21st century plague"ovvero La peste del 21° secolo. Sensi Lorente nel catalogo "Amore contro morte"
L'impermanenza di un totem per raffigurare la sfida del cambiamento
L'impermanenza di un totem per raffigurare la sfida del cambiamento
Sensi Lorente, nota fotografa di Siviglia ha pubblicato su di Vogue, con “Natuzzi Italia’s World of Harmony”, “Huawei”, al San Francisco MOMA, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, al Festival PhotoVogue di Milano e al Salon de la Photo de Paris. Ha inserito la Sua opera "Sacro e profano" nella prestigiosa Collezione del Certamen sulle Cattedrali. S' intravvede nell’opera "21st century plague" "Peste del 21° secolo", la tendenza a usare la luce per dipingere sulla figurazione, in modo un po’ drammatico, quasi come il dono del verbo che trionfa sull'imago. Traspare il mistero del segreto “rapporto tra luce e ombra” che si fa bellezza oscura e segreta, catturando lo sguardo laddove il riflesso della luce sull'ombra ha la resa di un'effigie quasi nascosta ma distinta dai contrasti. E’ proprio l’ombra, colei che occulta le metafore culturali più conturbanti, a rendere leggibile il soggetto, per fare esperire la bellezza nella mutevolezza, nella transitorietà dello scatto, in relazione all'oggetto evocativo e simbolico con cui l’artista intrattiene la relazione.
La fotografia di Sensi Lorente mostra la danza degli opposti, il fanciullo e la salamandra, e l’alchemica alternanza degli stessi, di come nella Luce sia presente nell’Oscurità (la luce nell'ombra), e l’Oscurità nella Luce (l'ombra nella luce ). È alquanto complicato il significato della salamandra nella Bibbia chiamata Ibis, simbolo dell'elemento fuoco, ne parlano Plinio, Paracelso, Steiner. Aristotele nella sua “Historia animalium”, pressappoco nel 340 a.c. scrive che la salamandra quando cammina attraverso il fuoco ha il potere di estinguerlo. Plinio il Vecchio : “Questo animale, di forma simile alla lucertola, pieno di stelle, non appare mai se non nel tempo delle forti piogge e scompare quando fa bel tempo ed è tanto freddo che al suo contatto il fuoco si spegne come fa a contatto col ghiaccio”. Da Plinio al Bestiario di Ashmole, Sensi Lorente esprime in uno scatto una multiversa logica artistica, riprendendo lo stile della natura morta cinese e il torbido dell’anfibio che per leggenda vive nel fuoco e si fa strumento di distruzione di massa:“…è la più velenosa tra tutte le creature velenose. Le altre uccidono un individuo alla volta; questa ne uccide parecchi in una volta sola. Poiché se essa cammina su un albero, tutti i pomi vengono infettati dal veleno, e coloro che ne mangiano muoiono. Allo stesso modo se cade in un pozzo l’acqua avvelenerà coloro che la bevono.” Nella peste del 21 la salamandra secolo se ne sta immobile sul ragazzo, immerso su uno sfondo nero interrotto solo dal verde speranza della canapa indiana che indossa come habitus di un essere consapevolmente eletto. Da quest’oscurità il rettile, bestia del potere, emerge sulla sua pelle biancastra, confidando in un’impossibile mimetismo. Spirito del fuoco, la salamandra tiranneggia la scena seppur nell’oscurità di una dimensione d’ inconscio ed emblematico confine, richiamando lo sguardo pensante, mentre immersa nella sua assenza, insensibilmente avanza sulla spalla tendendo verso il basso; suggerisce all’osservatore che il soggetto ancora adolescente, resterà puro e vincitore sulle passioni come chi sarà arrestarsi un passo prima del diventare uomo o donna nella sua maturità, non lasciandosi incantare dal falso abbraccio di cedimenti che uccidono la vis vitalis della natura incorporea.Totem alchemico, la salamandra viene citata nei tempi in cui si sfida un cambiamento. Essa consolida la connessione con i misteri della Terra e aiuta a mantenere il distacco dalla sopraffazione e usurpazione, come quella atroce e virale dell’attuale e globale pandemia mondiale.
Il messaggio concettuale di Sensi Lorente dunque transita attraverso questo leggendario anfibio nello scatto d’arte, come nella storia della cultura, da simbolo infernale a simbolo di rigenerazione in quella filosofia dell’ “impermanenza” per la quale tra tutte le cose, soltanto una è certa, che non vi è nulla di veramente certo.”
Recensione a cura del Critico d'arte Melinda Miceli
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