Visioni (d’) AlteRaTE
Manifestazione culturale di Arte Contemporanea
Manifestazione culturale di Arte Contemporanea
1 Ottobre - 9 Ottobre 2010
Visioni (d’) AlteRaTE non intende essere un contenitore di diverse e distaccate espressioni artistiche, piuttosto una unanime riflessione, seppur individuale, sulla condizione dell’uomo in età contemporanea. Pittura, scultura, fotografia, installazioni, scrittura, poesia, musica sono tutti costituenti dell’Arte, dove personalità differenti vivono, si raccontano, comunicano e condivid...ono ricerca, incontri e messaggi. Fondamentale è quindi l’iter evolutivo che, tra innatismo, ricezioni esterne ed adattamenti, porta a singolari espressioni e modi di essere, ossia alla identificazione dell’artista e al suo ruolo nella società e nella storia ed all’immediato effetto che produce. L’Arte dovrebbe risolvere il tempo nel suo tempo e percorrere ed anticipare le future impressioni. È la risoluzione filosofico-visiva dei contrasti, di sensi sinonimi e contrari.
Linguaggio della “tran-s-oggettività”.
"VISIONI CONTEMPORANEE" testo critico di ANTONELLA NIGRO
La mostra Visioni (d’) AlteRaTE propone una sfida audace ed affascinante: l’indagine e la comprensione, attraverso l’arte, delle diverse sfaccettature e delle numerose contraddizioni della contemporaneità. Attraente e complesso, tale obiettivo, teso allo studio della condizione dell’uomo d’oggi, ferisce al cuore il fruitore, sia per l’intensità delle tematiche espresse sia per la complicità dei differenti linguaggi utilizzati: la costruzione pittorica spaziale e cromatica nell’informale e nel figurativo, la malìa plastica e materica della scultura, il sollecito riscontro (reale e/o onirico) della fotografia, l’interattività costruttiva dell’installazione, il magico coinvolgimento della performance.
TAVANI e MOTH, in mostra personale, analizzano, l’una attraverso la pittura informale, il male di vivere, tema caro al Novecento, che travalica nella nostra contemporaneità con accezioni sempre più drammatiche, l’altro, attraverso la fotografia, un occidente egemone ed egoista che guarda pericolosamente al resto del mondo in un progetto malato di globalizzazione teso all’ alienazione dell’altro, una visione espressa tramite moduli e contenuti semantici di bretoniana memoria in iconografie e citazioni metafisiche.
GIORGIO DELBEN, attraverso la scultura, ricerca l’armonia plasmando corpi che s’intrecciano impadronendosi dello spazio, ove risulta fondamentale la caratterizzazione dei volti, la resa di una precisa identità, perché si rifugga dall’omologazione, dalla confusione, dall’essere uguale a tutti, quindi nessuno. La proposta è, dunque, una comunione di soggettività eterogenee in un mondo dominato dal livellamento, dalla solitudine e dall’abbandono.
L’installazione di ELENA DI MAURO è incentrata sul complesso ma felice connubio visivo-grafico e sonoro, nel quale s’indaga l’arcano nascosto nell’alterità cercando, con occhio soggettivo, di carpirne il senso e il fascino.
LUIGI FERRETTI in una stilizzazione essenziale ed estremamente elegante, presenta splendide forme scultoree ispirate all’introspezione, avvolgenti e svettanti, intersecate e sovrapposte, memori di un primitivismo cólto nella profonda e complessa accezione simbolica, carico di significati perduti e recuperati alla luce di una contemporaneità che abbisogna di ancestrali e forti punti di riferimento che siano padri e madri, custodi e testimoni, oracoli e dei.
La profonda predilezione di GABRIELLA GRANITO per la pittura romantica del XVIII secolo, porta l’artista a scegliere moduli espressivi che risentono della concezione fantastica e visionaria di Heinrich Füssli e William Blake, sapientemente reinterpretata alla luce della contemporaneità. Il senso d’inquietudine e d’ambiguità si unisce al sottile erotismo dei nudi e alla malinconica drammaticità delle vanitas, stilisticamente proposti nella specifica, tragica intensità di note ispirazioni espressioniste, quali Egon Schiele e Edvard Munch.
