Simbolismo e manierismo nell'arte metafisica di Chiara Romeo
La Collezione delle Cattedrali omaggio a Notre Dame a cura del critico d'arte Melinda Miceli
Chiara Romeo
Nata a Ragusa vive a Catania. Dopo il Liceo Artistico di Siracusa frequenta l'Accademia di Belle Arti di Catania con indirizzo Scenografia, dove si laurea nell'anno accademico 2000/2001 con il massimo dei voti, con una tesi di “Estetica del cinema” su Tonino Guerra sceneggiatore e poeta.
Nel 2008 consegue, sempre presso l'Accademia di Belle Arti di Catania, la laurea specialistica in Arti visive con il massimo dei voti.
Consegue l'abilitazione all'insegnamento per la classe di concorso Discipline Geometriche, Architettura, Arredamento, Design e Scenografia, per la classe di concorso Storia dell'Arte e Disegno e Arte e Immagine. Inizia da qui la carriera di docente presso i licei Artistici della provincia di Catania: Liceo Artistico "Emilio Greco" di Catania, Liceo Artistico "M. M. Lazzaro" di Catania, Liceo Artistico "F. Brunelleschi" di Acireale, Liceo Artistico "Ven. I. Capizzi" di Bronte, Liceo Artistico "R. Guttuso" di Giarre, Liceo Artistico "M. Rapisardi" di Paterno'. Ad oggi è titolare di cattedra per l'insegnamento di Discipline geometriche ed Architettoniche presso il Liceo "M. Hack" di Morlupo (Roma) ma in assegnazione provvisoria presso il Liceo Artistico "Emilio Greco" di Catania.
Appassionata di Storia dell'Arte, studi specialistici su Caravaggio e sul manierismo in Sicilia, consegue negli anni diversi master relativi alla formazione professionale e didattica un Master Europeo per "Disegnatore Grafico Pubblicitario". Da Settembre 2008 a Luglio 2015 Tutor di Interior Designer presso Accademia del Lusso - Istituti di Design Callegari – Milano.
Da sempre appassionata di Arredamento e Design, scenografia, teatro e cinema, si dedica principalmente alla progettazione di allestimenti di scena e di scenografie per ambientazioni.
Il segno è protagonista di ogni rappresentazione èd è per Chiara Romeo lo strumento espressivo più autorevole per catturare i suoi modelli ideali in maniera soggettiva, avvalendosi della sua percezione ed a volte anche non usufruendo del colore. Le tecniche privilegiate sono soprattutto grafite, carboncino puro, sanguigna. Tecniche miste su tela con acrilici, tempere, acquerelli e applicazioni di materiali eterogenei.
L'artista si stacca prestissimo dal figurativo, privilegiando un linguaggio personale che utilizza forme geometriche combinate in un nuova ricerca ricca di simboli e codici selettivi. Lavorando all'interno di un quadrato, cioè nel formato perfetto che predilige, la Romeo crea opere d'arte che sono una miniera inesauribile di simboli e significati che conducono oltre l'immediata fruizione estetica. L’essenza di questi capolavori è comprensibile con l'ausilio della semiotica e dei suoi stratagemmi quali il modello attanziale, i quadrati semiotici, le categorie topologiche, eidetiche e cromatiche, le inquadrature, che inducono nell’osservatore suggestione ambiguità e mistero. Le radici antropologiche della sintassi visiva di Chiara Romeo presentano l'interfaccia iconica di una serie di codici ideografici densi di richiami artistici e antropologici ed attraversano una produzione artistica incentrata sulle molteplici capacità espressive del linguaggio, laddove il potenziale espressivo dell'opera cattura con i suoi stilemi compositivi. La fruizione di quest'arte rappresenta un'esperienza in cui la sensazione di pieno godimento estetico risulta dall'alchimia di diverse componenti, quali il carattere personale e storico che assorbe l'osservatore, come un insight che non desidera altre interpretazioni. Oltre a bozzetti, studi e ricerche grafiche per progetti di Scenografie per il Teatro ha realizzato negli ultimi anni una serie di studi dal titolo "I cassetti dei ricordi , tavole su cartoncino o su tela con maglie quadrate a scacchiera geometrica o libera che contengono al loro interno forme, simboli, campiture, macchie di colore, segni, il tutto per descrivere in quel "cassetto" un ricordo lontano o recente che ha lasciato una traccia memoriale che si traduce in una riproduzione grafica originalmente orchestrata.
Una sorta di racconto, un ritratto di forme, viaggi, sensazioni attraverso una narrazione insolita, nuova, singolare. Un linguaggio intellettuale da leggere e scoprire come un cifrario segreto.
Sono questi simboli pitagorici e cosmici che l'anima umana potrà ritrovare come proiezione di se nel mondo fisico e strutturato, conoscibile per dimostrazione, dove potrà altresì riconoscere se stessa come simulacro dell'essere. Come nel procedimento euclideo Chiara Romeo raffigura un universo che procede da archetipi matematici a entità concettuali riducibili a “quanta figurata”. Movendo dalla metafisica, al di sotto della volta celeste, o verso la base, verso la res, quest’arte si fa perfetta e regolare manifestazione del moto eterno di forme geometriche sulle quali opera con il compasso, la sapienza dinamica di Minerva”.
Dott.ssa Melinda Miceli storico e critico d'arte
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