Luci e riflessi iperreealisti. Teatro dell'equivico la pittura di Pietro Alessandro Trovato. Lettura critica di Melinda Miceli
Melinda Miceli Scrittrice saggista romanziera Critico d'arte
LUCI, RIFLESSI E TRASPARENZE IPERREALISTE NELLA PITTURA DI PIETRO ALESSANDRO TROVATO
di Melinda Miceli | 04/06/2018
Il pittore Pietro Alessandro Trovato, nell’attuale panorama artistico siciliano maestro ed esponente di grande rispetto, nasce ad Acireale nel 1972, attualmente vive e lavora a Catania.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Catania, conseguendo nel 1998 la laurea in Pittura con il massimo dei voti, discutendo con il relatore, il critico d’arte, Paolo Giansiracusa la tesi sperimentale: “I macchiaioli siciliani”.
Dopo i primi esordi pittorici figurativi, passa allo studio dell’informale e del concettuale, per poi ritornare ad un figurativo che ritrae per lo più donne in uno stile futurista. Successivamente con lo studio delle opere classiche, esplora con un nuovo percorso, uno stile ampiamente approfondito dai critici Vittorio Sgarbi, Paolo Levi, Paolo Battaglia La Terra Borgese, Stefania Bison.
Melinda Miceli, nota scrittrice e critico d’arte, ci offre un personale excursus nel quale espone una schematica rassegna del suo pensiero.
Luci, riflessi e trasparenze iperrealiste: “La natura morta del pittore siciliano Pietro Alessandro Trovato rendendo visibile, con una precisione quasi matematica, l’entità fisica è vivissima e al contempo fortemente allegorica: ogni dipinto, specchio retorico della sua percezione esistenziale, si staglia sul confine di due iperurani figurativi: l’Iperrealismo e il Realismo. Nei suoi quadri le immagini possiedono un ruolo cruciale, sono strumenti di seduzione, nelle quali il cromatismo velato di trasparenze che sembrano attraversarle, assume una valenza simbolica attraverso la comparsa del vetro e di elementi di richiamo classico. Una natura morta, quella immortalata da Trovato che seppur lontana da ogni ricerca cubista, da ogni sfrenata euforia espressionista, da ogni velleità astrattista fa a pezzi la logica ed esalta l’antinomia,dispone a suo piacimento le esteriorità e catapulta lo spettatore nel buco nero dell’enigma. Quel personalissimo linguaggio di cose sempliciche serve per tradurre pensieri e deliri onirici è tutto giocato sulla raffinata abilità nel manipolare le immagini attraverso l’uso della luce quasi con vezzo fiammingo. La sua precisione dei dettagli contribuisce ad alimentare lo Shock della Visione, investendole di luce, riflessi e trasparenze. I suoi dipinti sembrano racchiusi in una bolla di muti segreti, quasi avvolti da un’aura metafisica, sospesa e staccata dal turbinio della vita”.
Al di là della padronanza tecnica, occorre sottolineare il senso della sua espressività senza pause e ripensamenti, un linguaggio concreto che gli consente di individuare un proprio spessore artistico.
Qual’è la differenza la natura morta ed un’immagine illusionista?
“La frutta e gli ortaggi di Trovato sembrano essere posati sul tavolo di un salotto per un incontro conviviale nel quale l’artista ricerca la sacralità delle forme, mentre la sua tavolozza trasmette messaggi di ambiguità evocativa relativa ad un passato filtrato e quasi imbalsamato attraverso il vetro, dove l’immagine artefatta nasconde il vero riflesso del suo pensiero molteplice e pirandelliano. Il soggetto nella dimensione strutturale creato con energia e liricità nel suo suggestivo schema interpretativo si presta all’inganno visivo tipico del capolavoro entrato in azione semplicemente con la pittura che tende a una concretezza tale da generare l’illusione del reale stesso. Il suo frasario artistico definisce anche gli artifici prospettici applicati per dare l’intendimento di un dilatarsi dell’ambiente recondito e si propone di sorprendere e stimolare, piacevolmente il godimento di colui che contempla il quadro, annientando la distinzione tra il vero delle immagini iperrealiste e l’allegoria tematica dell’opera“.
Numerose sono le mostre personali e collettive a cui Trovato ha partecipato dal 1992 ad oggi. Partendo dal 2017 citiamo a Palermo la prima edizione “Biennale Internazionale d’Arte del Mediterraneo” dove gli è stato conferito il premio “MeArt – migliore opera iperrealista”.
Nel mese di aprile 2017 ha partecipato alla mostra collettiva “Vitalismi stilistici”, presso il Museo Emilio Greco di Catania, curata dal critico Fortunato Orazio Signorello, promossa dall’Accademia Federiciana e con il patrocinio del Comune di Catania.
Nel mese di maggio alla “Bienal de Arte Barcelona” (Spagna) presso il MEAM (Museu Europeu d’Art Modern) – Palazzo Gomis.
L’opera “Red rubber glove“, nel mese di settembre è stata insignita del “Premio Internazionale Berlino“.
Molti suoi dipinti sono stati pubblicati in diversi cataloghi, libri e riviste d’arte. Pietro Alessandro Trovato è stato selezionato tra alcuni artisti dal prof. Vittorio Sgarbi per il progetto editoriale, curato dal professore, “Italiani – selezione d’Arte Contemporanea”, con la seguente motivazione: “Per il raro talento e la valenza dell’operato artistico, per la qualità della tecnica e la ricerca stilistica espressa, merita profonda stima e grande attenzione nel panorama dell’Arte Contemporanea Italiana” e l’opera “Succo di rapanello” è stata pubblicata nel libro d’arte “Italiani”.
Numerose opere sono state vendute in Italia ed all’estero: Inghilterra, Messico, Grecia, Svizzera. Ha realizzato, su commissione, diversi ritratti, tra cui il ritratto del soprano greco, di fama internazionale, Dimitra Theodossiou.
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