l'attività di Don Giuseppe Valletta fervido di spirito pallottino e con la speranza di aver corrisposto, non badando a sacrifici, alla mia certezza che la vocazione per l'Arte Sacra mi sia venuta per la intercessione di S. Vincenzo Pallotti." Giovanbattista Conti


Per aiutarci a ricostruire la biografia di Giambattista Conte, chi ha altre notizie, o conosce particolari sulla vita, può scriverle direttamente sul guestbook di questo sito oppure inviare una e-mail all'indirizzo:

sanvincenzopallotti@virgilio.it

Dipinto 1

Via del Pellegrino n. 130 nel caratteristico borgo della vecchia Roma, con l'abitazione dove venne alla luce San Vincenzo Pallotti il 21 Aprile 1795.

Dipinto 2

Presso l'artistica fonte della chiesa di San Lorenzo in Damasco, appena il giorno dopo la nascita, fu battezzato il 22 Aprile 1795.

Dipinto 3

Vinenzo, da bambino, serviva l Santa Messa nella chiesa della Vallicella, all'altare di San Filippo Neri.

Dipinto 4

Pur essendo un ragazzo molto sveglio e ottimo nella condotta, nello studio Vincenzo non primeggiava e le conse non andavano del tutto bene.

Dipinto 5

Così l'Abate Fazzini, confessore della mamma di Vincenzo, le suggerì di fare una novena allo Spirito Santo in modo che le cose migliorassero.
E così fu.

Dipinto 6

Un giorno a Frascati, dove Vincenzo trascorreva spesso le vacanze estive, all'arrivo della diligenza, scambiò le sue scarpe nuove con quelle vecchie di un povero del luogo.

Dipinto 7

Mostrando già da giovane l'insofferenza al peccato, egli implorò, nei pressi di Colonna, un contadino, Domenico Ruggeri, di picchiarlo per i suoi peccati.

8 - Lo zelo del santo giovane non era compreso dagli altri clerici; per questo un giorno venne aspramente rimproverato in piazza, e lui obbediente non rispose.