Gennaro 'o masto d''a pizza
biografia di un personaggio.
Gennaro D’Aria
Gennaro ‘o masto d’’a pizza: breve biografia di un personaggio.
Sono nato a Napoli nel 1949 al Parco CIS in via Salvator Rosa 299. La nostra casa era il sottoscala del primo fabbricato, adibita ad abitazione del portiere. Infatti, Gennaro, mio nonno paterno, oltre ad aver costruito il parco nella sua qualità di appaltatore, ne divenne portiere. Alla morte del nonno, per varie ragioni di carattere familiare, mio padre fu costretto a cercare altro alloggio e fu cosi che nel 1953 andammo ad abitare a Chiaiano. All’epoca il paese era completamente circondato dal verde. Poche case. Molta campagna. Un luogo, sia pur a pochi kilometri da Napoli, lontano dal mondo ma magistralmente salubre. L’odore dei campi, l’odore del latte appena munto, l’odore dei pomodori il fascino dei terreni coltivati che si estendevano al di là di ogni infantile immaginazione mi assorbivano integralmente. Anche se la miseria, la fame ci avvolgevano quotidianamente (erano tempi duri) il contatto con la natura mi faceva crescere con l’amore e la passione per i campi. Trascorrevo ore ed ore tra gli alberi. Mi arrampicavo. Correvo tra coltivazioni di pomodori, zucchine e cavolfiori e rimanevo affascinato dalla grandezza della natura. Vedevo il contadino che concimava il terreno con escrementi di animali o con escrementi umani. Ed era tutto naturale. Mi incantavo nel percepire il processo di rinnovamento, di rigenerazione e di rinascita di ciò che all’occhio inesperto sembrava inutile ma che per l’esperto non lo era. (Negli anni successivi ho appreso, leggendo Lavoisier, che in natura nulla si crea e nulla di distrugge).
Io ed i miei abbiamo vissuto in questo paese per circa 10 anni cambiando sovente abitazione. Ed in questo periodo ho assistito anche a qualche piccolo segnale di trasformazione che preannunciava ciò che oggi è diventato il territorio: molte case poco verde.
Girando per i vari cortili o all’aria aperta, a volte ho assistito alla lavorazione del pane che veniva cotto nei forni rurali e mi incantavo nel vedere le famose fascine (fascio di ramoscelli da bruciare) che alimentavano i forni per cuocere le pagnotte ed a volte anche qualche pizza che mangiavo volentieri. (in quel periodo non c’erano le impastatrici ed il pane veniva lavorato tutto a mano. Davanti ad una grande martora due persone impastavano con forza ed entusiasmo la quantità che serviva per una intera settimana. Non era possibile lavorarlo giorno per giorno in quanto la farina essendo grezza doveva essere setacciata per poterla utilizzare) Da qui il mio primo impatto con farina, impasto, forno a legna e pizza. Quando a volte con mio padre scendevo a Napoli era mia consuetudine mangiare una pizza presso la pizzeria: “Aiello” al museo e già notavo la differenza tra la pizza rudimentale dei forni di Chiaiano e quella un po’ più professionale di Napoli. Mi piaceva vedere il pizzaiolo che lavorava ed il forno che con il suo colore acceso e scoppiettante della fiamma emanava un messaggio di benessere. L’amore per la pizza continuava ad alimentarsi in me.
Quando dal paese venivo a Napoli in compagnia di mio fratello per frequentare le medie alla Scuola Casanova in piazza Cavour, immancabilmente all’uscita andavo a consumare una pizza. Spesso restavo senza soldi e non potendo rientrare a casa con il pullman io e mio fratello ci recavamo a piedi da Napoli a Chiaiano. In seguito il mio genitore decise che era più giusto ritornare in città ad abitare e cosi trovò casa in via Vergini 10- A pochi passi dalla famosa pizzeria di Concettina ai Tre Santi, (il fato aveva scritto tutto) oggi di Ciro Oliva. Dove spesso ordinavamo pizze da asporto. Ed era una festa ogni qualvolta ci sedevamo a tavola con una pizza davanti. Abitando in città avevo modo di girare per i vicoli, per le strade e vedere le varie pizzerie dislocate un po’ ovunque. Un altro episodio legato alla pizzeria è quello è quello che mi accadde un giorno mentre passeggiavo per via San Sebastiano all’altezza di Port’Alba. Da un locale usci un cane di media taglia il quale, mi azzannò sul sedere. Avevo 13/14 anni. Impaurito e dolorante mi recai a casa piangendo. I miei genitori preoccupati mi accompagnarono all’ospedale Incurabili. Il medico di turno consigliò di informarci se il cane era un randagio oppure aveva un padrone, prima di iniettarmi 40 iniezioni sulla pancia. (questa cosa non l’ho mai capita)- Mio padre si recò in via San Sebastiano e chiedendo in giro venne a sapere che il cane era di proprietà del titolare dell’Antica Pizzeria Port’Alba ( il papà di Gennaro Luciano). Recatosi in pizzeria espose il problema e il proprietario si dimostrò di una gentilezza ed una signorilità che oggi sono quasi impensabili. Mostrò tutti i documenti del cane e si mise a disposizione per qualunque cosa. Mi salvai dalla tortura delle iniezioni. Gennaro Luciano oggi grande maestro era un ragazzo. Ci siamo rivisti dopo tanti anni in occasione di Gennaro ‘o masto d’’a pizza. Un altro pezzo di questo mosaico riguardante il mio rapporto con la pizza viene nel 2013 quando la produzione Austriaca MR-Film avendo in lavorazione il documentario: “Il trionfo del pomodoro” mi contatta per interpretare Re Umberto l nella scena in cui la Regina Margherita (Valentina Curatoli) assieme al suo consorte mangia la pizza. La scena fu girata a Villa Domi.