L’informale pittorico di PAOLA RAGO guarda con attenzione ai moti e alle risposte dell’Io, mai disgiunti dalla ricezione e dalla lettura degli accadimenti esterni. Un procedere che pone l’artista quale sensibile interprete delle problematiche legate all’evoluzione dei nostri tempi, protagonista che s’interroga costantemente sul ruolo dell’artista e
sull’impatto che egli ha sulla contemporaneità e viceversa.
ANTONELLA NIGRO,in qualità di critico d’arte, rivolge principalmente le sue ricerche nell’ambito specifico della contemporaneità artistica, analizzandola attraverso pubblicazioni, convegni, mostre ed eventi culturali. Collabora da tempo con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università degli Studi di Salerno nei settori di didattica e ricerca. Fondatrice e curatrice di “Linea Contemporanea”, Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea, è presidente del Centro Studi Hemera, ente promotore della cultura, dell’indagine e della conoscenza delle Arti Visive e Performative, sede degli stage e dei tirocini formativi previsti per i laureandi iscritti alla Facoltà di Lettere e Filosofia nei corsi di laurea in Scienze dei Beni Culturali e Teoria e Critica d’arte dell’Università degli Studi di Salerno.
Mostra Collettiva: "UMANAMENTE UOMO"
Espongono:
PAOLA RAGO,GABRIELLA GRANITO,GIORGIO DELBEN,LUIGI FERRETTI .
Mostra Personale di ELENA DI MAURO
"DETURPATA SEQUENZA CREATIVA AVVOLGE PSICO-SCATOLE"
Psicologia Disumana, raccolta di pensieri distorti, sarà rappresentata mediante una psico-installazione che, sottoforma di scatola, simulerà un contenitore di pensieri da ascoltare visivamente. Verrà costruito un cubo, delle dimensioni di 3 x 3 x 3 metri, un monolite bianco a simulare la grandezza e la solidità dell’involucro cerebrale. Al suo interno si accede tramite una porta, e un altro cubo, di materiale trasparente e sospeso nel vuoto e al centro di esso, riprodurrà ciò che io chiamo psico-scatola (il cervello dell’uomo). Da quest’ultimo si proietterà alla base della scatola (monolite) il pensiero che custodisce il senso dell’installazione: Deturpata sequenza creativa avvolge psico-scatole. Difatti, sulle pareti del monolite più pensieri potranno essere letti e contemporaneamente ascoltati da una diffusione audio, per fondere così l’imponente forza della staticità della parola scritta con l’immaterico suono del verbo.
Inoltre, i pensieri (da leggere sulle pareti) verranno scritti a mano dall’autore, e riprendere così il concetto di autochiro, coniato dal Professore Raffaele Simone:
“Quando noi diciamo scrivo, scrivere, sta scrivendo, sto scrivendo, si scrive alludiamo, ad esempio, a una persona che sta tracciando segni su un supporto fisico; strumenti di scrittura che permettano di riconoscere il ductus, di riconoscere cioè l’andamento della mano (il calamo o la penna dove c’è una mano che guida), e il prodotto di questa operazione di scrittura è un segno grafico che può essere tanto di testi propri quanto di testi altrui. (…) Il testo scritto è potenzialmente autografo; in taluni casi è o deve essere autochiro, ossia deve essere scritto proprio da quella mano e non da altra mano. L’autochiria è dunque la sua proprietà più marcata e determinante? (Raffaele Simone, La terza fase, 2000).
Mostra Personale di MOTH
"imPONENTE ESTeriorità"
Sguardo sulla moderna occidentalizzazione che, in maniera esponenziale, forma nuovi idoli di celluloide per masse frenetiche. L’antico libero pensiero occidentale tramutato in globale apparire, dove la forma prevale sull’essere generando alienazione, solitudine. Nuovo mondo, moderno Occidente che plagia le menti nel vasto circuito delle informazioni (di quelle scintillanti, irrompenti, travolgenti) e che guarda da Ponente il potenziale sé come fertile aiuola per posare, come spore, il seme di se stesso.L’opera si compone di più elementi: - una serie di 10 immagini (fotografe), installate su manichini a mo’ di cavalletto, simboleggianti l’occidentale e l’autocelebrazione. - un video di immagini e audio, installato, proiettato e riprodotto lungo un corridoio scuro all’interno del quale si accede attraverso una porta. Le immagini, proiettate in maniera convulsa, sono accompagnate da una raccolta di suoni e frequenze, il tutto a rappresentare l’incessante e macchinoso lavoro del global media che giorno dopo giorno, ora dopo ora, si insinua nell’Io quotidiano. Attraversato il corridoio, da una ulteriore porta si accede alla mostra fotografica, spazio questo in cui saranno esposti i 10 scatti prima citati. Inoltre, ad ogni foto verrà abbinato uno scritto di Psicologia Disumana; pensieri distorti creati esclusivamente per la serie.
