Mariella Ricca art nouveau e simbolismo nel preziosismo citazionista
La collezione di Casa Ricca, un museo d'arte contemporanea da istituzionalizzare
Maria Ricca, nasce il 22 giugno 1973 a Siracusa. Frequenta il Liceo Artistico “A. Gagini” a Siracusa, acquisisce il titolo di Maestro d’arte, e ceramista, per poi conseguire la laurea in pittura presso l’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento. Intensa narratrice di storie fatte di colori e forme, il suo folgorante talento e le sue straordinarie capacità di espressione cromatica, concorrono ne suoi processi ideativi a creare lo stupore di una sintesi classica tra il miracolo di forza e la fusione di etica ed estetica, espressioni e metafore di fascino e bellezza.
Consulente artistico presso EA Editore, Palermo, Curatrice d’esposizioni, Ceramista annovera un prestigioso curriculum:2015 Artista dell’Anno Palermo,2016 Biennale Riviera del Brenta Venezia, 2017 UP Wards, 2018 2°Triennale di Arti Visive Ferrara, 2019 Fiera Campionaria Palermo, 2019 Museo MIT Torino etc… “Passione” di Mariella Ricca è tratto dalla collezione "Emozioni perdute", una galleria di volti femminili, modellati dall'energia cromatica, che infondono sentimenti di forza e bellezza. Una lunga serie di quadri ispirata al progetto artistico di Casa Ricca per riportare alla luce le bellezze di un territorio siciliano dimenticato e martoriato, quello di Priolo Gargallo.
Con questo sublime dipinto la pittrice ci riferisce della magnificenza artistica di Casa Ricca, un museo vero e proprio da valorizzare istituzionalmente per risvegliare l’interesse e le coscienze su luoghi come Priolo che seppur fuori dai circuiti turistici, nascondono tesori d’arte immensi e abissali alla conoscenza profana. La mission artistica di Mariella Ricca è il suo messaggio di possibilismo e di rinascita.
L’Opera è presente alla mostra Masterfull Work presso Museo Contea del Caravaggio che si tiene dal 31 gennaio al 20 febbraio a cura del critico d’arte Melinda Miceli. Affiora sulla tela una figura femminile dall’aria romantica che rivolge lo sguardo ad un passato glorioso dove si poteva attingere a vitali speranze di cambiamento e innovazione. Il dipinto è un insieme di simboli e l'allegoria di quella passione umana nel credere nella potenza della bellezza e nella rinascita del bello. Immersa in una dimensione “altra”, con gli occhi “pieni di sogni” e vestita con abiti trasparenti, la donna trasognata si staglia sullo sfondo rosso pompeiano che simboleggia la forza e l'audacia; riferimento a Pompei che venne distrutta dalla violenza della natura ma che ancora oggi proprio per la sua bellezza e forza storica è ancora lì a far parlare di se.
Sullo sfondo emerge l'arcangelo Raffaele, fiero difensore del bene evocato in uno stile che ne fa un vero capolavoro di art nouveau che presenta intricati motivi curvilinei di linee asimmetriche sinuose, basate su forme vegetali e motivi floreali. L’innesto dell’apparizione fantasiosa dell’arcangelo Raffaele, si protende oltre i confini dello storicismo e del design ottocentesco, cercando in una nuova analisi dell’origine, un attento studio delle forme naturali. Citazionista dei pittori Preraffaelliti e Simbolisti, di Alfons Mucha, Gustav Klimt, l’Opera possiede un personale stile visivo; come i Preraffaelliti rivolge lo sguardo al passato, ma, non si formalizza nell'adottare nuove inquadrature e soggetti abbinati dall’astrazione al servizio del puro design. Il preziosismo, l'esotismo, l'allusione all’antico ormai scomparso, la figurazione raffinata e bohemienne, introduce su questa tela la figura dell’arcangelo Gabriele, simbolo di vittoria sul male in contrapposizione al ripetitivo personaggio della donna fatale, che conduce gli uomini al piacere e alla morte. Traducendo il soggetto in una linea dinamica e ondulata, con tratto «a frusta» la figura dell’Arcangelo sembra prendere vita ed evolversi su questa tela generato in forme simili allo sbocciare di un fiore. Sembra attingere all’utopia di un ideale che si collega alle rose del deserto di Atacama, le quali sopravvivono per trasformarsi in fiore, anche una sola volta all’anno e per un solo giorno... Ed in tutta questa effimerità e delicatezza codeste rose vespertine sconvolgono un consueto ologramma di stasi.
Risiede in questo messaggio di rinascita inciso nella simbolica e decorativa figurazione del dipinto, l’intensa forza ed originalità artistica di Mariella Ricca.
Dott.ssa Melinda Miceli Storico e Critico d'arte
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