Critico D'Arte Dr.Prof.Vincenzo Piccione D'Avola ha scritto ...
La preziosa produzione artistica di Mariella Flammà, figlia della Terra ennese,'giovane mamma', pittrice autodidatta , cultrice appassionata dell'arte - news 'chiaroscurale neocaravaggesca', ci fa scoprire la 'promettente' statura di un'artista assai singolare e, al tempo stesso, sorprendentemente originale, creativa e di fascino artistico non comune. Le sue significative e ben elaborate pitture di grandi dimensioni, per le loro intrinseche caratteristiche tecniche e cromatiche, ove emerge l'uso sapiente di colori forti , caratterizzate da luci ed ombre, sono la testimonianza viva di una ammirevole passione artistica: solo frutto di naturali doti. Anche perchè, dobbiamo subito aggiungere, l'arte dell'ennese Flammà, per il discorso antropologico, naturalistico e, per certi versi, religioso-sacrale, che svolge nei suoi soggetti pittorici, per la maggiore presi con passione emulativa dalle opere del Caravaggio, risulta essere un esempio classico di modalità interpretative di un grande Artista, che ha segnato, con la sua preziosa e ricca produzione, quasi tutte le opere della Storia sin dal suo emergere nella scena dell'arte italiana. Fatto peculiare, però, è anche quello per il quale la Flammà riesce a cogliere nella ispirazione di Michelangelo Merisi tutta la problematica della 'crisi religiosa' di questa nostra Età Postmoderna, attraverso anche la subblimazione dei 'segni FORTI' dei incorruttibili capolavori caravaggeschi: il problema del vivere e del morire, della natura e della caducità di ogni umana bellezza fisica,... incastonati,oggi nel caos della crisi, spirituale, sociale e politica del nuovo Millennio. Vere immagini di una "crisi epocale esistenziale", quindi, che si riflettono nelle opere della Flammà, che pur nell'imitazione-interpretativa, sa cogliere le "solitudini esistenziali" del nostro oggi; ed è così che vi si legge, trà le pieghe di queste tele,...e la ricerca affannosa della Verità, vissuta e sofferta,...e la forte rivalsa delle "emozioni estetiche ed estemporanee"
dell'Uomo, della sua Fede problematica e della sua Storia di contraddizioni esistenziali e socio-politiche. Primo punto-forza, utilizzato in maniera superlativa da questa Artista ennese, è innanzitutto l'osservazione del "fatto culturale delle opere caravaggesche", in modo particolare quelle a carattere sacro, ove la "mamma-artista" si rivela assai attenta alla fisicità dell' uomo, tendente al divino, e, al tempo stesso, alla corporeità contemplatrice dei frutti della terra, e...tutto questo è vissuto come in un immaginario viaggiare con la mente nel mondo del Merisi, che col suo Spirito guida magicamente la sapiente mano d' artista,...mano timida, ma pennello audace, semovente per la grande emozione del 'confronto', nell'universo della "memoria" di tutti quegli aspetti segnici e cromatici della storia umana ed artistica del Caravaggio, vissuta pienamente e tumultuosamente,... intrisa anche di "Valori eterni". In definitiva, la somma totale dell'operazione è l'Idea di perfezione umana ed esterica ricercata ed amata della nostra Artista. Alla luce di quanto scritto, nell'opera di Mariella Flammà, nel suo vivere quotidiano d'artista, possiamo dedurre e svelare il sogno di un'Idea perenne, che è quella della identificazione critica con l'arte di un Grande, che viveva affannosamente nelle sue contraddizionidi una Fede antica e sempre nuova, ove ritrovava la sua realtà umana trasfigurata: ne è traccia evidente la sua prodigiosa, sofferta, e assai ricca attività pittorica. L'immedesimazione artistica è, pertanto, autentico punto-forza della ricerca tangibile di un'Idea metafisica e metastorica, ancora non del tutto rivelata in Mariella Flammà; la Nostra ha ancora un cammino lungo da fare, anche di perfezione artistica.
