Il Surrealismo originalissimo della foto reportage di Sebastiano Cosimo Auteri
Un messaggio profondo, etico e sociale, che indirizza tutti al risveglio e alla purificazione.
Sebastiano Cosimo Auteri nasce a Catania nel ’60. L’Artista ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale, oltre alle numerose apparizioni sui maggiori quotidiani e pubblicazioni. La FIAP, Federation Internationale de l’Art Photografique, nel 2008 gli ha conferito il titolo onorifico di AFIAP, Artista della Federazione stessa, distinzione riconosciuta dall'UNESCO. Gli scatti del fotografo Auteri si legano strutturalmente alla tradizione di una cultura che da sempre affascina esploratori e avventurieri, coloni e viaggiatori e seguendo la scia di una «terra incognita», scrutata dall’occhio contemporaneo ci svelano strati eterogenei di tradizioni artistiche, rituali, religiose e quel fascino esotico nelle forme e dei colori che emerge dai passi del suo diario di viaggio.
“La luce della speranza” di Sebastiano Cosimo Auteri, presente nel catalogo "Amore contro morte", immagine composita e di matrice surreale, presenta un mosaico allegorico di forme e ombre intrecciate, che sottendono significati nascosti e rinviano alle oscure trame dell’attuale momento storico.
La scena mette in risalto un ambiente scolastico infantile, connotato dagli sguardi innocenti dei bambini di colore, che fanno da contrasto all’aura chiara dello sfondo. L’ambientazione fa intuire un senso d’indigenza nonostante il quale si palesa all’occhio di chi la scorge, una certa tranquillità impressa dai colori e dalla natura silenziosa e semplice in cui è immersa; la lezione dei bimbi si svolge in un bosco dove gli alberi sono l'ombra di un'aula naturalistica immersa nella pace ancestrale del verde.
Appare di spalle un’ombra chiara, un osservatore dal cappuccio bianco, che fissa tutto il contesto. Questa presenza ambigua sembra attentare alla scena, innestandosi col suo bianco mimeticamente su tutto il colorismo chiaro e puntando alla figura della suora della quale ingrandisce la figura sembrando un tutt’uno. La presenza dell’osservatore ricorda che non siamo mai soli ma controllati come in un grande fratello per fini che non conosciamo e che il nemico sta tra di noi e non lo vediamo. La suora rappresenta il maestro che deve evolvere i fanciulli e quell’ombra che la invade è come se volesse sostituirla o perfidamente immettersi nella sua presenza per riformulare un nuovo scenario.
La tranquillità interrotta e sospesa da questa presenza trasparente, che irrompe silenzioso quasi come un fantasma, rimanda anche al sistema subdolo e ambiguo con il quale si è innestato il Covid 19 e la pandemia nella società di ogni stato.
Nonostante la serenità espressa dall’ambientazione naturale africana, questa presenza ambigua, mimetizzata, entra in gioco come metafora del parallelismo che stiamo vivendo durante questa pandemia; il mondo sospeso da un virus invisibile che come un’ombra ha mutato tutta la società portando via il sole e la serenità, la socialità dalle vite umane. Un quid di surreale che ha riportato l’umanità subdolamente nel medioevo umano e che ha cancellato anni di progresso per riportarci solo al possibilismo di soddisfare bisogni materiali, a ricondurci a un senso di schiavitù, barbara dove privati della libertà di comunicare de visu e di viaggiare, ci si può ridurre solo a una società primitiva e semplice come quella dell’Africa. In un attimo Sebastiano Cosimo Auteri ci trasporta con quest’istantanea metaforica alla terra più desolata del pianeta, alla sua luce di terra madre, ai suoi bambini semplici che non conoscono ancora la tecnologia e il progresso, al loro modo di vivere che si può accostare oggi al nostro, grazie al mutamento impresso dal Covid 19, alle restrizioni sociali impresse.
Il rimando all’Africa fa pensare anche alla schiavitù paragonata alla nostra condizione attuale di uomini che non possono oggi ancora vivere nel modo in cui vogliono, ma in quello in cui devono per asservire i decreti statali e superare una pandemia infida e crudele che ha disintegrato e fagocitato l’economia mondiale.
L’immagine originalissima di Auteri oltre ad essere una foto ideologicamente stratificata, si fa espressione figurata dalle diverse chiavi di comprensione nelle quali è racchiuso ogni significato oggettivo e soggettivo.
“La luce della speranza” poggia e viaggia su tre livelli di lettura: visivo, metaforico e temporale assorbendo in se la doppiezza della luce e della semplicità di un habitat naturale e fanciullesco all’ambiguità dell’ombra diafana che si mimetizza per invadere un’agreste pace, mentre ci riporta indietro anni luce nella direzione in cui potrebbe trovarsi un’umanità non risvegliata nel non comprendere quanti gradini evolutivi ha fatto perdere all’uomo la pandemia in merito al suo altruismo, religione, sviluppo socio economico, causati da una socializzazione disintegrata e da risanare. Ancora una volta la multiversa e sensibile interiorità di Auteri in sintonia con le emozioni e i drammi umani, lo porta a scattare una pellicola istantanea, di estesa sensibilità fenomenica, tale da evocare in maniera esemplare il genere del reportage umanista, oggi piu' che mai da tutelare e recuperare”.
Dott. ssa Melinda Miceli Critico d’arte
Hai bisogno di informazioni?
Vuoi chiedere maggiori informazioni? Lasciami un messaggio, risponderò al più presto