"Incontro d'arte" con il critico d'arte Franco Palumbo
Sinestesie
Mi è stato presentato Massimiliano Ligrani.
Al telefono ho percepito i motivi dell'incontro. Ho avvertito il suo fermento vitale, capace di far credere nell'impossibile.
Dalla macchina estrae cartoni schizzati di vernice: da quel groviglio di segni interpreta il significato delle sue composizioni. Mi attrae il suo modo di penetrare l'aggressività cromatica: frammenti di una immagine, scaglie materiche che si contrastano nel gioco della continua ricerca, tra folate di delicatezza e striature di pennellate cariche di colore.
Contemplo il suo entusiasmo, la sua consapevolezza nella creatività del clima informale grazie alla quale concepisce gli spazi della tela. Nei suoi lavori, nati dal superamento di ogni limite compositivo, avverto la fluidità della magia del colore: il gesto, il segno, la macchia risolvono la poetica del racconto, che Massimiliano estrae dalle sue composizioni.
Dall'essenza pittorica astrae e fissa il vitale impulso della sua intima emotività. Il nostro incontro, spinto dapprima da motivazioni irrazionali, diventa in seguito concretezza razionale, sulla scia dell'espressività materica e cromatica.
L'indeterminato diventa per Ligrani racconto e cronaca, nel lucido intervento mentale di dipingere in una dimensione informale.
Dal labirinto immaginario e creativo di Massimiliano scopro che esiste una verità: nell'invisibile scrigno dell'emozione della memoria vive il suo progetto di fare arte.
Al termine dell'incontro, chiarificatore dell'esplosione del suo pensiero, mi ha donato una sua creazione, molto equilibrata nella composizione, che ho molto apprezzato. Lì ho scoperto un particolare significativo: l'artista ha firmato l'opera su tre lati del riquadro, lasciando uno spigolo vuoto, forse un punto di fuga verso la magia del racconto colorato.
10.10.2010 Franco Palumbo
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