Il reportage Sierra Leone del noto fotografo Sebastiano Cosimo Auteri alla Mamo Gallery museum di Milano
Auteri espone 3 foto del Suo reportage Sierra Leone a Panormus Mare
Con grande consenso di pubblico durante la mostra Sebastiano Cosimo Auteri ha esposto 3 foto del Suo noto reportage che invita a rivedere il ritmo uomo- natura e alka rigenerazione del pianeta attraverso la poetica espressa dai fotogrammi mossi che nascondono il dramma di una realta' povera sulla quale trionfa su tutto l'ingenuita' dei bimbi e la delicatezza delle donne. Infine questa figura drammatica che sembra fondersi col paesaggio arido e' come un totem di Mark Hernst quasi la chiave di volta che sintetizza la sua denuncia di viaggiatore, gridata dalla Sua anima che percepisce la dimensione di questa terra su molteplici livelli e la elabora con scatti fulminei che lanciano a tutti grandi riflessioni.
"Terre incognite di fascino ed esotica e malinconia nei reportage “umanisti” di Sebastiano Cosimo Auteri.
Gli scatti del viaggiatore e fotografo Auteri nei quali l’artista ha saputo ritrarre la realtà della Sierra Leone, si legano strutturalmente alla tradizione di una cultura che da sempre affascina esploratori e avventurieri, coloni e viaggiatori e seguendo la scia di una «terra incognita» scrutata dall’occhio contemporaneo ci svelano strati eterogenei di tradizioni artistiche, rituali, religiose e, quel fascino esotico nelle forme e dei colori che emerge dai passi del suo diario di viaggio. Il surrealismo di alcune fotografie deriva dalla capacità magnificare i riti quotidiani, in scatti la cui fragilità evocano un'irrefrenabile angoscia in cui la sensibilità musicale anima le intransigenti composizioni pittoriche dell'artista. Risulta magistralmente espressa la malinconica quotidianità di questa gente attraverso un utilizzo consapevole delle leggi compositive e prospettiche, della profondità di campo e, soprattutto, della dialettica tra luce ed ombra, quasi a riflettere superstizioni e credenze che deflagrano nei colori inverosimili da immortalare sulla pellicola. Lo scatto tecnico è innato, e porta dentro di se, quella luce che è della Sierra Leone, una terra antica, e del suo popolo; incontra donne e uomini che lavorano ore al giorno, senza casa, senza assistenza e senza scarpe con i loro valori e le usanze e scrive con la macchina fotografica una lingua che esprime il suo stile, in cui sta dentro tutta la sua vita. Contro gli stereotipi di genere l’artista ha pensato di esplorare la bellezza interiore, commovente e prepotente, che trapela nei ritratti dei protagonisti di qualsiasi età; persone che vivono potente la loro cultura caratterizzata dal delicato equilibrio tra l’approccio etnografico ed estetico attraverso la consapevolezza antropologica rappresentata dai loro ritmi, che in realtà svelano riti e miti originali. Emerge l’insegnamento più importante delle civiltà precolombiane: le energie primordiali dell’uomo in armonia con la natura, che le popolazioni andine sono riuscite a custodire nonostante gli effetti della globalizzazione, dall’economia di mercato, dalle religioni importate e dal neocolonialismo economico. Auteri si apre alla preghiera in questi volti e paesaggi per raccogliere con istintiva prontezza ogni attimo di fugace incanto che la vita accompagni al suo sguardo e lo porta a scattare istantanee e fulminee da evocare il genere del reportage umanista"
Melinda Miceli Critico d’arte
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