La Vetrina Sicilia alla Biennale delle Ville Venete. Pasquale Viscuso, Armando Nigro, Luigi Messina, Vincenzo Presenti, Mimmo Allegra
Recensione a cura del critico d'arte Melinda Miceli
La Biennale delle Ville Venete rassegna di arte contemporanea “diffusa” in location di grande fascino e valore architettonico, è giunta alla quarta edizione. L’evento ideato da Massimo Tegon, presenta una rassegna di 50 pittori contemporanei affermati come Silvio Zago, Renzo Gianella, Ludmilla Radchenko. Poi la “vetrina Sicilia” selezionata dal critico dell’Enciclopedia d’arte italiana la dott.ssa Melinda Miceli che prevede i seguenti nomi già segnalati rinomati da premi e concorsi come il Certamen artistico sulle Grandi cattedrali e International art Prize Giotto. Inoltre sono artisti scelti dal catalogo dell'Enciclopedia d'arte italiana: Armando Nigro, Mimmo Allegra, Luigi Messina, Vincenzo Presenti e il defunto maestro dell’astrattismo siciliano, Pasquale Viscuso. Di seguito le presentazioni dello stile dei singolari artisti. L’architetto Vincenzo Maurizio Presenti già noto per i suoi complementi d’arredo Previ, è un artista designer affermato anche per le sue partecipazioni professionali a concorsi internazionali di architettura e design.Nel 2019, espone alla collettiva con maestri storicizzati “MASTERFUL WORK – ART EXHIBITION”, svoltasi alla “Contea Caravaggio Museum “Medusa” opera densa di storia e di allegoria. La sua rielaborazione della famosa Gorgone reca uno sguardo che si apre al mistero e ad una rievocazione marziale prorompente; il rosso dello sfondo, considerato da sempre l’opposto del bianco e del nero, con essi forma la triade simbolica di un’ allegoria sanguinaria. Il verde che sta al livello sottostante del dipinto ha la funzione di trasmettere amore per tutto ciò che riguarda il regno naturale favorendo il giusto contatto con il rispetto della giustizia e dell’equilibrio, essendo il risultato del senso di quiete emanata dal Blu e dell’energia infusa dal Giallo. È subito percepibile lo scarto scenico tra i due livelli: quello simbolico ed allegorico e il suo sfondo che indica la duplicità dell’essere come scissione tra la materia e il divino ovvero l’opposizione tra l’uomo e la natura nel quale consiste la grande radice semantica del dipinto di Vincenzo Presenti. E’un viaggio artistico che parte dall’Essere assoluto, luminoso, uno, immobile, eterno, infinito per addivenire al suo opposto, il mondo mutevole, diviso, mortale, a volte oscuro da cui discendono una gerarchia di gradi dell’essere; il bianco diventa man mano più grigio e diversificato: le cose diventano sempre meno perfette man mano che precipitano verso la temporalità, la contingenza, il divenire. Il messaggio etico di Presenti trasmette la dimensione trascendente dell’Uno che emana l’Intelletto e l’Anima, secondo uno schema discendente che porta alla Materia, al mondo fisico, il quale partecipa all’esistenza ma si fa anche progressivamente imperfetto. Le opere mostrano la connessione tra i toni eterici e il raggio di luce bianca scomposta in più sfumature e riassemblata nel bianco, sintesi di più colori. L’arte di Vincenzo Maurizio Presenti induce nella sua semantica a reinterrogarsi sul concetto di assoluto, di creazione cosmica ma anche artistica. L’artista Pasquale Viscuso nasce a Catania nel 1951, vive e opera a San Giovanni la Punta (CT). L’abilità e la notorietà indiscussa del maestro Viscuso è testimoniata da tutti gli autorevoli cataloghi contengono il suo nome. Nella sua arte elabora una tecnica volta a ricercare l’invisibile con le regole del buon disegno destrutturato al confine con l’informale e il tachisme. “Viscuso estrae dalla sua intuizione un proprio alfabeto primitivo, che proviene da un’indecifrabile linguaggio arcaico, mosso da un segno efficace che pulsa di un ritmo ancestrale avente il ruolo funzionale di renderlo fortemente contemporaneo. Nello svuotarsi del suo calligramma l’artista mette in scena l’accettazione volontaria e sapiente del caso all’interno di una sperimentazione visibile nelle cromie delle superfici, nelle vivaci tinte