Mostra Personale dI TAVANI
"Il VIZIO ASSURDO"
Dieci tele, che riflettono sull’uso della trasgressione, come Rifugio contemporaneo al Mal di Vivere. In un mondo sempre più frenetico, teso al consumismo ed ad un’estrema massificazione, l’uomo resta sempre più solo nella ricerca di se stesso. E’ sempre più difficile leggersi dentro ed essere coscienti del proprio cammino verso una piena consapevolezza di se stessi e del proprio sé. In una società dove l’apparire è più importante dell’essere viene a crearsi una netta frattura del mondo interiore, travagliato dal cercare di dare risposte ad un’intimità più vera con se stessi e dal cercare contemporaneamente di uniformarsi ad una realtà che ci spinge, invece, verso una superficialità sempre più evidente. Il sottolineare in modi diversi l’importanza del potere sia esso mediatico che economico, spinge a comportamenti sociali che rendono sempre più difficile il mostrare se stessi. L’affermazione dell’immagine come nuovo ideale, una falsa cultura che non tiene in nessun conto della vera evoluzione dell’uomo, che dà false risposte alle vere necessità dell’animo e della psiche umana, nascondono in realtà un nuovo modo di controllo sociale, una nuova e subdola forma di schiavitù che tende sempre più a sopprimere l’individualità e la propria consapevolezza. Da questa ignoranza estrema di se stessi, delle proprie intime esigenze, dalla non cultura nascono i disagi interiori e sociali. La superficialità verso se stessi porta alla superficialità verso i drammi sociali, all’indifferenza verso l’altro. Abituati ed educati sempre di più a guardare e non più a vedere, si perdono i reali punti di riferimento, i veri processi di integrazione. Non solo. L’individuo diventa soprattutto indifferente verso se stesso, sviluppando processi nichilistici che si manifestano in atteggiamenti trasgressivi e spesso perversi. Ci si addentra, così, in situazioni che alterano le quotidiane interazioni intra ed inter nos. Nel vuoto e nell’assenza di una riconosciuta identità si cerca e falsamente si trova altro nell’oltre, accettandosi come ospite inquieto che si concede di sentirsi nuovamente e pienamente. I nuovi comportamenti devianti non sono più riconosciuti come elementi patologici ma piuttosto legittimati da un estremo desiderio di vivere e dall’estrema necessità adattativa. Il sesso, la socialità, l’accettazione della diversità, l’uso del proprio corpo, la parola, l’idea, il senso vengono violentati e violati. Il mal di vivere evidenziato da forte solitudine interiore, dall’inerzia spirituale, intellettuale, dall’insano vezzo è guarito così da “vizi assurdi. Il vizio assurdo per antonomasia è l’inconsapevole volontà di distruzione e di negazione di una identità malamente negoziata che sappiamo inconsciamente non appartenerci. Assurdo è non capire che in un mondo in cui la trasgressione è la consuetudine, il vero trasgredire è solo scoprire se stessi e mostrarsi per quello che si è.
PROGRAMMA
VENERDÌ 1 OTTOBRE
Apertura mostre h. 18.30
Interventi:
ANTONELLA NIGRO - "Visioni Contemporanee"
MINA SEHDEV - “Comunicazione e incomunicabilità. L’individuo e le sue maschere”
Nella società contemporanea l’individuo si trova costantemente in bilico fra la coscienza della crisi e il dramma della solitudine, per cui la perdita dell’identità, la frantumazione dell’Io e il relativismo conoscitivo. Come sostiene Pirandello, non si dà una verità oggettiva una volta per tutte; ognuno ha la sua verità, che nasce dal suo modo soggettivo di vedere le cose. Ne deriva una diffusa condizione di incomunicabilità che accresce il senso di solitudine dell'uomo, il quale scopre di essere nessuno, o meglio “uno, nessuno e centomila”. La produzione letteraria e soprattutto teatrale di Pirandello, evidenzia che ciascuno di noi, alla continua ricerca del senso della vita, porta in sé infiniti mondi e si relaziona agli altri attraverso le “maschere” che si costruisce. Di qui la fondamentale funzione emotiva e comunicativa dell’arte: arte come espressione di sé e creazione interiore, ma anche strumento di relazione e comunicazione con gli altri.