Da questa passione, da questo amore, da queste fondamenta è nato il personaggio: Gennaro ‘o masto d’’a pizza.
Era il 23 settembre del 2014 quando registrai il primo promo per il lancio del personaggio: “Gennaro ‘o masto d’’a pizza”, al ristorante-pizzeria: “La piazzetta” in via Partenope. Era una bellissima giornata di sole la quale contribuiva ancor più ad accendere l’entusiasmo che c’era per questo progetto amato sin dal primo istante. Il promo, andato in onda su Telecapri news, ottenne immediato successo e nel mese di ottobre “Gennaro ‘o masto d’’a pizza” ebbe il suo battesimo ufficiale al secondo campionato della pizza alla mozzarella di Bufala a Battipaglia alla Baia dei Delfini, dove, incontrato Gigi Cacialli Il figlio del presidente l’originale, (il quale preparò una squisitissima pizza fritta), dal medesimo ricevetti la prima proposta per la realizzazione della prima puntata di questo nuovo personaggio. Si era già stabilita una fiducia ed una prospettiva positiva nei riguardi del programma. Gigi Cacialli quindi, il figlio del Presidente, l’originale, in via Duomo, è stato il primo a preparare le fondamenta per il successo del format. La puntata programmata più volte ed inserita nei circuiti dei vari social network creò una vera e propria simpatia ed ammirazione nei riguardi del personaggio nonché per il format in generale strutturato in modo innovativo per il settore pizzerie: 15 minuti per ogni puntata, una settimana di programmazione, pubblicazione su Youtube e Facebook ed altro. Quindi ampia visibilità. La seconda puntata venne registrata da Errico Porzio della pizzeria Lampo2 di Soccavo (oggi pizzeria Porzio) il quale inseri un altro tassello importante per il successo contribuendo con la sua favorevole approvazione alla divulgazione della trasmissione ed alla realizzazione di una pizza artistica con l’effigie del personaggio: “Gennaro ‘o masto d’’a pizza”. La terza puntata venne registrata da Gaetano Genovesi, ex solo pizza via Manzoni, oggi Pizzeria Gaetano Genovesi il quale ha dato un lancio sicuro e definitivo al personaggio amandolo incondizionatamente tanto è vero che, per la conferenza stampa di presentazione si dichiarò disponibile per il suo locale. Altre puntate da: Oh, figlio ‘e ‘ntrocchia in via Casacelle 84 Giugliano Napoli. Da Viraf a Caserta Vecchia. Nel contempo si son realizzati video vari: saluti, ringraziamenti, nuovi promo. Diversi spot realizzati a S. Gregorio Armeno. Il quotidiano: “Roma” ha dedicato ampio spazio sia al personaggio che al format grazie a Diego Paura. Grazie a CRC Targato Italia, nella persona di Tommaso Gabriele, che ha concesso l’intervista alla vigilia della conferenza stampa da solo pizza via Manzoni. Altre partecipazioni ad eventi nello storico ristorante Zi Teresa titolare e chef la Signora Carmela Abbate, grazie a Luigi Savino il quale ha riconosciuto nel personaggio una nuova maschera. Molteplici inviti da diversi settori hanno ancor più spronato la varie realizzazioni. Si è avuto modo di conoscere e fare amicizia con maestri pizzaioli del calibro di Gennaro Luciano, Antonio Tammaro, Teresa Iorio, Davide Civitiello, Alfredo Marletta, con lo chef Carmela Abbate, e tanti altri ai quali va il ringraziamento più sentito e più fraterno. Una puntata speciale è stata realizzata presso l’antico Molino Caputo con gli allievi di Errico Porzio. Un esperienza stupenda ed una informazione e conoscenza, del settore farina e digeribilità, molto interessante grazie a Mauro Caputo il quale con la sua lezione ha affascinato tutti. Un'altra puntata fu registrata presso L’Antico Palazzo ad Orta di Atella. Marco Ferrigno realizzato e donato la statuina di Gennaro ‘o masto d’’a pizza. Un altro riconoscimento è venuto dalla scuola pizzaioli del Brasile: pizza nel mondo, ideata da Massimiliano D’aria, (Omonimo) inviandomi la tessera di membro. Partecipazioni come giurato a Caputo pizza Village ed in altre competizioni quali quelle organizzate dalla UPTER pizza Style School Presidente ed amico Il maestro Alfredo Folliero-
Questo personaggio oramai mi appartiene integralmente e mi dona quotidianamente grandi soddisfazioni grazie agli amici che mi sono vicino in particolar modo Salvatore Staiano pizzeria 110 e lode e Teresa Iorio pizzeria le Figlie di Iorio i quali mi seguono passo dopo passo, mi consigliano e mi spronano verso nuovi programmi.
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