Dopo diversi anni di ricerca con la tecnica degli smalti industriali (quelli di Pollock per intenderci) dove son passato dal materico fino al risultato visivo dell’acquerello passando da soggetti come figure, piuttosto che vedute del Po, paesaggi urbani, animali stilizzati o astratti di grandi dimensione sono un paio d’anni che sto sviluppando il progetto “Abissi” dover grazie a un uso del medium diluente molto accorto, riesco a ottenere queste forme con effetti molto intriganti raggiungendo un “informale figurativo”. Il risultato è veramente molto originale e di forte impatto.
Il mio progetto artistico è una continua ricerca spasmodica del bello senza toccare minimamente motivazioni o denunce politiche o sociali.
L'arte parte da un'idea passando dalla realizzazione. Il percorso è sempre una sorpresa, così come l'arrivo ma anche, stavolta, la partenza. La partenza è una violenza di destinazione, un'aberrazione di genere.
La materia che costituisce il colore crea, deve creare, legami e biunivoche corrispondenze con il suo doppio d'elezione: la pittura ha il muro, l'olio ha la tela, l'acquerello ha il foglio, lo smalto ha l'automobile. Ecco, lo smalto. Uno smalto steso su una tavola rompe il legame di basilare affinità chimica per il quale entrambe le cose sono nate, penetra verso l'interno e si diffonde all'esterno in superficie, rapido e incontrollabile a cercare la sua lamiera, il suo ferro elettivo. In questornmomento inizia il lavoro di violenza, di contenimento e di controllo su ciò chernsi dibatte; lo smalto, ancora vivo, si contorce distonico e ti lascia pochirnminuti per dargli una direzione e un senso prima che una prima morte lorncristallizzi, lucentissimo e cangiante, in una nube astratta.
Combattono, i colori. Combattono in rappresentazione, astratto contro figurativo. Combattono in chimica: dove lo smalto sir solleva, soffia e sbuffa, si contorce per chimica e per sdegno; si fanno in là i colori, ora per rispetto e ora per aprire il cerchio alla rissa. Poi il tempo acquieta, la chimica si porta l'equilibrio e i colori si acquartierano definitivamente sulle loro posizioni di eterna trincea. Sul campo di battaglia restano creature di un colore vivido, lucente, che incutono speranza anche su uno sfondo acido di una Morte Grata.
P A L L I
Art starts from an idearnpassing throught its realization. The route is always a surprise, as is thernarrival but also, this time, the departure, which is a destination violation, arngenre aberration.
rnThe matter thatrnconstitutes the color creates, and must do so, links and one-to-onerncorrespondences with its double of choice: the painting has the wall, the oilrnhas the canvas, the watercolor has the sheet, the enamel has the car. Here itrnis, the enamel.
An enamel spread on arnwooden board breaks the bond of basic chemical affinity for which both thingsrnwere born, penetrates inwards and spreads outwards on the surface, quickly andrnuncontrollably looking for its sheet metal, the iron to which it belongs
From now on, the work of violence,rncontainment and control over what is struggling begins; the enamel, stillrnalive, twists dystonic and leaves you a few minutes to give it direction andrnmeaning before a first death crystallizes it, glossy and iridescent, in anrnabstract cloud.
rnThe colors starts tornfight.
They fight inrnrepresentation, abstract versus figurative.
They fight in chemistry,rnwhere enamel rises, blows and puffs, contorting in chemical disdain; the colorsrnrips respectfully to put up the fight.
Then time calms down,rnchemistry reaches equilibrium and the colors settle definitively in theirrnpositions of eternal trenches.
rnrnrnrnrnrnrnrnrnrnrnrnrnrnrnrn
Onrnthe battlefield there remain creatures of a vivid and shiny color, whichrninspire hope even against the acid background of a Grateful Death.