International art prize Giotto. Sezione pittura figurativa
Recensione a cura del critico d'arte Melinda Miceli
Dedicato alla figura artistica del noto pittore medievale che ha rivoluzionato la storia dell’arte attraverso l’uso della prospettiva e la potenza del chiaroscuro superando la bidimensionalità dell’arte bizantina, International art prize Giotto è un grande premio internazionale sostenuto da accreditati media e testate dell'arte italiana ed estera che si distingue per segnalare gli Artisti più notevoli dell'arte italiana nel mondo e quella estera in Italia attraverso la diffusione mediatica e l'interscambio. La partecipazione ad Internazional Art Prize Giotto consente all'artista di far emergere le sue qualità all'interno di un contesto editoriale serio, il circolo degli Artisti del Certamen internazionale sulle Cattedrali dell’Occidente, che si rifà agli ideali dell'antica corte dell’Imperatore Federico II di Svevia. Antonina Giunta è la vincitrice della sezione pittura del Premio internazionale Giotto indetto da Luz Cultural e Arts direct con Arte storica e Artes TV web, Globus Network Italia e Enciclopedia d'arte italiana, altresì Oscar delle Arti, ideato dal direttore artistico e critico d'arte Melinda Miceli. La stessa, dopo un attento vaglio delle opere pervenute, con la giuria tecnica composta da Ray Bondin, Stefano Reali, Alberto Moioli, Corrado Armeri, Jacek Ciborowsky ha decretato la vittoria della Giunta per la seguente motivazione: "Per la colta e originale sintesi simbolica che si rispecchia nella magistralità dell'Opera". Il dipinto di Antonina Giunta tesse un vero mosaico di Francia dove simboli ed elementi eterogenei si fondono in un unico strumento di narrazione per far troneggiare l'incendio di Notre Dame. Al centro della scena il rosone infiammato si pone nel suo dettagliato Gotico come simbolo d'illuminazione e di eternità cui solo l'eletto può orientare lo sguardo. Nel cielo s'elevano dalla Senna colonne di fiamme interrotte da numerosi segni di croce, mentre la Tour Eiffel, simbolo civile e laico della Francia, sospeso sulle acque della Senna, smette di svettare su Parigi, apparendo come pilone dorato. Anche questo elemento sottolinea il relativismo della scena: fu progettata da Eiffel più alta della cattedrale di Notre-Dame di ben 69 metri e 104 metri della cupola degli Invalides. La sua struttura reticolare a maglie triangolare posta in relazione con il cerchio del rosone simboleggia l’aspirazione umana verso la perfezione attentata. La gargoyle attende e osserva la scena immota mentre appare da un altro tempo l'eroina Giovanna D'arco. La damigella di Orleans, in guardia con la spada sguaiata aizza il suo destriero imbizzarito per salvare la città di Dio dalla città satanica. La chiave della figurazione, avvolta in un doppio ritmo di stasi e dinamicità, sta nella grottesca gargoyle che caricata di senso magico, dovrebbe proteggere la Cattedrale da ogni minaccia, ma sembra avvertire l'eroina che gli spiriti maligni sono già all'interno del tempio. Un'opera d'arte di smagliante bellezza animata da una carica rivouzionaria in cui i colori primari surrogano i quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco in uno scenario di trasparenze nel quale tutto si lega e si dissolve come l'oro nell'Opera alchemica”. Secondo ex aequo nella sezione Pittura Roberto Lutri con l'opera surreale “La porta”. "Un paesaggio arcano e ignoto che potrebbe essere nella sua surreale ambiguità la porta del paradiso o di un inferno. La figura umana che s'intravvede appena sta sulla punta di un dirupo, innanzi alla prova finale che lo attende prima di varcare l'aldila'. La sua piccolezza e lo smarrimento nello scrutare l'immagine gotica e surreale delle 2 colonne, simboleggia l'uomo che cerca la chiave maestra della Sapienza per superare gli ostacoli soprannaturali. La tonalizzazione delle nuances iperuraniche dell'indaco e del grigio declina perfettamente il senso di attesa ultramondana che pervade la scena immaginaria e dantesca. In quest'opera Roberto Lutri, Artista autodidatta e consapevole, oggi pervenuto a un buon grado di maturazione tecnica, mostra la sinestesia onírica del nostro tempo che si specchia in una figurazione dettagliata e ben orchestrata scenicamente ". Secondo ex aequo Cavalier Luigi Messina con “Notturno di natura morta con melograni”. “Uva, limoni, pomodori, arance e melograno, la bottiglia del vino, posti sul piano di legno, diventano protagonisti dell'Opera, che suggerisce l'armonia di una simbolica composizione. L'intento del Cavaliere Luigi Messina non era solo quello di riprodurre la scena osservata, in quanto la sua natura morta dallo sfondo nero, si veste di onirico, illuminata da luce notturna, ed eleva i vegetali a simboli della caducità della vita e della fugacità della bellezza. L'artista dipinge questa composizione triangolare con sviluppo leggermente orizzontale per consentire all’inquadratura di racchiudere l’intera spazialità che si proietta sempre più in avanti, negando accesso alla profondità. E' in quest'interpretazione segnica che pone davanti a una presenza chiusa nello spazio e nel tempo, il valore compositivo dell'opera che allude alla transitorietà. Il tono cromatico del dipinto è a nuances calde, di cui la tonalità principale è l’ocra-arancione che si ritrova sul piano, contrastata solo dai rossi e dal giallo che illuminano l'energia cromatica in un' intonazione più fredda e chiara”. Secondo ex aequo Mimmo Allegra con l'opera “Il bello, il brutto e il cattivo”. Il bello, il brutto e il cattivo sono tre marionette che compongono una Triade, la quale si riferisce metaforicamente a un raggruppamento di tre divinità, di ruoli simili, trasposta qui come una Trinità materiale e terrestre. Gli elementi degli aspetti umani nel senso del triangolo comunicano dinamismo e rappresentano la completezza, l'origine di qualsiasi evoluzione e come nella trinità sono interscambiabili e invertibili, favoriti dal fatto di non avere legami con il mondo spirituale. Tuttavia essi rappresentano gli aspetti più superficiali e bassi della manifestazione, manipolati dal puparo. E' l'artista che osserva come vengono creati e gestiti nella manifestazione del reale e nel loro svolgimento per dare sfogo a tutta la sua libertà espressiva, liberando la forma dal contenuto, il segno dal significato. L'arte di Mimmo Allegra torna a dare una testimonianza della realtà, attraverso la sua riflessione critica che con il suo singolare linguaggio, si fa allegoria di un tempo senz'anima, il nostro, cui solo la speranza, accesa nel verde dello sfondo, declina l'attesa della trasformazione". Terza classificata Gianna Eterno con Natura morta. Menzione d'onore per il classicismo stilistico. "In questa rappresentazione, lo sguardo di Gianna Eterno si posa sulla frutta in tutta la sua bellezza transitoria per effetto del grigio, immortalandone l'essenza fuggente, poiché nella realtà essa marcirà o verrà mangiata quindi morirà, come " Natura Morta". L'Artista di tendenza classicista è tesa ad immortalare sulla tela lo stadio di transito attraverso la luminosità e le ombre indefinite, trasferendolo nel suo dipinto, volto verso la dimensione eterna della sostanza divina, l'essere nella forma visibilis di elemento vegetale". Eleonora Cristaldi terza ex aequo con “La macchina del tempo”. "Un orologio sospeso nell'etere simboleggiante "la ruota del tempo", divide lo spazio in due porzioni cromatiche: il freddo tonale del blu invaso dalle mine rosse del Covid poggiate sul bianco di una tela di ragno che rappresenta nella sua circolarità, l'insidia e la minaccia. La ragnatela circonda tutta la struttura segnica e invade anche la porzione del rosa minacciata dalle fiamme, mentre una farfalla sta posata sulla lancetta dei minuti, messa a scacco come la pallina di una roulette sul bianco nero a binario, che sembra la tastiera di un piano suonata da dita invisibili. Chiude il "surreale disegno", la maglia dorata dell'orologio che circonda le lancette nere e aguzze come 2 chiodi, che lacerano il suo moto continuo e circolare, segnato dall'orologio e sospeso tra 2 forze centrifughe e contrapposte. La suddivisione spaziale e cromatica rimanda agli opposti imbrigliati entrambi nella tela e fusi da comuni velature a indicare che tutto è legato nell'universo". Dott.ssa Melinda Miceli critico d'arte e direttore artistico onorifico di International art Prize Giotto In foto il dipinto surreale"La porta" di Roberto Lutri.
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