Il lato oscuro dell'arte
Il lato oscuro dell'arte
E' ENTRATA IN CRISI E HA SUBITO INFINITE DEFORMAZIONI.
EPPURE LA BELLEZZA E' ANCORA ATTORNO A NOI. COME
UN FANTASMA
di Janus Ho già avuto occasione di parlare in passato della bellezza, della sua scomparsa, della sua sopravvivenza, della sua morte, tante volte annunciata, della sua ambiguità, delle sue contraddizioni, amata e odiata, nello stesso tempo attraverso i secoli. E' come sempre imprevedibile, succede che qualche volta si allontani dalla nostra vita, ma abbiamo tutti nostalgia della sua presenza. Indubbiamente ne abbiamo bisogno, come del cibo, o dell'amore, spesso ci manca, ma c'è sempre qualcuno che vorrebbe abolirla o assassinarla, che non la condivide.
I modelli non mancano e sono illustrissimi, ogni civiltà ha avuto il suo tipo di bellezza, ogni secolo ha proposto la sua idea più o meno astratta, più o meno utopistica. Non sappiamo nemmeno come sia nata e per quale motivo. Riusciamo a ricostruire la storia della cosmogonia o il concetto dell'essere, dell'uno e del molteplice, abbiamo perfino un'infinità di notizie intorno all'idea di Dio. Vi sono numerose mitologie e infinite rivelazioni che hanno narrato la storia di Dio o le storie delle divinità, ma la nascita della bellezza è misteriosa. Non riusciamo a collocarla esattamente nell'albero dell'evoluzione descritto da Darwin.
Come ha fatto l'uomo preistorico, l'uomo delle caverne, l'uomo che assomiglia ancora ad una scimmia a scoprire la bellezza? Non ne aveva bisogno e nemmeno ci pensava. Il suo principale problema era la sopravvivenza e la fame, era come difendersi dalle bestie feroci e dall'inclemenza della natura. Era un bruto che si risvegliava appena alla vita e alla conoscenza, era soltanto un gran bestione come lo aveva definito Vico, dedito al cannibalismo e all'uccisione dei suoi simili.
Sapientemente sapeva foggiare con le ossa degli animali uccisi o con la pietra la punta delle sue armi primitive. Aveva appena scoperto il fuoco e aveva inventato la ruota, che poi è arrivata fino a noi, ma la ruota, il fuoco,le schegge di pietra non erano ancora la bellezza, erano strumento semplicemente utilitari. Forse la natura cominciava a insegnarci qualcosa, ma bisogna attendere il passaggio dell'età della caccia all'età dell'agricoltura perchè la bellezza cominci a fare capolino nella coscienza dell'uomo, ma si trattava ancora di bellezza inconsapevole. L'uomo che dipingeva sulle pareti della sua caverna i bisonti con l'ocra rossa o le scene di battaglia o di caccia non sapeva nemmeno che cosa fosse la bellezza, il suo scopo era sicuramente diverso. Un barlume forse era già contenuto nelle danze primitive.
Dobbiamo aspettare l'arrivo dei dei greci perchè si abbia finalmente consapevolezza della bellezza fine a se stessa. Per gli antichi egizi era una forma di religione, misticismo; per gli assiri babilonesi una forma di potere. Gli antichi greci invece scoprirono la bellezza nel corpo umano e questa intuizione cambiò il corso della storia. Divenne un simbolo, un mito, un pensiero, un ideale, era semplicemente purezza, per Pericle nel celebre discorso riportato da Tucidite era racchiusa nella semplicità;l'idea fu accolta nel rinascimento, appare nell'uomo vitruviano di Leonardo, rivive nella nostra civiltà attraverso enormi sofferenze e contraddizioni.
Ne parlarono spesso i filosofi che erano soprattutto pedanti, dai presocratici a Croce e a molti altri ancora, ma con un senso di sgomento e di incredulità, quasi da entomologi più che da esteti, cercarono di definirla, di identificarla con il bene e con il vero, ma la bellezza rimase sempre sfuggente e imprevedibile.
Poteva essere crudele, poteva essere apportatrice di morte. C'è una curiosa fiaba che parla della bellezza da questo punto di vista: è quella di Biancaneve, racconto famosissimo, narrato dai fratelli Grimm e da molti altri. E' la storia di una uccisione ch si ripete molte volte nel corso della vicenda. Una matrigna odia la figliastra (ma in alcune versioni più realistiche si tratta di una madre e di una figlia), non per motivi di denaro o di potere o perchè amano lo stesso uomo, ma perchè la prima non sopporta la bellezza dell'altra, la fa uccidere, mangia addirittura il suo cuore e i suoi polmoni (o almeno è questo che crede).
La bellezza conduce al cannibalismo. Quando scopre che è ancora viva prende la decisione di andare a ucciderla personalmente.
Ci riesce tre volte, Biancaneve muore e poi risuscita fortunosamente. La bellezza ha effetti funesti. La terza risurrezione è più complicata. Il corpo di Biancaneve viene rinchiuso in una bara di vetro, collocata sulla cima di una collina, fino a quando un principe di passaggio la vede e si innamora e la fa portare nella sua reggia. Ama in realtà un cadavere. Tutto questo avviene intorno al mito della bellezza che in questo caso ha un potere distruttivo.
Breton diceva che la bellezza deve essere convulsiva. E' il contrario dell'immobilità, non è mai mimesis, ma frenesia e innovazione.
Sembra che la bellezza sia il lato oscuro dell'arte. Nell'ultimo secolo ha attraversato un lungo periodo di crisi, forse era diventata insopportabile, ma era tutta la società che con le sue guerre e le sue persecuzioni era entrata in crisi e stava avviandosi verso una morte crudele. Ha subìto infinite deformazioni, ma la bellezza è ancora intorno a noi come un fantasma, non ha intenzione di abbandonarci.
D'altronde non è facile conquistarla, nè dominarla. Può capitare a noi quello che è successo a Biancaneve, di essere avvelenati o assassinati a causa della bellezza. Per accettarla occorre naturalmente avere una mente più lucida, più versatile, una intelligenza più aperta, non bisogna pensare che sia sempre a portata di mano, bisogna scovarla negli angoli più remoti dell'arte, nei luoghi dove la bellezza non è mai banale, da Picasso o da Bacon e da altri artisti che hanno ancora il culto della bellezza.
E' come una strega, ma è anche come una fata, è pericolosa, dolcissima, ma è anche un'assassina.
La Regina che cerca di uccidere Biancaneve non è un mostro, non è deforme, è una donna bellissima, è piena di fascino, ma la sua anima è malata.
Fa un cattivo uso della bellezza, ma questo capita ancora di più ai brutti.
Il segreto è uno solo: bisogna cominciare a nutrirla dentro di noi.
L'articolo a firma di Janus, - pubblicato sul Bimestrale di critica e d'informazione ArteiN numero 128 -Agosto - Settembre 2010 - è stato utilizzato a mò di manifesto dal sottoscritto previa autorizzazione del direttore responsabile Lorella Pagnucco Salvemini, in occasione dell'happening-vernissage "Incontri d'arte, percorsi di vita", svolto a Potenza presso il salone Hair Spa by Antonella. Quest'ultimo avvenimento è stato realizzato per contrapporre la bellezza esteriore e sensibile con quella interiore - artistica, seria e leggittima a prescindere dalla forma e dal linguaggio utilizzato.
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