Gitani & Dintorni
L'Ufficio Pari Opportunità della Provincia di Lucca è lieta di presentare la mostra fotografica di Roberto Paglianti “Gitani & Dintorni” che si svolgerà presso la Sala Mario Tobino di Palazzo Ducale dal 25 gennaio al 18 febbraio.
Roberto Paglianti, fotoreporter che da oltre 40 anni racconta gli avvenimenti più importanti della storia italiana - dal suo inizio di carriera con il caso Lavorini fino alla strage di Viareggio – nel maggio del 2011 ha deciso di recarsi nell'affascinate Camargue (Francia) per realizzare un progetto dedicato ai gitani che ogni anno si radunano per tre giorni a Le Saintes Maries de la Mer per venerare Santa Sara, la Madonna protettrice di tutti i nomadi del mondo. Una tradizione che si ripete da secoli e che Roberto Paglianti ha narrato attraverso la sua macchina fotografica con grande attenzione e delicatezza riuscendo a vivere in prima persona ogni momento di quelle intense e pittoriche giornate fatte di sacro e di coinvolgente folclore. Non solo un meticoloso reportage ma una ricerca artistica nel voler svelare gli aspetti più nascosti dei gitani sia negli attimi di aggregazione ma soprattutto nei numerosi ritratti che evidenziano un popolo che ha sempre portato un se un alone di mistero sino dalle sue origini. Misteri che forse nemmeno gli scatti di Roberto Paglianti sono riusciti scoprire del tutto nonostante l'intensità di quei volti e delle loro particolari gestualità. Visitare la mostra “Gitani & Dintorni” sarà però l'occasione per abbandonare molti luoghi comuni e stereotipi per lasciarsi trasportare in un viaggio dall'atmosfera carica di magia che Roberto Paglianti ha saputo mettere in luce con grande maestria. E nonostante i colori siano dominanti in queste giornate di raduno, la scelta è stata quella di presentare le opere esposte esclusivamente in bianco e nero. Un criterio che ha sicuramente enfatizzato maggiormente la celata anima dei gitani. L'esposizione è a cura di Maurizio Marco Tozzi.
Robert Paglianti
nasce a Viareggio il 19 marzo 1946 e sin da giovanissimo si cimenta con l'arte avvicinandosi alla pittura e, non ancora diciottenne, si presenta alla critica con una sua mostra personale nella propria città ottenendo un notevole successo. Si avvicina al giornalismo locale e viene folgorato dalla passione per la fotografia giornalistica. Tralascia la pittura e si butta a corpo morto nel fotogiornalismo. Si fa prestare la reflex da suo padre, una Zeiss Icarex che a quei tempi era il massimo che si poteva chiedere per un neofita. Comincia a scattare e vede le sue prime fotografie pubblicate sui quotidiani per una sua immensa soddisfazione. È il 1969 e l'inizio della sua carriera coincide con il caso Lavorini. Il primo caso di kidnapping avvenuto in Italia. Scompare un ragazzino di undici anni e la stampa sia nazionale che internazionale si occupa prepotentemente del fatto. Per Roberto Paglianti è l'inizio della sua carriera. Le sue foto vengono pubblicate su tutti i giornali d'Italia ed alcuni quotidiani e settimanali internazionali. Grazie a questo fatto riesce a tessere legami con i giornali a cui propone continuamente la propria produzione essendo la Versilia di quegli anni il centro del divertimento notturno dalla Bussola di Bernardini, di cui era grande amico, alla Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi. Ha fotografato i più grandi artisti che sono passati da questa terra nei famosi anni sessanta. Da Celentano a Mina; da Tom Jones a Charles Aznavour; da Ray Charles a Dee Dee Bridgwater. Ed a tutti quelli che si sono affacciati sul palcoscenico della Versilia nel corso degli ultimi quaranta anni. La sua agenzia fotogiornalistica è tutt'oggi attiva e collabora ancora con molti quotidiani avvalendosi anche della collaborazione di ottimi fotografi. Nel corso della sua carriera oltre a produrre fotografie richieste dai giornali riesce a scegliere anche gli argomenti che poi propone egli stesso ai direttori. Importante è stata l'esperienza che ha fatto in Camargue (Francia) a Les Saintes Maries de la mer andando a fotografare il raduno europeo dei gitani che gli stessi fanno ogni anno per onorare la loro protettrice la Madonna nera Santa Sara. Ha vissuto con loro per alcuni giorni e li ha fotografati in ogni loro sfaccettatura. Nel 2009, suo malgrado, deve intervenire con la sua Nikon per raccontare la cosidetta “Strage di Viareggio” dove a causa dell'esplosione di una ferrocisterna vi furono ben 32 morti. Ha sempre asserito di aver fotografato con le lacrime agli occhi nel vivere quei momenti terribili che avevano colpito proprio la sua città ed i suoi concittadini. Per questo servizio giornalistico nel 2010 ha vinto il premio fotogiornalistico “Tremonte” che si tiene a Catania ed alcune delle sue fotografie sono entrate a far parte del museo stabile di quella città. Oggi Roberto Paglianti sta cercando gli angoli di paesaggio più suggestivi sia in Italia che in altre parti del mondo producendo fotografie di gran pregio artistico.
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