Rivista ExpoArt
Nelle suggestive e atemporali atmosfere pittoriche pluricromatiche di Raffaele Cantone, sembra rivisitare la teoria Leornadesca secondo cui "...la diversità di un viso disegnato non dipende dalla diversità delle proporzioni ma da una luce spirituale che da esse riflette". Così l'artista beneventano sublima il suo pensioro e dalle pupille dei suoi soggetti, emana lo stesso "unisono", che rifulge di bagliori analogici tra la natura interiore dell'uomo e quella che lo circonda da lui celebrata, come espressione del divino. Egli magnatizza l'attenzione dell'osservatore con la stessa luce, arricchendo le superfici di spazi cosmici estremamente legati a teofanie e ierofaniche di mirabilia coloristica e segnica simbolica, in quell'intimo ritmo tra natura e universo interiore umano. Come il fondale di una finestra spalancata nella notte l'opera "Notte di Luna Piena" vibra di sacralità e circumnaviga cinetica nella selenica sensualità del femmineo avvolta nello caffiro manto. da lui reso samlatato, che sovrasta un grande albero che ne ricerca mataforicamente l'ascesa, quasi ad annullare i livelli tra cielo e terra
Dott.ssa Francesca Mezzatesta [Storico e Critico d'Arte e Spettacolo]
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