MINA SEHDEV è nata a Macerata dove vive. Si è laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Macerata, con indirizzo Scienze Umane; ha svolto un dottorato di ricerca in Filosofia e scienze umane presso l’Università degli Studi di Perugia. Dopo diverse esperienze di docenza di Storia, Filosofia e Psicologia nella scuola secondaria, lavora da anni al Centro per l’E-learning e Formazione Integrata dell’ateneo maceratese, dove svolge attività di supporto organizzativo e segreteria amministrativa della didattica on-line e di tutoraggio on-line. Collabora con la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Macerata, presso la quale svolge attività di ricerca ed è docente a contratto nel settore disciplinare M/PSI-01. Si occupa in particolare di psicoanalisi e psicologia della comunicazione, percezione visiva e processi simbolici, multimedialità; i suoi ambiti di interesse abbracciano l’arte, la poesia, la musica, il cinema e il teatro. Fra le sue principali pubblicazioni: Considerazioni sulla Sibilla appenninica alla luce della relazione mito-sogno, in P. DILETTI, Il mito della Regina Sibilla. Contributi e ricerche, Tip. S. Giuseppe, 2000; Mass-media communication as a possible creative source of new shapes of life, Dream and myth: cognitive and ontological value e Perception, textual theory and metaphorical language, in A. TIMIENIECKA (ed.), Analecta Husserliana, Kluwer Academic Publishers, voll. LXXIV e LXXIX, Springer, vol. CIV; Open Distance Learning e formazione aperta. La centralità della mediazione nella formazione on line, in P.G. Rossi (a cura di), Progettare E-learning. E-learning design, EUM, 2007.
Buffet
Concerto di apertura
SABATO 2 OTTOBRE
Apertura mostre dalle h. 18.00 alle h.20.00
DOMENICA 3 OTTOBRE
Chiuso
LUNEDÌ 4 OTTOBRE
Apertura mostre dalle h. 9.00 alle h.20.00
MARTEDÌ 5 OTTOBRE
Apertura mostre dalle h. 9.00 alle h.20.00
MERCOLEDÌ 6 OTTOBRE
Apertura mostre dalle h. 9.00 alle h.20.00
GIOVEDÌ 7 OTTOBRE
Apertura mostre dalle h. 9.00 alle h.22.00
h.19:00 Aperitivo
h. 20.00: Concerto dei FRAGIL VIDA (musica e teatro)
VENERDÌ 8 OTTOBRE
Apertura mostre dalle h. 9.00 alle h.23.00
h. 18.00: Intervento di GIULIANA PASCUCCI:
“L'arte come espressione dell'umana alterazione”
“L’artista è l’uomo che in qualunque campo, scientifico o umanistico, afferra le implicazioni delle proprie azioni e della scienza del suo tempo. È l’uomo della consapevolezza integrale. Egli può correggere i rapporti tra i sensi prima che i colpi di una nuova tecnologia abbiano intorpidito i procedimenti coscienti. Può correggerli prima che cominci il torpore e l’annaspare subliminale"
(M. McLuhan, Understanding Media, 1964 )
Qual è la funzione sociale dell’arte e quella interpretativa dell’artista in una società liquido-moderna in rapido cambiamento e in continuo movimento come quella attuale? Le arti (pittura, scultura, fotografia, installazioni, scrittura, poesia, musica etc.), specchi di vita passata ma anche mezzi di misurazione del presente e sperimentazione del futuro, si configurano come strumenti di lettura e come contro-ambienti mcluhaniani attraverso i quali sorvegliare gli effetti del mondo esterno sulla sensorialità umana. Gli artisti e la loro peculiare alterità diventano i soli in grado di relazionarsi all’ambiente che si crea in risposta all’affermarsi di una nuova tecnica o di un nuovo linguaggio e di anticiparne gli effetti del cambiamento. Questa è stata una scelta investigativa dettata dal desiderio di trovare una modalità di percezione “altra” e “inclusiva” del ruolo dell’arte e degli artisti nella società contemporanea. Rileggendo alcune opere del passato accanto a quelle più attuali è possibile comprendere come l’interazione tra due o più manifestazioni artistiche sia espressione di umane alterazioni. L’artista è dunque colui che, con la sua arte, si mette al servizio della comunità per stimolare una riposta attiva al cambiamento.
