“BOTAFUMEIRO” di Sebastiano Cosimo Auteri primo classificato al Certamen sulle Cattedrali per la sezione fotografia a cura del critico d'arte Melinda Miceli
Un messaggio profondo, etico e sociale, che indirizza tutti dopo la purificazione, verso una nuova rinascita spirituale.
Sebastiano Cosimo Auteri nasce a Catania nel ’60. I migliori lavori fanno parte del CIRMOF (Circuito mostre fotografiche della Federazione Italiana Associazioni fotografiche). Innumerevoli sono state le mostre personali, le collettive e le foto che hanno partecipato a concorsi ed eventi, ottenendo lusinghieri riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale, oltre alle numerose apparizioni sui maggiori quotidiani e pubblicazioni. La FIAP, Federation Internationale de l’Art Photografique, nel 2008 gli ha conferito il titolo onorifico di AFIAP, Artista della Federazione stessa, distinzione riconosciuta dall'UNESCO. Il suo amore per i viaggi e i reportage lo porta a “scattare istantanee e fulminee esistenzialiste da evocare il genere del reportage umanista” come recita la mia recensione inserita sull’Enciclopedia d’arte italiana. Vincitore per la sezione fotografia del Certamen internazionale letterario e artistico sulle Cattedrali indetto dal critico d’arte Melinda Miceli per Ok arte Milano. Patrocini morali Luz Cultural Spagna, Globus Television e magazine, Templari Federiciani, Premio Donna Siciliana dell’anno, inserito all'interno della rassegna culturale internazionale Sarno città Festival Premio Ippogrifo d'oro, Oscar delle arti. Sponsor Enciclopedia d'arte italiana. Comitato scientifico composto da: l’ambasciatore Ray Bondin, il regista Stefano Reali, il critico Alberto Moioli direttore dell’Enciclopedia d’arte italiana, il Gran Maestro dei Templari Federiciani Corrado Armeri, il fisico nucleare Jacek Ciborowsk con presidente il Critico d’arte Melinda Miceli della quale riportiamo a seguire la recensione dell’opera premiata
“Il Botafumeiro, l’incensiere della Cattedrale di Santiago di Compostela, è uno dei simboli del Cammino di Santiago. La Cattedrale di Santiago di Compostela, insieme alle città di Gerusalemme e Roma, è uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti per la cristianità . La “Legenda Aurea”, l’opera medievale che raccoglie le agiografie dei santi, racconta che dopo la decapitazione, i discepoli di Giacomo ne trafugarono il corpo e riuscirono a portarlo in Galizia, dove il sepolcro dell’apostolo fu scoperto nell’830 dopo la visione luminosa dell’anacoreta Pelagio. Il luogo fu chiamato campus stellae in latino, ovvero “campo della stella”, dal quale deriva il termine Compostela che aggiunto al nome dell’apostolo forma il nome della città capoluogo della Galizia. Alla scoperta dei resti di San Giacomo seguirono eventi miracolosi come la sua apparizione alle truppe cristiane dell’esercito asturiano durante la battaglia di Clavijo contro i soldati islamici. Per tradizione, i viandanti dedicano la preghiera della Messa del Pellegrino a ringraziare Dio per le esperienze vissute durante la loro avventura e per aver raggiungo la meta. Benché l’aroma dell’incenso abbia attinenza con la preghiera e con la purificazione spirituale, la sua funzione iniziale era ben diversa e molto più pratica, dal momento che serviva a coprire l’odore dei pellegrini. L’uso del botafumeiro (turibulum magnum) appare già nel Codice Callistino; al suono dell’Himno del Apóstol interpretato dagli organi barocchi, l’incenso si utilizzava come elemento purificatore dinanzi alle moltitudini che si congregavano all’interno del tempio, al termine dell’Eucaristia. L'incenso, olio essenziale, usato nei luoghi della spiritualità per consacrare lo spazio della preghiera, considerato emanazione dello Spirito Santo, è su questa foto un simbolo connesso all'aria e all'anima che viene guidata verso alte sfere dal suo profumo e della meditazione con il compito di veicolare le stesse preghiere. Osservando la foto è evidente una spiccata sensibilità artistica, la capacità di comprendere a fondo il senso della rappresentazione con tempi e diaframmi perfetti, rimanendo fedele alla scena e sapendo estrarre la migliore luce con i riflessi dell’indaco, simbolo del sacro.
Auteri immortala nel suo suggestivo fotogramma liturgico il "Botafumeiro", che in lingua galiziana equivale quasi a “spargitore di fumo”, in quanto l’incenso sacro rappresenta un ponte tra l'uomo e il divino, nel rituale la cui valenza purificatoria, era gìà nota nell'antica Roma come una delle offerte principali a Giove. L'incenso assume ed evoca su questa foto dunque la percezione collettiva della coscienza per fuggire gli spiriti maligni, calmare le paure e pensieri ossessivi, onde staccarsi dal passato che costituisce un blocco per la crescita personale, sottendendo nell’immagine un messaggio profondo, etico e sociale, che indirizza tutti dopo la purificazione, verso una nuova rinascita spirituale ”.
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