"Infernalis" di Fabio Carmelo D'Antoni a cura del critico d'arte Melinda Miceli
Grande successo per la mostra del maestro D'Antoni
SPECIALE” Infernalis “, Carmelo Fabio D’Antoni al Contea Caravaggio Museum, a cura di Melinda Miceli
Sabato 14 settembre ore 20.30 si è inaugurata in anteprima assoluta per la Sicilia la mostra del grande maestro Carmelo Fabio D’Antoni, già Artista Patrimonio della Regione Toscana, sulle tematiche nascoste della Divina Commedia del Sommo poeta Dante Alighieri dal titolo “Infernalis - Viaggio attraverso l’inferno di Dante” .
Il maestro dopo aver presentato l’eccellentissima mostra alla Regione Toscana - Palazzo del Pegaso, apprezzata dal Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, “ Sono certo che il visitatore sarà rapito - come lo sono stato io - da questo viaggio che lo conduce verso un cammino fatto di tenebre e luce che, pero', diventa verità e incontro con La Ventunesima Tela ". Dott. Eugenio Giani .
Un viaggio dantista in una scenografia suggestiva e adatta a contenere la simbologia, rappresentato in questo suo primo capitolo all’interno del prestigioso Museo di fama internazionale la Contea del Caravaggio, dove si sono svolte col patrocinio e il plauso istituzionale del territorio e di rappresentanze del comune di Catania varie kermesse internazionali di altissimo livello che hanno visto in mostra artisti del calibro di : Alex Caminiti, Alexander Donskoi, Azul Iturri, Thomas Mainardi, Jesus Ingles Canalejo, Alex Folla, Andy Warhol, Matthias Kostner,Sara Baxter, Dimitri Salonia , Isabel Hooft, Rino Caracò, Christian Zanotto, Alicia Masò, Anna Muzi ecc.
Il lavoro del Maestro D’Antoni prevede in futuro altri due appuntamenti che sveleranno nel loro percorso le tematiche nascoste all’interno della Divina Commedia .
La mostra è stata presentata dal Dott. Maurizio Catania e dalla Critica e Storica dell’arte Dott.ssa Melinda Miceli che ha apprezzato e recensito magistralmente il progetto. Di seguito l'interento critico della dott.ssa Melinda Miceli: " Nel ciclo pittorico Infernalis il maestro Fabio Carmelo D'Antoni, ha dato vita alla creazione di 10 tele che raffigurano un poema sacro, dove l’artista propone la sua visione dei gironi della Divina Commedia e vuole racchiudere in essa un messaggio esoterico che può essere letto sia nella chiave Ermetico-Alchemica della Tradizione Occidentale sia in quella della via ascetica, induista o buddhista, delle Tradizioni Orientali come i Misteri dell’antica Grecia.
L'Artista come il sommo poeta Dante nella Divina Commedia, nasconde il completo percorso iniziatico dell’Adepto avvolto nell’oscurità del suo stato umano che discende agli inferi, per poi iniziare la sua lenta risalita, attraverso la purificazione ed infine raggiunge la Luce.
Il viaggio del D’Antoni ha dunque valore allegorico, come il percorso di purificazione morale che ogni uomo deve compiere in questa vita per liberarsi dal peccato, sotto la guida della ragione rappresentata da Virgilio per Dante, dalla Donna per l’artista.
Il D’Antoni trova profonda inspirazione nell'anima forte ed eterea della donna e come Dante, poeta orfico, che faceva parte di un ordine segreto iniziatico “I Fedeli d’Amore” insieme a molti altri poeti del Dolce Stil Novo, ritiene che l’iniziazione è legata ad un’illuminazione interiore ed individuale, la quale antropomorfizzata sotto forma di amore per una donna (o dama), assimila una doppia valenza; oggetto dell’amore del Fedele e trasposizione simbolica di quell’anelito d’amore verso il ricongiungimento col divino in quanto la Donna eleva l’Uomo al di sopra della conoscenza empirica, rifacendosi al concetto di Sophia degli Gnostici.
Ed è in questo stretto legame culturale alla poetica orfica di Dante che vediamo apparire sulle sue tele, il “realismo magico” dell’artista soprattutto quando rappresenta ibridi mitologici (Cerbero), rappresentazioni di paesaggi inquieti e inquietanti (Caron Dimonio) l'ambiguità misteriosa di un luogo in visioni infernali e incubi paradisiaci o apparizioni celesti alla maniera del celebre Hieronymus Bosch (1450 ca-1516).
