Realta' e dignita' dell' idea
Di temperamento solare e estroverso, lo scultore Marco Papagni accomuna una inventiva creatività e una forte personalità quando, di fronte alla nascente opera scultorea in terracotta, intuisce l'intensità del suo estro figurativo, ben evidenziato in opere come " Lo sciabicaiolo", "Uomo seduto su un tronco d'albero", nelle opere della serie "I miei eroi".
Nella sua intuizione si evidenzia una espressività intensa e rappresentatività fedele, pronta ad ascoltare il richiamo di una creatività realisticamente pragmatica immaginifica, celebrativa nel cuore della storia (vedi scultura a "Re Manfredi"), e ad accentuare un modo di lavorare l'opera scultorea che trasmette vibrante vitalità. Un tipo di colore intenso patina le figure umane rappresentate, con eccellente risultato di riuscire a creare una scultura "drammaticamente" umana ( indimenticabile lo sguardo, il volto di "Re Manfredi" segnato dal tempo, dalla vita, dalla storia),realistica, sincera nella sua naturalezza, presente come impegno sociale, quando racconta il lavoro della pesca, nelle opere come "Lo sciabicaiolo".
L'opera di Papagni e' intuita e trasmessa dalla capacità alimentata da una sana fondazione del sapere, dallo studio del mondo classico, dalla ricerca dalla sperimentazione approfondimento continuo della storia quotidiana al servizio della sua volontà creativa. La visione iconografica di Marco Papagni riprende il modello formale sia della tradizione , tra gli archetipi formali serbati nel suo fondo "sacrale", sia direttamente dal nucleo immaginifico della rivelazione storico sociale. Si potrebbe affermare che la sua opera può avere spesso sia la funzione si supporto sia di quello di modello della visione icnografica. E' evidente che per esempio che il modello formale dell'icona delle pere "I miei eroi" è ispirato direttamente dalla struttura espositiva nell'immaginario greco-latino. Come si potrà dedurre dai busti "I miei eroi", Papagni esprime qualcosa il cui contenuto forma non siano confermati in tutto dalla Tradizione.
Nelle determinazioni coscienza-fisicità-storia, ritmo e armonia si fondano quasi a scoprire un significato profondo nella concezione dell'individualità, innalzata alla dignità e alla realtà dell'idea, la gestione di spazi e volumi, l'armonia della forma complessiva, la sorprendente personalità dei "I miei eroi" concordano la fondazione d'arte riconosciuta come radice dell individualità espresse nella coscienza-attiva-essere, a fondamento del carattere intellegibile di ogni singolo uomo come illuminazione e superamento del destino umano storico conosciuto. Marco Papagni fonda il tema "I miei eroi" negli anni in cui l'elettronica è divenuta la nostra compagna di vita quotidiana ed è presenta in ogni organismo che si rispetti, in ogni struttura tecnica appena un po' complessa. Il robot che convive con gli uomini del Duemila non è distante, efficiente antro morfismo, è l'ordinatore, il cervello della cibernetica. Papagni introducendo un frammento tecnologico nel mondo cibernetico al "nostro servizio" all'interno dei busti "I miei eroi", "ferma" un'intera catena produttiva realizzata da un "apparato" , ogni possibilità della mente umana di essere scavalcata, il "calcolo sublime" alla velocità della luce. All'interno del corpo d'arte non è il vuoto, regna la presenza dell'io dell'artista-essere umano, la possibilità di rimanere perfettamente umani. Partendo dalla rappresentazione figurativa dei busti "I miei eroi", la sua opera sarà "contaminata" in modo benefico e quindi risulterà ecumenica nella fondazione di una coscienza attiva. Di conseguenza l'originalità formale dell'opera di Papagni dipende dal grado in cui la testimonianza della continuità tra presente e futuro e nel senso degli equilibri che governano una vita spontaneamente vissuta e fondata sulla rivelazione del proprio essere fino in fondo.
Livio Garbuglia [critico d'arte]
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