Il percorso di ricerca fotografica che accompagna il lavoro “Land(e)scape” racconta di pae-saggi della terra mediterranea. Esso presceglie luoghi in cui gli elementi della natura - ma-re, roccia, vento, legno, sabbia, terra, lava – sono ancora protagonisti, luoghi pieni dell’essenza selvaggia, che – insospettati – sopravvivono nel nostro intimo essere.
Essi sono massima espressione della bellezza di madre terra che ancora - a cercarla - è vivamente presente in terre vicine, e allo stesso tempo lontane. Una lontananza dettata dall’indifferenza e dal consumismo mediatico che ci fagocita e offusca il nostro essere figli di questa stessa madre.
Quella bellezza e quelle suggestioni si ritrovano in paesaggi wild, laddove la presenza dell’uomo è marginale, o tale appare. Quei paesaggi, quando sono vissuti, riempiono l’animo di vera emozione, di insolito e ormai dimenticato silenzio, dove mare, sabbia, lava, alberi raccontano di sé con i colori del vento, i suoni delle rocce, le atmosfere della materia originaria. Donano, a chi lo sa cogliere, l’immenso dono della percezione di far parte di quel tutto.
Eppure, troppo spesso quei luoghi sono minacciati dalla dissolutezza di un uomo ostile, che nel suo fervore di espansione dominatrice, rende ostaggio il paesaggio ed ogni ele-mento che lo compone.
La proposta di questo lavoro attraverso le immagini vuole suggestionare per indicare un percorso, una via che conduce a (ri-)vivere quei luoghi, ad osservarli, a conoscerli. Un per-corso dedicato a chi ignora (o ha dimenticato) di essere circondato da tanta originaria bel-lezza, perché solo percependola potrà sentire amore – e dunque rispetto - nei confronti di rocce, sabbia, acqua, alberi e di ogni più infintesimale, inimmaginato essere che li abita.
Dopo la fuga (Escape), il ritorno al paesaggio (Landscape): il percorso è completato.