Scaturiggini estetiche fiamminghe rivelano una passione per il Nord Europa, asso del Gotico ed è li che occorre cercare i dettagli di certi quadri “nordici” di Fabio Carmelo D’Antoni, esprimere l'elemento chimerico attenendosi alla rappresentazione del tangibile, agendo sul frasario degli accenti, sull'intensificazione dell’ enfasi, in elaborazioni affini a quelle di Salvator Rosa, Magnasco o Piranesi.
Fissare opere come Caron Dimonio e il Diavolo sotto forma di donna, significa perdersi, trasformarsi in pietra dura, opaca, esorcizzare il male storico che spiega la genesi dell’ambivalente natura umana. L’allegoria del male come trappola si oppone alla sfida enigmatica di misteriosi volti mentre lo spettatore s’interroga, sugli ermetici tratteggi, sintesi perfetta tra il mondo terrestre e il destino, con chiari riferimenti alla concezione dell’eterno ritorno di Nietzsche.
La 21 tela, closa del ciclo pittorico Infernalis, nasce dalla ricerca della simbologia nascosta all'interno dei cantici della Divina Commedia.
Dante vivo attivista politico e letterario del suo tempo, ha lasciato nella sua opera immortale, chiari segni che si collegano al mondo islamico, ai templari, all'astronomia, e ad alcune verità ancora celate dalla chiesa. Dall'ispirazione ermetica della famosa terzina che recita: "O voi ch'avete li' ntelletti sani, mirate la dottrina che s'asconde sotto 'l velame de li versi strani", la 21 tela sviluppa i segreti simbolici nascosti nella Divina Commedia, tutti da decifrare. Questa complessa opera si risolve in un eterico contrasto di bianco e nero e riassume un ciclo pittorico con un’eccezionale dispiegamento di figure diverse che dalle tenebre, dalla paura alla morte assumono forma rotante, a conferma dell’intento simbolico dell’insieme. L'Opera riporta sulla fronte il 3, simbolo della conciliazione che con il suo valore unificante, permette di uscire dall’antagonismo, valicando la visione parziale e riduttiva del dualismo. La sua espressione geometrica è il Triangolo, simbolo esemplare del ritorno del multiplo all’unità nell’alterità del molteplice.
Nella a 21a tela si distinguono i chiari segni dell'eterno scontro tra il bene e il male, rappresentato da un angelo e un demone spalla a spalla, posti alla base del volto del Cristo, impresso sul Velo della Veronica. Nel mezzo dei due angeli si intravede la croce dei Templari, segno di appartenenza all'Ordine, in alto a sinistra è posta la costellazione della croce del sud, enigma presente nel Purgatorio in quanto questa costellazione è visibile solo dall'emisfero australe, pertanto non può essere osservata dall'Europa o dal medio Oriente. In alto a destra appena accennato il simbolo dei Rosa Croce e in circolo alcuni dei numeri legati alla DIVINA COMMEDIA e cioè: il 3 il 9 il 7 il 22 il 515 il 666. L'Opera sintetizza la consapevolezza e il dolore mentre cerca e osserva il divino, il se superiore, in un viaggio onirico tra storia e memoria sui sentieri della pittura indottrinata di Fabio Carmelo D’Antoni.
Le donne D’Antoni nel ciclo Infernalis, dunque lontane dal voler essere una semplice trasposizione ritrattistica reali e fatate, si fanno elementi, simboli, dalle nomenclature colte, portali per entrare nelle dimensioni del sogno, delle paure, dell'inconscio, dello spirito, aventi una funzione talismanica come le sculture di mostri sui portali delle cattedrali gotiche ma ancora i totem di Max Ernst.
In ogni opera, come il sommo poeta Dante, il D'Antoni, da vita ad una scena per completare l'allegoria gotica dell'esistenza oltre il confine dell'umano, a istoriare le radici dell'essere e del Cosmo stesso che egli studia attraverso i suoi ritratti caricandoli di significati alchemici e iniziandoli alla vita con la sua pennellata carica di diluviante energia cosmica.
Dottrina, mitologia e realismo si compendiano in uno stile che assimila la migliore tradizione classica, dove la sua abile padronanza tecnica mostra di conoscere bene i segreti di luci, sfumature caravaggesche e atmosfere gotiche, soprattutto attraverso la riproduzione minuziosa dei dettagli e dei tratti fisiognomici; la forza vibrante del colore, la vitalità, la magia luminosa, la liricità dei dipinti, dimostrano una professionalità lungamente sperimentata e il progredito impulso creativo trasfigurano le sue tele verso una sublime raffinatezza di celestiale luminosità".
Melinda Miceli Critico e Storico dell'Arte
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