Vincenzo Presenti terzo classificato al Certamen letterario e artistico sulle cattedrali
Recensione a cura del Critico d'arte Melinda Miceli
L'architetto Presenti già noto al mondo dell'arte internazionale con i suoi complementi d'arredo Previ, avendo superato la strada del design funzionale si avvia verso il design d'autore attraverso opere cariche di storia e di sicilianità allegorica. Terzo classificato per la sezione Arti visive del Certamen internazionale letterario e artistico sulle Cattedrali indetto dal critico d’arte Melinda Miceli per Ok arte Milano. Patrocini morali Luz Cultural Spagna, Globus Television e magazine, Templari Federiciani, Premio Donna Siciliana dell’anno, inserito all'interno della rassegna culturale internazionale Sarno città Festival Premio Ippogrifo d'oro, Oscar delle arti. Sponsor Enciclopedia d'arte italiana. Comitato scientifico composto da: l’ambasciatore Ray Bondin, il regista Stefano Reali, il critico Alberto Moioli direttore dell’Enciclopedia d’arte italiana, il Gran Maestro dei Templari Federiciani Corrado Armeri, il fisico nucleare Jacek Ciborowsk con presidente il Critico d’arte Melinda Miceli della quale riportiamo a seguire la recensione del racconto premiato
"Nel quadro Il pupo, l'Etna e la cattedrale, atmosfere eteriche e cromie nordiche pervadono il soggetto sacro impresso su tavola con colori tipici dell'impressionismo dell'artista Vincenzo Presenti. Il blu matissiano sovrasta la scena orchestrata dalla presenza di 3 soggetti posti su 2 livelli, il frontone barocco della cattedrale di Catania con la luminiscente nicchia di S. Agata sovrastata dal campanile sulla cupola sul cui pennacchio è innestata la croce di Cristo capovolta. Al fianco della scena un pupo siciliano di stampo saraceno osserva e irride i simboli del culto cristiano con lo scherno tipico e grottesco dell'opera dei pupi. La sua gigantografia fa emergere il tema attualissimo della presenza araba in tutto l'Occidente e l’epica battaglia tra eroi come Orlando e Rinaldo e gli infedeli e minacciosi. Il suo sguardo ilare si schermisce dei simboli del campanile mostrando una certezza disarmante mentre nella concavità della Cattedrale di S Agata si può osservare una luce aurea che permane nonostante il color plumbeo sotteso su tutta la trama della tela alle spalle dell'architettura sacra e di questa presenza allegorica del pupo. Il folklore del pupo ha posto l’attenzione nei confronti dell’età cavalleresca medievale, profondamente impregnata di spiritualità. Il pupo mette in scena
le aspirazioni di grandezza e libertà che si scontrano contro un male misterioso sfuggente che intralcia il nostro cammino esistenziale, pertanto la tavola fa osservare frammenti del passato che si incastrano e bussano a frammenti dell'anima attuale con la fantasia e l'entusiasmo siciliano nel materializzare racconti di amori e imprese i nobili dove l'uomo paladino è sempre alla ricerca di qualcosa.
La croce capovolta esulando dal concetto di simbolo irrispettoso e blasfemo, conosciuta anche come la “Croce di Pietro”, che si è fatto crocifiggere a testa in giù perché non si riteneva degno di morire come Gesù, originariamente usata come simbolo cristiano, rappresenta qui il simbolo di un’epoca anti-cristiana ed anti-clericale, indica inoltre “morte” in opposizione alla Croce Dritta che indica la data di nascita della persona.
Il gigante geologico l’Etna e le sue bocche, simbolo della provincia etnea e dell'ansia dell'uomo verso il divino, sovrasta la scena in quanto innestato sulla tavola quasi come una via sacra della trascendenza che anela al suo stesso ricongiungimento.
È immediata la percezione dello scarto scenico tra i 2 livelli: quello simbolico ed allegorico e il suo sfondo che indica la duplicità dell'essere come scissione tra la materia e il divino e l'opposizione tra l'uomo e la natura".
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