L’arte vive nel tempo e nell’uomo.
Per la sua continuità necessita di artisti che sperimentino, che si facciano pionieri di nuovi linguaggi.
Pippo Cosenza si muove nel sottile confine tra pittura e scultura.
Non teme di andare oltre i confini già determinati, non calcola il rischio di nuovi percorsi, va alla ricerca di un’unità espressiva incentrata in elaborazioni artistiche diverse fra loro per tecniche, processi e strumenti operativi, ma congiunti nella medesima poetica.
Per tutto ciò si avvale anche della cromia per rafforzare la spazialità delle sculture e della scultura per arricchire la corposità materica della pittura, nel tentativo di realizzare una tridimensionalità priva di prospettive.
Nelle sue sculture in argilla refrattaria, lavori di ridotte dimensioni dotati di forze centrifughe, attua indicativi interventi in marmo dipinto in modo da “disegnare” una maggiore spazialità dell’oggetto.
Privo di ogni intenzione imitativa, ma non potendo negare il fatto che ogni artista vive il proprio presente dentro il passato e vale il principio che si è sempre seduti sulle spalle di chi ci ha preceduti, Cosenza porta in sé con personale poetica l’affascinazione del Movimento della Pop Art, senza la serialità di Andy Warhol ma molto vicino a Rauschenberg, non usando i collage.
La ricerca di Pippo Cosenza si sviluppa in percorsi di attualizzazione di una Neo Pop Art in quanto è cambiato il contesto storico sociale, nonché il sistema massmediologico.
Con le ultime opere, una serie di quattro tele elaborate in tecnica mista, non semplici assemblaggi di un recupero di oggetti di uso quotidiano, agisce per una rivalutazione di componenti tecnologici e altri materiali decontestualizzati, riconsegnandoli alla storia per rivivere nell’attualità in un presente attivo e funzionale.
La particolarità delle opere è nella composizione geometrica giustapposta in una campitura aderente a un’armonica cromia, con sezioni autonome, ricomposte in un unicum linguaggio filologico e omogenea rappresentazione iconica.
É in questa opera che l’artista esprime la tecnica della pittoscultura in cui cerca la sintesi tra scultura e pittura.
I recenti lavori di basso rilievo in argilla refrattaria, materiale malleabile e molto duttile che ben si addice per opere plastiche, sono manipolati dall’artista e modellati con l’atto di “aggiungere”.
Egli costruisce figure, simboli e memorie frutto di una vis artistica con richiamo a un classicismo che sgorga dal suo animo e lo definisce come un artista amante del bello non solo artistico, ma dell’armonia tra uomo e natura, capace di stupire l’osservatore nella sua intima solitudine.