LA PITTRICE SENZA PENNELLI
"faccio danzare la tela come un abile giocoliere assemblo e fondo i colori acrilici fino a quando non si palesa sulla tela l'intuizione che ha guidato il movimento. Muovo la tela ora in modo ora in un altro, senza uso di pennelli o altro strumento fino a quando il colore reso più o meno fluido raffigura il mio viaggio fantastico."
CON QUESTO BREVE CONCEPT, l'artista Maria Grazia Chiappinelli, fa conoscere la propria arte, in particolare modo, quello che è il proprio modus operandi. Ciò che l'osservatore scopre, poi, è l'opera intitolata
RIVOLO, presentata a Bologna in occasione della mostra ARTE A PALAZZO - Dinamiche del contemporaneo.
"Dinamiche" che ritroviamo anche nella produzione e nella parabola della pittrice pugliese, la quale, se in principio si è affidata allo studio dei maestri, in secundis, ha trovato la strada per esprimersi attraverso un linguaggio proprio, che, seppur riprende istanze di un passato non troppo lontano, lo fa mediando quella che è l'ispirazione della Chiappinelli. Trattasi, come Ella stessa asserisce, di un "viaggio fantastico" ben più che surreale, in cui la semiotica non cerca appigli formali e mimetici rispetto alla realtà, ma si lascia trascinare in direzioni non razionali, non predefinite in cui la materia pittorica prevarica sul potere decisionale della composizione formalmente intesa. Ciò che l'artista sostanzia è, in un certo qual modo, una sorta di destabilizzazione di equilibri compositivi: l'atto maieutico si compie mediante un movimento non già del pennello o altro strumento, ma, come ben spiega, con una oscillazione della tela, su cui il colore acrilico si muove, mescolandosi, fondendosi con altro impasto e dando luogo a missaggi del tutto peculiari.
L'atto performativo può dirsi concluso allorquando ciò che si palesa è quell'insieme di forme e compenetrazioni cromatiche e materiche che l'artista sente coincidere con la propria visione inconscia.
Si tratta, in ultima istanza, di una pittura decisamente legata alla sfera della psiche che si anima secondo quelle che sono le matrici dell'action painting, definita, in tal caso, "Fluid Art". Una danza interiore che trova risposta nel mondo oggettivo sulla tela, sulle volute, sulle macchie, sui "rivoli", appunto che l'acrilico crea.
Osservando l'opera qui in oggetto, si noterà subitamente il turbinante moto dell'azione, il gesto deciso, non segnico ma materico, una distorsione, uno sconvolgimento, del reale in funzione di un magnetismo ottico che si fa espressione di alterità sottese. Il colore, il suo discioglimento, prendono forma in tutto lo spazio pittorico. Il bagaglio per questo "viaggio" dell'artista è costituito, essenzialmente, da suggestioni che il colore provoca, o meglio, ripropone a chi sarà in grado di porsi sulla medesima linea analitica di Maria Grazia Chiappinelli.
Ciò che la pittrice ha immaginato e a cui ha dato sostanza, diviene un non-luogo capace di delineare una nuova realtà, certamente fantasiosa ma altrettanto atta a dar forma ad un percorso non concluso, il cui obiettivo resta forse quello di proseguire scoprendo e accogliendo nuove forme d'esperienza.
AZZURRA IMMEDIATO [Storica e critica d'arte]
Hai bisogno di informazioni?
Vuoi chiedere maggiori informazioni? Lasciami un messaggio, risponderò al più presto