Dal Naturalismo all'astrazione

la pittura di Mario Zampedroni
Concepisco la pittura come un percorso di energia non incentrata sugli aspetti formali ed esecutivi. Spesso nelle mie opere l’istinto ed il gesto precede il pensiero. Mi piace citare alcuni grandi artisti che mi hanno preceduto e mi sono stati maestri di riferimento: Jackson Pollock e Wilhem De Kooning. Come ebbe adire Harold Rosemberg, i dipinti di quest’ultimo “costituiscono il modello esemplare del concetto di pittura d’azione soprattutto per i modi con i quali l’artista inverte la forma in deformante evocazione naturale”. Con Pollock l’America cessò di essere importatrice d’arte dall’Europa e cominciò a diventare esportatrice. Senza di lui forse avrebbero dovuto attendere ancora dieci anni..
Nell’evoluzione dell’arte del Novecento la pittura gestuale fu “schiacciata” dalle nuove correnti del Concettualismo (tuttora in auge) e dalla Pop Art, ma credo che nell’ambito del gestuale ci sia tutt’oggi ancora molto da fare. Trent’anni fa dipingevo pensando solo alla forma naturalistica, anche se, tranne qualche eccezione non copiavo mai dal vero. La cosa però mi stava stretta ed ero totalmente insoddisfatto. L’idea di dipingere per essere bravo come una macchina fotografica da quattro soldi mi sembrava una grande stupidità. Solo quando mi resi conto che esiste un mondo naturale che nessun mezzo di ripresa fotografica può rappresentare, cioè, il mondo delle nostre emozioni, capii che è possibile attingere ad una quantità infinita di soggetti. Non occorre ispirazione. Basta la concentrazione. Ora, anche quando una mia opera richiama esplicitamente immagini naturalistiche, il vero soggetto del mio dipinto tende a rappresentare emozioni espresse col gioco dei colori nella maniera più energica che mi è possibile. Talvolta provo anche qualche esperimento concettuale. Questa può sembrare una contraddizione. Ma credo che un artista davanti ad una tela non debba porre nessun limite alla propria libertà creativa. Forse i miei limiti provengono dal fatto che sono italiano, di conseguenza, la mia pittura che tende alla pura gestualità e all’Espressionismo Astratto, risente un poco di quella forma di classicismo nelle composizioni. Forma dalla quale per chi è di cultura italiana è difficile liberarsi totalmente. Però, questo potrebbe anche non essere in difetto. Ogni opera ha origine da un’idea o da un puro stato emotivo, ed ogni forma d’arte ha i suoi mezzi particolari per concretizzarla e comunicarla. La musica ha il suono con le sue interruzioni ritmate, la poesia e la letteratura si esprime con le parole e i racconti, la scultura con le sue forme plastiche etc…..La pittura è pura forma e colore. Quando in un mio quadro dove alzo il livello di astrazione qualcuno mi chiede cosa vuol dire io rispondo: Nulla! Se volessi dire qualcosa parlerei, o scriverei come sto facendo ora. Credo che un dipinto anziché dire dovrebbe far sentire e il valore della pittura dovrebbe essere misurato col grado di emozione che essa comunica. Il persistere della pittura di contenuto, cioè, quella che esprime qualcosa in senso letterario, credo che sia attualmente un grande equivoco. Raccontare tramite immagini è sempre stato nei secoli un ottimo mezzo alternativo alla scrittura, in particolare perché la maggior parte dell’umanità era analfabeta. Ora questo non ha più senso.
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