GIULIANA PASCUCCI, dopo la laurea cum laude in Storia dell’Arte e Filosofia dei Linguaggi consegue il titolo di dottore di ricerca in Storia e Conservazione dei Beni Culturali e successivamente la borsa di ricerca biennale presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’Università degli Studi di Macerata. Con un approccio interdisciplinare si dedica all’arte marchigiana e allo sviluppo della museologia, affrontando le problematiche relative alla comunicazione multimediale ed occupandosi di gestione e fruizione dei beni storico-artistici. Svolge attività di ricerca sull’analisi e sulla progettazione di nuove modalità formative per la didattica museale con particolare attenzione ai supporti multimediali e telematici per la valorizzazione delle risorse culturali del territorio. Docente a contratto presso la Facoltà di Scienze della Formazione collabora con gli istituti museali del territorio ove svolge attività di catalogazione informatica del patrimonio storico artistico, di promozione dell’educazione permanente e dell’elaborazione di supporti di visita multimediali e telematici correlati ai nuovi allestimenti. Dal 2010 è coordinatrice regionale per le Marche del Comitato Nazionale Italiano dell’International Council of Museums (ICOM). Fra le sue pubblicazioni compaiono saggi d’arte e diversi contribuiti sui processi di significazione della forma museo e della sua comunicazione, sul rapporto museo – tecnologie e sull’educazione al patrimonio.
h.19:00 Aperitivo
h. 19.30: IPOCONTRIO- Concerto jazz
SABATO 9 OTTOBRE
Apertura mostre dalle 20:00 alle 23:00
h. 21.00:FRANCESCO FACCIOLLI -MINA SEHDEV : Performance con disturbi teatrali “Né noi né gli altri”
"La maschera non siamo né noi né gli altri, ma qualcosa che sta giusto in mezzo. E mentre è guardata, guarda. Guarda verso dentro e verso fuori allo stesso momento" (Manlio Santanelli). "Tutto ciò che è profondo ama la maschera; (...) Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà" (Friedrich Nietzsche). "Abbiamo tutti dentro un mondo di cose, ciascuno un suo mondo di cose. E come possiamo intenderci, signore, se nelle cose che io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me, mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo come egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci, ma non ci intendiamo mai" (Luigi Pirandello).
FRANCESCO FACCIOLLI è nato a Napoli, ma vive da anni a Macerata. Si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Quale erede del nonno materno Giuseppe Gallucci, attore attivo nella Napoli degli anni ‘50 e ‘60 e famoso “Pulcinella”, coltiva fin da piccolo la passione per il teatro. Si è formato con alcuni tra i più importanti maestri della scena nazionale ed internazionale specializzandosi in particolare nello studio della Commedia dell’Arte. Ha iniziato la sua esperienza diretta nell’ambito del teatro amatoriale e da anni fa parte dell’Associazione “Il Teatro dei Picari”, di cui è anche direttore artistico. Ha messo in scena spettacoli di autori classici ma anche contemporanei (da Plauto da Shakespeare, da Pirandello a Eduardo de Filippo, da Dario Fo a Manlio Santanelli) conseguendo una serie di successi di pubblico e di critica, sanciti dall’assegnazione di numerosi premi nazionali sia come attore che come regista, tra cui il Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro e il Festival Nazionale Maschera d’oro di Vicenza. Al culmine di questa attività artistica nel 2009, lo spettacolo “Pulcinella” di cui è regista ed interprete principale, rappresenta l’Italia al festival internazionale “Mondial du Theatre” di Montecarlo; nel 2010 è inoltre Hans nel monologo “Opinioni di un Clown in Si Bemolle”. Svolge attività didattica e formativa nelle scuole primarie, segue anche laboratori teatrali per studenti e adulti, in particolare sulla maschera e sulla sua applicazione al lavoro dell’attore contemporaneo.
Universitá degli Studi di Macerata
Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane
via Garibaldi, 20 ( Macerata )
INFO:
SITO WEB:www.visionialterate.it
E.MAIL:info@visionialterate.it
Immacolata Volzone (Tavani):345.4799351
Antonio Marzullo (Moth):338.1829191
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