nota critica
Pittura di figura caratterizzata da una doppia linea nera che conchiude tagli perpendicolari. Binario ferroviario o asta perforata del Meccano, assurta ad elemento compositivo primario da Marco Catellani,artista cavriaghese classe 1951. Strutture segniche ricorrenti che diventano cifra stilistica, rendono il suo lavoro immediatamente riconoscibile.
"Materiali da costruzione" attraverso i quali l'artista dà corpo a figure stilizzate e fondi regolari, che evocano l'idea di una città futuribile, ricondotta allo status di ingranaggio.Estrema pulizia formale e studio delle proporzioni concorrono alla definizione di un impaginato rigoroso,attivato da ritmi dinanici, accensioni cromatiche e scritture seriali.
Opere che rappresentano un momento importante nel percorso artistico dell'autore, inaugurato all'Istituto d'Arte "G.Chierici" di Reggio Emilia, coltivato privatamente negli anni e presentato al pubblico a partire dal 2004. Dai temi classici, come la natura morta, il ritratto e il paesaggio, alle esperienze dell'Espressionismo tedesco e delle Avanguardie storiche, fino a Pop Art e Street culture, con alcune incursioni nel campo dell'astrazione. I dipinti realizzati negli ultimi cinque anni sono parte di una nuova serie che, attraverso figure umane essenziali e replicate in ambienti asfittici, intende offrire una lettura critica della società contemporanea e della percezione del singolo nell'era della globalizzazione.
Protagonisti delle sue opere, uomini e donne sottoposti ad un processo di progressiva semplificazione per attenuare i tratti fisionomici in favore di un'idea di universalità. Volti come maschere, per certi versi vicini all'art negre e all'unità plastica tanto cara a Picasso a partire da Les Demoiselles l'Avignon.
Molti i riferimenti consci o inconsci, che si fondono in un linguaggio personale: dalla ceramica etrusca a Matisse, dalla ricerca egizia di una bellezza ieratica alle sperimentazioni di Roy Lichtenstein e Keith Haring, artefice di un nuovo linguaggio urbano.
Grande attenzione è infatti riservata alla composizione, allo studio delle simmetrie e alla disposizione di oggetti nello spazio. La moltiplicazione della figura, motivo concettuale, nelle mani dell'autore diviene anche espediente formale, per garantire una certa idea di movimento anche a corpi tra loro affrontati o rivolti verso lo spettatore.
CHIARA SERRI
Hai bisogno di informazioni?
Vuoi chiedere maggiori informazioni? Lasciami un messaggio, risponderò al più presto