''OLTRE la RAGIONE''
“Canta, o dea, l’ira di Achille figlio di Peleo, rovinosa”.
Tutto ha inizio dal primo verso della nostra letteratura.
E’l’incipit.
Una divinità femminile non meglio specificata, l’irrefrenabile menis, furia sconfinata e selvaggia, diventa passione, una passione che alimenta il fuoco dell’ispirazione.
Alle radici dell’ispirazione ci sono le passioni, la sete di conoscenza, il corteggiamento della morte, la follia, la ricerca della folle razionalità.
All’inizio c’è l’esaltazione, il furore: un’opera d’arte è davvero bella se composta con spirito sacro.
Platone parla di invasamento e mania provenienti dalle Muse, le quali si impossessano di un’anima tenera e pura e la traggono fuori di sé nella ispirazione bacchica.
Cicerone parlerà dell’infiammazione dell’anima e dell’ afflato di furore: l’artista si slancia vitalisticamente nel tutto che diventa, nella sua dimensione più irrazionale.
E’ispirato.
Accetta la propria creatività e la esprime al massimo, contrapponendosi alla ragione e ai limiti che essa impone, amando la propria follia creativa.
Un bagliore improvviso avvolge la sua mente e si sparge da qui sulla sua intera opera.
Egli esprime le umane prove del suo pensiero.
La sua anima vede oltre le costrizioni, oltre i limiti della umana esperienza comune.
Ama la sapienza.
Ha la passione della conoscenza, come Ulisse ed Edipo, come tutti gli uomini, che, dice Aristotele, “per natura desiderano sapere”.
L’anima pura, afferma Leopardi, ama evadere dalla triste realtà con gli “ameni inganni”.
Ed ecco! L’artista col suo essere leggero, ispirato da un’armonia e da un ritmo quasi dionisiaci, porta la sua mano sulla tela bianca che accoglie un’energia ispirata.
Lorenzo Vicino parla si sé.
Le sue intense emozioni dialogano con il mondo esterno attraverso una tecnica d’avanguardia, divisionista, che tutto scompone, ma che unisce tutto.
Il gesto creativo ed artistico di Lorenzo Vicino sfugge prepotentemente alle briglie della ragione.
Fa vibrare il colore pittorico sulle tele e lascia intuire l’altissima tensione che intercorre tra la sua anima ed il suo corpo.
Le passioni si materializzano in una plasticità che si esplica in una originalità sempre sorprendente.
La bellezza dell’arte dà impulso alla sua vita.
L’amore è partecipazione istintuale al divenire, che produce uno stato di pura estasi.
Nell’animo dell’artista non vi è frattura tra vita e sogno, tra amore e vita, tra magia e follia, ma è nella compresenza di tali principi che il suo linguaggio artistico trova la sua massima espressione.
Lorenzo Vicino, guidato dal suo temperamento, dalla forza della sua motivazione esistenziale, dalla ricerca costante di penetrare l’essenza delle cose, sapientemente interpreta e trasfigura l’anima della realtà, fino addirittura a farsi interprete del significato stesso della vita.
L’artista nelle sue opere appare come il profeta di un’arte, che oltrepassa i limiti dell’umano discernimento e si presenta con la volontà di spiegarci l’essenza umana, il fondo dell’anima, per tentare di penetrare i segreti della natura come un grande organismo pulsante di emozioni.
In questo sperimentalismo materico che fonde insieme colori e forme, l’artista mostra una vitalità che anima la materia tirando lo spettatore in una esperienza unica, nella quale oltre alla vista sono coinvolti tutti gli altri sensi e soprattutto la mente.
L’opera d’arte di Lorenzo Vicino, che riesce a suscitare un’emozione nuova, sperimenta linguaggi visivi al di fuori del convenzionale, ed è capace di schiudere i regni dell’immaginazione e del sogno e a far risuonare la voce degli stati d’animo.
Arte e psiche dominano nella sua arte.
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