paesaggio
Oggi pubblico un commento ai miei lavori che hanno come tema il PAESAGGIO scritto dalla scultrice e pittrice Cabì, che ringrazio affettuosamente:
Come in un sogno, i paesaggi di Mariangela ci sanno trasportare in un'altra dimensione, in un altrove esistenziale. Certe vallate viste dall'alto, certi spazi infiniti suggeriscono un sentimento di libertà infinita, la timbrica coloristica accentua questa sensazione di apertura, benessere, come in una sinfonia ben accordata.
Negli anni Mariangela ha sviluppato uno “sguardo diverso” sulla realtà circostante, forse perché da anni si occupa di persone “diverse” , fuori dagli schemi consueti; il rapporto con queste le ha insegnato che niente è mai come appare...che esistono molteplici possibilità espressive, comunicative, ontologiche.
Tutto questo traspare nei suoi paesaggi che non si prendono troppo sul serio, sono lievi ma allo stesso tempo intensi, essenziali ma al contempo densi di rimandi. E così, volendo giocare questo gioco di specchi non possiamo non pensare alla “ricostruzione” ludica dell'Universo che si ripromettevano i futuristi Balla e Depero:
“Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioé ricreandolo integralmente. Daremo scheletro e carne all'invisibile, all'impalpabile, all'imponderabile, all'impercettibile. Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell'universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione, per formare dei complessi plastici che metteremo in moto.”
(Ricostruzione futurista dell'Universo, 11 marzo 1915)
All'aspetto giocoso Mariangela unisce una visione nitida, geometrica, essenziale, una tensione cartesiana che sonda il reale “misurandolo”, ricordando pittori rinascimentali come Piero della Francesca e Paolo Uccello.
La passione geometrica è un portato dei suoi studi tecnici precedenti, è però smorzata, mai cupa o cerebrale; la pittrice nei suoi paesaggi esalta gli aspetti solari e positivi della vita e del mondo; ci introduce in ipotetici mondi possibili, “città invisibili” di calviniana memoria, invisibili ai più ma non a chi sa sviluppare in sé quello “sguardo diverso”. Sguardo che ci permette di sopravvivere anche quando le speranze vacillano e tutto attorno a noi sembra sprofondare...