Articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno
Il mio Graffito per guarire Vasco
Artista lucano
«Il mio graffito per guarire Vasco»
di MASSIMO BRANCATI
Con i suoi colori, la sua arte, la sua passione cerca di sollevare il morale del suo idolo, Vasco Rossi, alle prese con problemi di salute e frequenti ricoveri in ospedale. Massimiliano Ligrani, artista potentino di 35 anni, è l’autore del graffito apparso sotto la casa del Blasco, a Zocca. Un murales su strada, in acrilico, di almeno 180 metri quadrati. Un’opera che ha calamitato l’interesse dell’entourage dell’artista (tornato a Villalba) e dei tanti fan presenti per far sentire il proprio affetto al cantautore.
Che cosa rappresenta quel graffito? «Il titolo racchiude il significato: “Il freddo quando arriva poi va via”. Raffigura una bufera di neve, con tutte le tonalità dei colori freddi, dai bianchi fino all’argento, che s’intreccia n o con i colori caldi a voler rappresentare tutte le emozioni nell’arco di una giornata. Che sia felice, poco felice o infelice».
Un messaggio di speranza... «Certo. Tutti abbiamo problemi, l’importante è saper reagire. E Vasco di sicuro lo farà perché oltre ad essere un grande artista è un grande uomo».
Sperava di incontrarlo? «Sì, ma lui era già andato in ospedale. Comunque l’ho conosciuto e lui sa della mia passione per i colori».
Quando è accaduto? «L’anno scorso. Andai sempre a Zocca e realizzai un grande murales disegnando un pino loricato. Era un omaggio a Vasco: lui, come l’albero del del Pollino, una leggenda vivente. Mi fece i complimenti e mi disse che ero rock e che avevo un’ottima mano, invitandomi a perseguire nei miei sogni di artista».
Ne parla con grande ammirazione. Ma da dove nasce questo amore per Vasco Rossi? «Da quando avevo 11 anni, nell’87. Andai a Praia convinto che ci fosse una partita di calcio e invece c’era lui in concerto. I miei mi impedirono di entrare perché temevano che incontrassi qualche esagitato. Non riuscì a sentirlo, ma mi incuriosì e così comprai un suo disco. Rimasi folgorato».
Al punto che ormai Vasco è un po’ come una sua musa ispiratrice... «Beh, più che altro cerco di trasferire sulle mie opere la passione che ho per questo grande artista. A tal proposito, ho un sogno che spero di realizzare al più presto».
Quale? «Portarlo in Basilicata. Farlo cantare qui. Se non sbaglio, agli inizi della sua carriera, ha suona a Bernalda, ma poi non è mai sceso dalle nostre parti. Sarebbe ora che lo facesse».
Ma prima deve riprendersi. C’era chi, nonostante fosse già stato ricoverato la prima volta, gli chiedeva di esibirsi a Torino... «Una follia. Ma chi è un vero fan di Vasco non chiede questo. E infatti, con alcuni amici incontrati a Zocca, eravamo d’accordo che se l’avessero mandato sul palco noi avremmo organizzato un contro-concerto impedendo agli spettatori di entrare nello stadio. La salute di Vasco viene prima di tutto».
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