Mostre recenti
Olbia Expò - Giugno 2009
Scrivo volentieri qualche breve considerazione, da non addetto ai lavori, per la presentazione della mostra dell'artista Fiorenzo Mascagna, che rappresenta uno dei più interessanti eventi inseriti nel calendario delle esposizioni ospitate nella struttura dell'Olbia Expò. L'artista, esprime con le sue opere forme originali e risolute, nel contempo essenziali figure dalla potente carica emblematica, immerse in una luce assoluta, nella quale traspare la dimensione più personale ed intima del pensiero scultoreo dell'artista. I lavori, alcuni stilizzati, altri in cui si incontrano felici giochi geometrici, sono realizzati principalmente in legno di abete, castagno, ma anche con le suggestive e policrome pietre sarde. Questo il filo conduttore di “Mondi svegliati di notte”, l'ultima produzione dello scultore Fiorenzo Mascagna, che sarà ufficialmente presentata venerdì 19 giugno p.v., presso la sala esposizioni dell'Olbia Expò. Anche con questa sua ultima fatica, Fiorenzo Mascagna saprà imporsi all'attenzione di un pubblico, sempre più numeroso e competente, che avrà modo di apprezzare ancora una volta la forza e la vitalità espressiva delle sculture esposte. E' per questo motivo che l'Amministrazione Comunale continuerà a promuovere e a sostenere le iniziative che possano contribuire alla crescita culturale della nostra città .
On. Giovanni Maria Enrico Giovannelli
- Sindaco di Olbia -
Vitarte (VT)- febbraio 2009
In Fiorenzo Mascagna è probabilmente l’uso indistinto della mano sinistra e della mano destra a rendere armonico questo suo rivolgersi con la medesima maestria alla pietra e al legno. Una dualità che ha origini lontane, visto che lo scultore viterbese fin dai tempi dell’Accademia alternava la frequenza dei corsi con i laboratori dove si lavora la pietra. Dualità che continua nella concezione che Mascagna ha della scultura come arte del togliere e del costruire. Quella che può essere definita completezza dell’artista che da docente di Teoria della percezione e Psicologia della forma si è trovato a misurarsi con forme monumentali, è artigianalità dell’arte. La definizione che Mascagna dà di sé come “operaio delle proprie idee” è il sunto di questo rapporto a tutto tondo che l’artista ha con la materia non soltanto suggerita ma plasmata, resa nuova ogni volta. Se la scultura è “un appuntamento sulla panchina del tempo tra idea e materia” l’artista non ha di certo tralasciato di far sedere su questa panchina il felice incontro tra tecnica e idea. In quest’epoca di allargamento estetico dove la scultura è tendenzialmente assorbita dal pensiero artistico generale subendo di fatto un ridimensionamento in termini di qualità, Mascagna, attraverso la finitezza delle sue forme, pone l’accento sul fare artistico inteso come oscillazione interna all’individuo, dove pensiero e tecnica di esecuzione sono comprese.
Personale di scultura Civitella del Lago (TR) - Maggio 2009
La costruzione di un’idea non ha fatiche, non ha inizio e non ha fine. Questo tempo distribuito dentro giorni fatti di un giorno solo accende le attese. La scultura non ha promesse da mantenere ma solo opportunità da cogliere che di tanto in tanto si affacciano dalle finestre della materia. Il tutto ed il nulla si succedono nel gioco della costruzione. I contorni tracciati con le dita sono strade che conducono a luoghi della memoria da dove altre linee vanno via veloci, come lune dipinte sfiorando il profilo dei sogni. Lo scalpello traccia solchi buoni per la semina dell’idea. Le attese si fanno piccole nelle mani per essere contenute dal gesto da ripetere il giorno dopo. Immettere una forma nuova nel mondo non è un atto di presunzione, è una forma di rispetto nei confronti di un oggetto nel pensarlo valido per lo spazio che lo accoglie. La scultura è fondamentalmente un gioco quindi è necessario restare in qualche modo bambini.
Settembre 2009: Personale di scultura "Mondi svegliati di Notte", Galleria Chigi - Viterbo
L'arte si assume spesso, attraverso l'immaginazione, il compito di superare il confine precario tra natura e cultura. In questa chiave interpretativa, Fiorenzo Mascagna utilizza i suoi materiali, componendo una tavolozza scultorea dove i legni di abete e di castagno si fondono con le pietre, in un'armonia delle forme.
In tale prospettiva, il cromatismo discreto delle pietre realizza una sintesi di colore con le strutture complesse del legno e con l'artificio suggestivo delle vernici. Il quadro plastico delle forme che ne risulta realizza un racconto in cui la purezza geometrica delle strutture dà luogo a delle immagini figurative costruite dalla spontaneità immaginativa del fruitore. La scultura dell'artista interpreta il mondo in modo da modellarlo al proprio ambiente.
Le sue opere, poste al confine tra il figurativo e l'astratto, rappresentano, nella purezza regolare delle loro forme, oggetti che arredano e ornano nel contempo l'ambiente in cui si collocano. Così, lo spazio sociale della città e quello privato della casa vengono ad animarsi attraverso composizioni che fondono l'arte con l'artigianato, l'immaginazione con la tecnica. In quest'ottica, Mascagna riesce ad aprire la tradizione mitica e poetica del suo territorio ad un futuro in cui le soluzioni evocano la presenza dell'uomo che crea e trasforma, con la sua opera, la natura.
La mostra sviluppa un itinerario narrativo sottolineato, in modo particolarmente efficace, dal titolo che evoca il significato profondo sotto il quale vengono unificate le opere. Con l'espressione 'Mondi svegliati di notte', emergono significati nascosti che appaiono e scompaiono, si svelano e si nascondono. Le pietre, incastonate in un mosaico di colori e di forme, indicano il treno dei racconti dove i paesaggi e gli episodi si strutturano secondo il colore in un'opposizione dialettica tra la serenità della pietra e la brillante vivacità delle vernici acriliche e metallizzate. In questa atmosfera, che costituisce lo sfondo delle composizioni, si ritaglia, nel significato delle forme, il nome delle cose. Il linguaggio espressivo trova gli espedienti tecnici nell'invenzione di legami inconsueti nei quali, oltre alla sintesi tra l'effetto cromatico naturale della pietra e quello artificiale del legno tagliato e incollato, frequentemente ricoperto di vernice, l'artista crea un legame tra i materiali, cucendo con fili metallici la pietra.
I significati delle sue composizioni percorrono due itinerari: uno emotivo e romantico come, ad esempio, nell'estasi, il bacio, il ritratto all'amore e la grande madre, evoca i sentimenti e valorizza la fantasia; l'altro, di natura tecnologica, trova nell'armonia delle fontane, nella costruzione del sapere e nella stilizzazione di tutte le composizioni narrative, l'espressione delle forme che, con la loro regolarità e movimento, danno forza all'incessante creatività vita.
Aurelio Rizzacasa