Sensazioni
Ci sono delle sensazioni che non si possono raccontare, altre la cui narrazione non renderebbe giustizia al pensiero. E quello che hai dentro rischia di implodere con una forza che non conoscevi, che fai fatica a riconoscere e nella quale non ti riconosci.
Cose che non avvengono per caso ma sono frutto di qualcosa che ti è congenito e dalle quali, non riesci a prescindere. Poi, pennellata dopo pennellata, il colore ti apre la strada e tutto diventa più chiaro.
Ecco, credo possa essere questa una delle chiavi di lettura dell'opera di Riccardo Balestra uomo e pittore del nostro tempo.
La sua storia inizia e si intreccia sul finire degli anni 70 con i primi paesaggi accennati dopo una gita a Venezia. Scorci di un mondo universale nel cui tratto si intravede la prima formazione dell'artista; poi, come talvolta accade, più niente.
Ma è proprio da lì, anni dopo, che Balestra riparte volgendo il proprio sguardo alla metafisica e all'opera del suo inventore. Volti senza fattezze calati su tela a rappresentare l'uomo, la sua vita, le sue contraddizioni, quindi l'accostamento alla Pop-art, la scoperta di Warhol e del suo pensiero e dunque la figurazione femminile.
Volti di donne nelle più varie declinazioni, donne corrucciate e donne bambine, donne affannate piuttosto che aggressive. Il simbolismo di Balestra le abbraccia tutte spaziando in quell'universo talvolta complicato a volte fruibile che è il mondo femminile; lo stesso mondo senza il quale non vi sarebbe la storia di ognuno di noi.
Domenico Laghezza [Giornalista]
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