pastello, mai troppo sature che mostrano audaci segni intenti ad indagare il profilo ineffabile dello spazio e del tempo. Archetipi di principi immateriali e soffio vitale sono genialmente partecipi di un divenire figurativo in attesa di una definizione iconografica che fugge in esiti estremamente trionfanti. Le variazioni sul tema si aprono a suggestioni filosofiche orientali, dove il gesto meditato e controllato come nelle calligrafie giapponesi, fa emergere l’incontenibile ritmo di segni brevilinei che occupano tutta la tela alludendo al movimento della folla o della natura, quasi osservate al microscopio. Convive al contempo nelle maglie del dipinto quell’atteggiamento creativo che utilizza una pluralità di segni che si ripetono, si inseguono, si intersecano seguendo un ordine che resta oscuro “refrain” dell’inconscio, dei meccanismi arcani della psiche in un’aura mistica in cui la provocazione estetica e lo stupore dell’orfismo si fanno esperienza e meditazione sul mistero ultimo della vita. La suggestione prende forma sulla tela e dà vita ad un’alchimia di sfumature e gradazioni di colore, una cifra vivente, con una “grammatica” e una percezione dettagliata che conserva la sua doppia natura di indagine naturalistica e allusione simbolica e mette in fuga le conoscenze formali a favore di una danza emotiva e spirituale. Nella sua “pittura lirica” la funzione simbolica ed espressiva del colore evidenzia il suo mondo emotivo ed un atteggiamento poetico che trapela dai soggetti sulla tela, ispirato dalla relazione tra l’uomo e le forme. Il quadro si fa sinfonia musicale che racchiude il volto di esteriore delle espressioni interiori. Pasquale Viscuso varca il confine del tempo e disegna la nuova trama del secolo avvolta un silenzio eterno che nel suo divenire risuona interiormente nel mistero del colore. L’Artista Allegra Domenico (Mimmo), nasce a Paternò. L’indagine artistica di Mimmo Allegra plasma sulla tela con colori e pennelli, i soggetti della quotidianità, attingendo al fascino artistico della maiolica. Nelle trame delle figurazioni si palesa l’esigenza artistica di fissare “il rito del lavoro” artigianale in una dimensione aulica ed onirica laddove i colori forti e accesi misti a ombre e linee, evocano l’essenza di un passato che malinconicamente emerge, proponendo una rivisitazione allegorica del presente e storica del passato inteso come varco di speranza e fune di salvamento dall’immanenza beffarda e ingannevole. Le sue Opere riflettono la solarità ma anche il mistero della Sicilia ancestrale, mediterranea e ricca di tradizioni. Il cromatismo attinto dalla forza della tradizione si declina nei colori bianco-rosso-nero, laddove al bianco corrisponde la funzione del sacro, al rosso la funzione della guerra relativa ai nobili guerrieri, che difendono la terra e il popolo, al nero la funzione del lavoro nell’ambito rurale. La sua creatività basata su rituali di archetipici antichi, risveglia la dimensione classica della psiche antropica, i processi dello spirito e del corpo, fissandoli in figurazioni che riflettono un aspetto atemporale e magico. Mimmo Allegra attinge a una parte dell’inconscio collettivo della tradizione attraverso i colori e un repertorio personale fatto di riti di lavoro e della tradizione dei pupi, per dar voce alla memoria del passato, inteso come salvaguardia e salvezza dell’umanità. Armando Nigro è un pittore figurativo di tendenza iperrealista Il cui universo artistico fatto di donne, paesaggi e ritratti dipinti con grande maestria insieme a particolari tecnici di architettura siciliana barocca e liberty, ricercati per la perfezione del disegno, sembra, influenzato anche dalle fotografie di moda, e dalle dive del cinema che a loro volta hanno assimilato le reminiscenze pittoriche, in un cerchio di citazioni più o meno consapevoli. L’Artista Nigro crea immagini fondale dalla forte spettacolarità, che si accingono a rapire i sensi dello spettatore un viaggio tra colori, forme e suoni che catturano e coinvolgono ogni percezione sensoriale restituendola al mondo sotto una veste culturale e