Estasi di Pasquale Viscuso, la divina unione tra il segno e la sua identica danza, opera esposta a Masterfull Work
Recensione a cura del Critico d'arte Melinda Miceli
Il maestro d'arte Pasquale Viscuso, di recente inserito nell'Enciclopedia d'arte italiana per i suoi meriti di astrattista e per il lunghissimo curriculum che fa di lui un unicum nel panorama regionale dell'arte astratta ha partecipato su invito del critico d'arte Melinda Miceli a Masterfull work di Museo contea del Caravaggio con l'opera Estasi.
"Rievocando teorici dell’arte come Fiedler, Worringer inoltre artisti come Kandinskij e Klee, Pasquale Viscuso realizza nella forma astratta la visione estatica, la sola capace di tradurre l’esperienza vissuta dall’artista, dandole una dimensione simbolica che elude la tesi dell’arte come imitazione del reale. Kandinsky, a proposito della sua ricerca pittorica parlava di “necessità interiore”, dove l’opera d’arte diventa infatti soggetto. Mondrian dichiarava: “Non voglio quadri. Voglio soltanto scoprire le cose”. Karel Appel ha però forse espresso più chiaramente questo concetto quando ha detto che: “Dipingere è distruggere ciò che è stato. Non ho mai cercato di fare un quadro, ma un brano di vita”. La relazione tra la pittura astratta e l’estasi giustifica il colore capace di veicolare, senza supporto formale alcuno, contenuti conoscitivi ed espressivi a un tempo. Nell’opera di Pasquale Viscuso un vortice concentrico, esprime i legami emotivi nello spazio sacro del vuoto della non-creazione, nel potente e inconcepibile fulgore che sprigiona la luminosa essenza della Mente con gli infiniti regni dell'oblio che si aprono nel fatato spazio della volta celeste. Trasformate le inquietudini, i desideri, i piaceri, si proietta l’estasi che li seziona, nello spazio rappresentativo della tela, superando la stessa figurazione, con una ricercata regressione psichica attraverso un processo di pura e magmatica essenza creativa. La suggestione dell’estasi prende forma sulla tela e dà vita ad un’alchimia di sfumature e gradazioni di colore, una cifra vivente, con una “grammatica”e una percezione dettagliata che fa del quadro una sinfonia musicale che racchiude il volto di esteriore delle espressioni interiori.
L’atmosfera contemplativa ci giunge mediata dal colore, musica nel suo boato, che arriva vicino al mare profondo, alla gioia dei boschi inesplorati, alle spiagge solitarie, alla bellezza della Natura universale.
Nella bellezza stessa dell’opera c’è l’estasi che fonde la divina unione tra il segno e la sua identica danza".
Dott. ssa Melinda Miceli storico e critico d'arte
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