Sofia Loren nel ritratto dell'Artista Nawelles La Rosa
Recensione a cura del critico d'arte Melinda Miceli
Nawelles La Rosa nel catalogo L'arte del nostro secolo by International Art Prize Giotto a cura del Critico d'arte Melinda Miceli, con l'opera il ritratto di Sofia Loren. La rappresentazione del solo volto incorniciato su un foglio bianco, su un modulo quadrato con inquadratura stretta, è uno dei metodi per riprodurre l’icona cinematografica. Ad esso si aggiunge la trasformazione tridimensionale dei tratti somatici che si staglia contro lo sfondo uniforme, e ritagliandola, la mette immediatamente in evidenza a partire dal profilo del suo labbro, simmetrico alla grandezza degli occhi. L’inquadratura del volto, sensuale ed elegante nella posa inclinata e con la mano che nasconde l'occhio sinistro, tratta da una celebre fotografia, incornicia senza lasciare spazi intorno il volto di Sofia, dove si trova il modulo con colore più acceso, intorno, invece moduli che creano una sorta di eco figurativi. Occhi allungati dall'eyeliner, sguardo sottolineato da ombretto e kajal nero, chignon alto, rigorosamente bruno, ecco riprodotto lo stile Loren sulla tela di Nawelles La Rosa, ionico ed attuale fino ai giorni nostri. Di una bellezza elegante ma popolare e misteriosa, Sofia rimarrà nell’immaginario collettivo una vera e propria dea, discesa sulla Terra a incarnare il talento nel recitare e la bellezza senza tempo. La carnagione olivastra, il fisico prorompente, il vitino da vespa, fianchi sensuali e un'altezza di 1,74 cm, vinse Miss Eleganza, titolo inventato per lei nel concorso di Miss Italia del 1950 che da allora le spalancò il panorama del cinema. Sophia Loren ha personificato più volte la condizione della donna in un'Italia che cerca di rialzare la testa dopo la fine della guerra e che s'inoltra nell'epoca del boom economico. Il contrasto di origini nobili e povertà hanno fatto sì che la Loren diventasse l'attrice che ha meglio rappresentato la "napoletanità", come essenza della vita e della cultura di strada. Negli anni '50 e '60 l'acconciatura rialzata con volume di Sofia, ha ispirato migliaia di donne. Lo chignon alto e voluminoso era ripreso come modello d'immagine chic dalle donne di tutta Italia. Nel 2009 è entrata nel Guinness dei primati come l'attrice italiana più premiata di sempre. Ad 80 anni un suo celebre aforisma spiega il successo dell'attrice lungo una vita: "C'è una fonte della giovinezza: è nella tua mente, nei tuoi talenti, nella creatività che porti nella vita. Quando impari ad attingere a questa sorgente, avrai davvero sconfitto l'età". A questa grande sorgente di energia e bellezza attinge l'arte di Nawelles La Rosa per rinnovare i fasti dell'Italia e riproporre la Divina bellezza consacrata nell'arte e nella memoria del cinema e dello spettacolo. Biografia di Nawelles La Rosa Nasce a Torino il 31 dicembre del 1981. Si trasferisce presto in Sardegna dove i suoi due amori più grandi la renderanno presto una mamma giovane di 4 splendidi bimbi. Nel 2008 trova lavoro nel settore della grande distribuzione. L' attitudine per l’arte e il disegno la accompagnano fin dall’infanzia. Durante l’adolescenza si avvicina all’arte fumettistica e comincia a disegnare. La sua vera inclinazione artistica però si esprime nella pittura murale, infatti Nawelles, su commissione, comincia a dipingere pareti intere a mano libera. L’acquarello diventerà la sua vera passione che perfeziona attraverso un corso con il maestro Salvatore Fidone. La sua arte oggi è orientata verso il ritratto semirealistico-figurativo, laddove attraverso la rielaborazione dei personaggi, l'Artista attinge alla loro somiglianza più espressiva. Nawelles che ha fatto del ritratto la Sua più grande passione di vita, racconta: “Solo quando il dipinto mi parla di sé, sento di essere sulla strada giusta; il ritratto si racconta, mentre io cerco di coglierne l’anima”. Dott.ssa Melinda Miceli critico d'arte Enciclopedia d'arte italiana, Presidente onorario di International art Prize Giotto, Certamen internazionale sulle Cattedrali, Direttore artistico onorifico di Sarno città festival Premio Ippogrifo d'oro
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