modaiola. La verità dell’impostazione dimensionale, la sicurezza penetrante del disegno, la sapienza del taglio e della distribuzione delle cromie rende l’assunto di una fedeltà maniacale al visibile, tale che nelle sue tele si trasforma in un giocoso divertimento visivo, lontano da qualunque inquietudine ed espressionismo manifesto. L’Artista indugia con grande precisione sui particolari, riuscendo a rendere tutta la bellezza delle sue incantevoli creature con pennellate ferme ed energiche che a volte si fanno acquerellose, tanto da permettere improvvise accensioni di luce che denotano l’urgenza di una spinta emotiva nel creare istantanee che trasportano nella dimensione di chi dipinge per irresistibile impulso, obbedendo alla passione del proprio Io. La combinazione di bellezza travolgente e straordinario realismo nei ritratti femminili, insieme ai notevoli virtuosismi tecnici, hanno la volontà di trasmettere un messaggio e di creare un dialogo tra l’osservatore attento e l’inconscio della figura ritratta, attinta dall’iperuranio delle idee che inverte la realtà oggettiva e vive in una dimensione onirica dalla quale è incapace di ridestarsi. La soggettività espressiva dello stile di Armando Nigro, crea un’impronta del tutto personale e riconoscibile, caratterizzata anche da virtuosismi pittorici per cui sotto le epidermidi trasparenti si riescono a scorgere i segni dell’incidenza della luce restituendone una copia allusiva con effetto poster. Il soggetto si stende sulla tela affidandosi a una perfezione formale di sapore fotografico dove, atmosfere luminose e fortemente contrastate sottendono un richiamo ai grandi pittori realisti del XVII e XVIII secolo. Le sue abilità pittoriche nel ritrarre l’architettura nella forma più autentica, realizzate mediante il districarsi di molteplici giochi chiaroscurali, inducono a volte l’osservatore ad interrogarsi su quali siano le impercettibili differenze che possano far distinguere il quadro dalla fotografia in una soggettiva e riuscita rielaborazione. Il Cavalier Luigi Messina fa parte della Federazione Arti figurative. Nel 2010 riceve il premio Guglielmo II a Monreale e l’Ercole di Brindisi nell’omonima città, altresì la nomina di ambasciatore dell’arte. A Firenze riceve il titolo onorifico di Arciere dell’arte. Si citano diverse collettive di prestigio come il David di Michelangelo a Lecce, il Leone d’oro a Sirmione, mostre a Bruxelles, Dubai e Abu Dabi. Seguiranno numerosi riconoscimenti tra cui: nel 2011 Premio della critica a Palermo. A seguire Nobel dell’arte a Montecarlo, Gondola d’Oro a Venezia, Premio le 5 terre a Portovenere, Mercurio d’oro per l’arte a Cesenatico, Nomina di Accademico internazionale delle Avanguardie artistiche a Palermo, Premio Nettuno a Lecce, Premio Unesco a Taormina. “Le donne del pittore Luigi Messina sono vedute, itinerari e luoghi visivi dell’anima, in grado di mostrare una suggestiva commistione tra realtà e memoria che affonda le radici negli antichi rituali umani. La matrice impressionista intrisa di colori, ombre, spessore e profondità, dove spesso la la donna appare sontuosamente vittoriosa tra luci, suoni, profumi e sensazioni, che danno vita alla magia della percezione di figure in funzione dell’osservatore e della sua sperimentazione di uno stile figurativo. La potenza estetica risiede nella resa lirica del reale e il colore che percepiamo è luce riflessa dagli oggetti stessi; l’oggetto, tra tutte le onde che costituiscono lo spettro visibile della luce, ne seleziona solo alcune, esigendo i colori di essere filtri che non consentono la riflessione degli altri colori. Sovrapponendo differenti nuances, Messina, estrae una progressiva filtratura come in una sintesi sottrattiva, la quale seguendo la mutevolezza di amabili sensazioni, coglie ad esalta l’attimo fuggente in particolari tagli di inquadratura che danno alle sue opere un esclusivo tono di sintesi tra antichità e modernità, con i suoi riti e i suoi miti, a tratti borghesi e bohemiènne. Dott.ssa Melinda Miceli storico e critico d'arte
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