Il solitario della quarantena di Mimmo Allegra
Catalogo virtuale "Amore contro morte".
Il solitario della quarantena di Mimmo Allegra allegoria esistenzialista della Pandemia.
Catalogo del Certamen internazionale Amore contro morte.
" Sulla tela di matrice esistenzialista di Mimmo Allegra dal titolo "Solitario" l’uomo è protagonista di una dimensione allegorica; rappresentato in consueti abiti da ufficio dismessi, cravatta slacciata e maniche svoltate, rinchiuso nelle mura domestiche, nel tempo sospeso e bloccato, per esorcizzare l'attesa della normalità, gioca al solitario, simbolico riferimento al distanziamento improvviso, evidenziato dall’assenza umana rappresentata dalla sedia vuota.
Mentre tutto è in bilico, l'autocertificazione sul tavolo rappresenta la chiave che può giustificare un'uscita dalla sua prigione intima e il superamento della sua stessa paura della morte e della malattia. La mascherina del volto e l’autocertificazione diventano su questa tela due “totem” che indicizzano un periodo storico, quei “passaporti” indispensabili per la libertà sottratta ai contatti con l'esterno. Un dolce tipico fatto in casa la ciambella e il vino unici elementi vitali e consolatori di una dimensione di mestizia poetica che si riverbera sulla tela con grande artificio prospettico e costruzione semantica di un concetto temporale che riassume il senso del tempo mentre lo contrasta.
S’ intravede sullo sfondo dallo scorcio della finestra un cielo azzurro che pare dipinto e un ramoscello di mandorlo in fiore a richiamare il ritorno di una vita abituale e consueta, mentre l'orologio che simboleggia il tempo come attesa, segna le 3 e 30 di notte, ora dell’Anticristo, che reca insonnia e inquietudini alle anime sveglie.
All'esterno la natura fa il suo corso e spia l'antropico reame nella sua caduta in questa tenebrosa apocalisse sanitaria ed economica dietro la quale sembra esserci l’ombra di un’oscura maledizione. Tutto è fermo ma la vita inesorabile continua mentre l’uomo vittima e protagonista consapevole di questa fatalità, attraverso le carte, cerca di scrutare la sorte per se e l’umanità con lo sguardo di chi ha compreso di doversi liberare da un sortilegio.
Il dipinto dai colori matissiani pervaso da remiscenze di guttusiana memoria, in una dimensione onirica con colori forti e accesi misti a ombre e linee, evoca l’assenza di un passato che si fa ricordo mentre l'attesa appare l’unica dimensione da ingannare nell'immanenza beffarda e illusoria del presente".
Dott.ssa Melinda Miceli Storico e Critico d'arte
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