Naturalmente, noi incoraggiamo questa "novella artista-fans del Caravaggio", la quale promette sicuramente bene, perchè anche il suo "immaginario" di Artista, pensato e partorito, anche attraverso autonome realizzazioni di piccole opere, che si staccano dai temi caravaggeschi, non sono altro che l'IDEA MATERIALIZZATA di una nuova e più autentica realtà da costruire e ricostruire in un"concetto nuovo di perfezione", che si sposta lentamente, ma costantemente, verso la via lunga ed in difficoltosa ascesa di una "perfezione aurea dei valori umani, del Bello e del Vero in sè è per sè. Ecco la chiave per aprire il mondo spirituale artistico di Mariella Flammà; ecco il codice semantico che svela i segni, le linee, gli spazi e le magiche cromie di un'arte, capace di sperimentarsi ogni giorno nell'Idea di perfezione, in tele, sempre più ardite, vere e proprie sculture cromatiche, caratterizzate da eleganti forme estetiche, che si traducono in affascinanti "emozioni" plastico-pittoriche chiaroscurali.
In tutta questa operosità di considerevole tensione artistica e sotteso un originale messaggio di valenza filosofico-spirituale, cioè quello, in particolare, di voler trasfigurare, attraverso la lettura critica ed estetica delle opere del Caravaggio, la sagoma del negativo cromatico dell'uomo "vecchio", senza meta e senza valori spirituali, in un'immagine "nuova", sognata e contemplata, di un "uomo-nuovo" al centro di un Universo di valori "ritrovato" e riproposto all' umanità sempre assetata di Verità: è, in realtà, una rivalsa atavica in un 'visivo giudizio' all'amorfa indifferenza esistenziale dell' essere umano ai suoi veri problemi di vita.
Quest'arte pittorica 'neocaravaggesca' è, ancora, "musica appassionata di estetiche forme esistenziali" nel cuore generoso e nobile dell'ennese Flammà, tale da assurgere a funzione catartica e liberatoria di quelle energie buone che sanno costruire l'esistenza umana col forte cemento della memoria antica di un grande Artista. Per questi precisi motivi,
questa singolare Artista ha la capacita di ricostruire, nelle sue grandi e splendide tele, un
"immaginario" pensato, sognato e successivamente "interpretato" e "ricostruito", con l'uso sapiente della creatività delle sue grandi mani di mamma-artista, opere di apprezzabile valore segnico, che, armoniosamente, confluiscono nell'idea di un PROGETTO SPIRITUALE di rinnovamento di pensiero, di vita e di spirito. IN questo modo, l'Arte, nella straordinaria operiosità di questa singolare Pittrice, assolve fortemente ai suoi compiti primordiali per cui nasce, si svolge e raggiunge il suo fine: azione imitativo-interpretativo, che obbedisce alla funzione catartica propria dell'arte, e che si esprime come azione liberatrice, azione estetica ed, infine, assurge ad azione spirituale, che, tradotta in termini concreti, è la purificazione dell'umano, la libertà della Verità, il Bello della Creazione, la Santità della vita. Di questo, in effetti, trasudano tutte le vere opere d'arte, attraverso le quali, a ben guardare, nelle pieghe plastico-cromatiche delle loro sapienti figurazioni, s'ode sempre come un suono... quel suono, ora melodioso, ora forte, ora intenso, ora sublime dell'arte pura; così come il suono, i colori e dello spirito del Merisi, cantore nei suoi capolavori della "bellezza dei segni dell' umana esistenza" si intravvedono e si percepiscono nell' artista Flammà: "musica e segni", "luci e ombre", che nel tempo, hanno partorito 'capolavori', che parlano il linguaggio eterno delle immagini "trasfigurate" di un gusto ora classico, ora surreale, ora spirituale, ora semplicemente umano, "troppo umano".
In tal modo al centro dell' operosità artistica, che stiamo esaminando criticamente con questo nostro scritto, signoreggia, in ultima analisi, un primo accenno di un discorso antropologico, filosofico e spirituale; ed è proprio nella attualizzazione di questo "logos pittorico" dell' Artista ennese che l' uomo, dal negativo di una realtà, fatta di "nature contemplate",
"solitudini esistenziali" e di "problematiche sacro-religiose", si eleva gradualmente, accompagnata dallo spirito del Maestro Caravaggio, in un costante, perenne e duro processo catartico, fino alla sincera ammirazione del genio dell' Artista Merisi: in questa emulazione d'arte la Flammà diventa autentica "donna sposa dell' Arte sublime", che è poi, in definitiva, la meta agognata di ongi itinerario acetico di estetiche perfezioni.
Dr.Prof.Vincenzo Piccione d'Avola,critico letterario e d'arte.