Mostra "La Terra non mi basta, ma ora abito qui" - Giuseppina Maurizi @ Manifiesto Blanco

Ogni costume è una maschera che racconta storie profonde; il cucire è un atto di consapevolezza interiore e di esplorazione dell'identità, della nostra relazione con ciò che indossiamo.
GIUSEPPINAMAURIZI
LA TERRA NON MI BASTA, MA ORA ABITO QUI
inmostra dal 22 maggio al 21 giugno 2025 damercoledì a sabato h. 16 - 19
VERNISSAGEmercoledì 21 maggio h. 18:30
Ingressolibero
GiuseppinaMaurizi ha dedicato oltre vent'anni della sua vita alla creazione di costumi escenografie che non solo abbelliscono il palcoscenico, ma raccontano storieprofonde e significative. La sua carriera, che l'ha vista collaborare condiversi artisti e importanti istituzioni, è un viaggio affascinante nel mondodella creatività e della trasformazione.
Leopere di Giuseppina non sono semplici costumi; sono vere e proprie maschere cheriflettono il suo desiderio di esplorare l'identità e la connessione tra corpo,mente e spirito. Attraverso il suo lavoro, l'artista ha scoperto che l'atto dicucire è un potente strumento di trasformazione personale. Ogni punto, ognicucitura, diventa un modo per ricomporre sé stessi, un atto silenzioso cheporta a una profonda consapevolezza interiore.
Unadelle fonti di ispirazione più ricorrenti per Giuseppina è il semamori, un antico tipo di ricamogiapponese praticato principalmente durante il periodo Edo. Questo ricamo, confunzione apotropaica, è un esempio di come l'arte del cucito possa assumeresignificati profondi e spirituali. Le madri giapponesi, ricamando questecuciture sul retro dei kimono dei loro bambini, non solo li proteggevano, macreavano un legame culturale e simbolico con le nuove generazioni. Giuseppina si è lasciata affascinare da questa tradizione,riconoscendo in essa la forza magica del cucito, un atto che diventa untalismano e un mezzo di connessione con il Sacro.
Negliultimi anni, la sua ricerca si è concentrata sull'idea dell'abito come luogo diesperienza e trasformazione. L'abito senza cuciture diventa un simbolo dellacompletezza dell'essere umano, un riflesso di un viaggio interiore che non puòprescindere dalla dimensione fisica. L’indagine creativa di Giuseppina partedalla constatazione di come ogni abito avvolga e accompagni l'individuo,rappresentando non solo la costruzione dell'identità, ma anche il tentativo diriconquistare una sorta di “paradiso perduto”.
Ognicreazione di Giuseppina è un invito a riflettere sulla relazione tra l'essereumano e l’abito che indossa, in un dialogo continuo tra nudità e rivestimento,tra l'interno e l'esterno. L'abito diventa così una custodia di esperienze, unluogo di passaggio che permette di esplorare la dualità dell’esistenza.Ispirata dalla tradizione zen, Giuseppina si avvicina ai simboli contenutinell’abito dei monaci buddisti - la kesa -dove i concetti di cura e di non attaccamento ai beni terreni sono alla basedel processo creativo, che si concretizza nella trasformazione di semplicistracci o scampoli tessili in un'opera d'arte carica di significato. Perché, inquesto caso, è la forma o il rivestimento a forgiare la sostanza in essiracchiusa.
Inun mondo in cui l'identità è spesso frammentata, le opere di Giuseppina Maurizici ricordano l'importanza di riconnetterci con noi stessi attraverso l'arte ela manualità.
GiuseppinaMaurizi nasce a Viterbo nel 1973, frequenta il liceo artistico e L’Accademia diBelle Arti. Dal 1995 si occupa di costumi e scenografie per teatro, video epubblicità, collaborando con artisti, produzioni ed eventi nazionali einternazionali.
mercoledì 21 maggio 2025
Via Benedetto Marcello 46 - Milano - MI - Italy
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